La misurazione delle dinamiche innovative rappresenta un passaggio indispensabile per la definizione di politiche informate da parte del settore pubblico e per la scelta di specifici indirizzi strategici da parte delle imprese. Tuttavia, le modalità di misurazione dell’innovazione appaiono caratterizzate da estrema eterogeneità, imputabile in primo luogo all’elevata intangibilità del processo innovativo stesso. Inoltre, i cambiamenti nei modelli manageriali sottostanti l’attività di innovazione rischiano di rendere obsoleti gli indicatori, spesso polarizzati verso una visione tradizionale del cambiamento tecnologico orientata al manufacturing.
La pubblicazione OCSE “Measuring Innovation: A New Perspective” raccoglie i risultati di un decennio di ricerche dedicate allo stato dell’innovazione nei paesi OCSE e propone una riflessione su come superare gli indicatori tradizionali, basati essenzialmente sulle statistiche di intensità di spesa in R&S e sul ruolo della produzione brevettuale. Tali indicatori guardavano a modelli teorici lineari del processo innovativo, basati sulla convinzione che l’innovazione sia generata o a partire dai laboratori di ricerca o dalla domanda di tecnologia.
Il rapporto OCSE parla di una nuova geografia dei punti di innovazione, guardando a come il panorama scientifico e della ricerca sia stato riconfigurato dalla convergenza e dall’interdisciplinarietà. Il passaggio concettuale è basato sull’introduzione di modelli allargati di innovazione, in cui il potenziale innovativo è definito su base sistemica. In tale prospettiva, divengono fondamentali non solo le misure di input-output, ma anche la valutazione della presenza ed efficacia di infrastrutture tangibili ed intangibili che supportino il processo di innovazione. Sono dunque i concetti di complessità e di “open innovation” a rivestire un ruolo centrale.
Si presenta pertanto la necessità di trovare misure di innovazione più ampie, ad esempio utilizzando nuovi indicatori di investimento in immobilizzazioni immateriali, il contributo dell’innovazione incrementale e delle PMI, l’utilizzo dei marchi.
Un altro aspetto fondamentale che viene sottolineato è il ruolo del capitale umano come input di innovazione. Vengono proposti una serie di indicatori che guardano a come i sistemi educativi stiano contribuendo allo sviluppo di conoscenza e di ricerca.
Altri indicatori esaminano invece come le imprese riescano a trasformare le competenze e le conoscenze, e mettono in luce il differente ruolo degli investimenti pubblici e privati nella promozione dell’innovazione, con esempi concreti di grandi sfide globali, quali la salute e il cambiamento climatico.
La prossima frontiera della misurazione dell’innovazione è già delineata: sarà il passaggio da analisi tradizionali sulla numerosità degli oggetti, siano essi brevetti, pubblicazioni scientifiche o progetti di ricerca, allo studio sistematico dei contenuti di conoscenza che essi incorporano.
Measuring Innovation: A New Perspective
OECD Indicators
pp. 125
OECD 2010, € 33,00
ISBN 978-92-64-05946-7
Marco Riva è ricercatore della Fondazione Rosselli