“To be continued…” c’è scritto in fondo alla lunga serie di fotografie che documentano l’azione a Roma del fenomeno urban artist del momento, Space Invader, in apertura dell’esposizione alla Galleria Wunderkammern di Roma (aperta fino al 21 dicembre 2010). Ed è esattamente così, perchè l’invasione ancora non è terminata: da luglio scorso fino ad ora l’artista ha “invaso” ben 66 luoghi diversi della capitale e ancora non ha portato a termine il suo piano (mancano tre inediti).
Space Invader, l’anonimo artista urbano che da oltre dieci anni sta girando tutto il mondo con le sue invasioni ispirate all’arcade game degli anni Ottanta, dopo aver toccato Parigi, New York, Londra, Mombasa, Katmandu, Hong Kong, e molte altre città, è giunto quest’anno a Roma, armato di piantina e dei suoi strumenti di lavoro. Piccoli mosaici, che ricordano i pixel delle immagini computerizzate a forma di misteriosi alieni colorati, si possono incontrare girando per le vie della capitale, da Campo dei Fiori a San Lorenzo, da Portaportese a Ponte Milvio, da San Giovanni in Laterano a Largo Preneste.
La Galleria Wunderkammern a Tor Pignattara ha voluto rendere omaggio a questo geniale artista dedicandogli una personale, “Rome 2010 and Other Curiosities”, inaugurata lo scorso 23 ottobre, contemporaneamente all’Urban Contest al Circo Massimo. Due grandi eventi dedicati alla street-art che, con passi da gigante, si sta istituzionalizzando tra le arti contemporanee.
C’è voluto più di un anno di lavoro per realizzare tale progetto il cui evento d’apertura ha portato in un quartiere periferico ben mille persone solamente all’inaugurazione, e continua ad attirare una notevole affluenza di curiosi visitatori. Anche il catalogo – con prefazione di Achille Bonito Oliva, limitato a sessanta copie – non è sfuggito all’invasione, con la copertina originale realizzata dall’artista.
E in galleria, oltre agli Invader, si possono conoscere anche altre produzioni. In primis i RubikCubism: il noto cubo di Rubik diventa il modulo dal quale possono nascere geniali interpretazioni di celebri opere d’arte, grazie alle combinazioni cromatiche che scaturiscono dall’accostamento di diverse unità; e così si possono ammirare originali versioni di Leonardo da Vinci, Modigliani, e di una riuscitissima Medusa del Caravaggio. Il percorso continua, nei suggestivi spazi ipogei della galleria, con le installazioni luminose dei grandi Invader, la cui intermittenza irregolare della luce sembra stia suggerendo un messaggio forse decifrabile con l’alfabeto Morse.
L’esposizione si chiude con la proiezione della puntata del cartoon Futurama dedicata proprio all’artista, in cui il protagonista Bender interpreta Invader stesso che si aggira di notte per la città lasciando il suo segno. Un omaggio di Matt Groening a questo fenomeno che ha realmente raggiunto una fama globale e un riconoscimento tale che farà pentire le istituzioni del Louvre di Parigi che hanno rimosso a suo tempo le invasioni dagli spazi del museo.

La foto è di Simone Schiavon. Courtesy of Simone Schiavon e di Guerri/courtesy of Wunderkammern.