Un’affermazione contenuta nell’edizione 2010 dell’Information Technology Outlook dell’Oecd è particolarmente significativa: “nonostante gli alti tassi di crescita [del mercato dei contenuti digitali] l’impatto sull’industria dei contenuti ancora non è chiaro.”
Il rapporto, che rappresenta l’aggiornamento dell’edizione precedente del 2008, è dedicato principalmente alle dinamiche globali del mercato dell’ICT, che sta riprendendosi – globalmente, ma con differenti tassi a seconda dei Paesi e delle aree del mondo – a ritmi crescenti dopo il picco della crisi del 2009.
In questo contesto, il mercato dei contenuti digitali continua a mostrare tassi di crescita in doppia cifra e la distribuzione digitale è ormai pienamente integrata nei modelli di business di settori come la musica e i videogiochi, per i quali rappresenta una percentuale dei ricavi che oscilla fra il 25 ed il 30%, in progressione continua. Per il cinema e le news, viceversa, l’incidenza dell’online è ancora ferma fra il 3 e il 4% del fatturato di settore.
Benché lo snellimento della catena distributiva sul digitale sia stato visto, e lo è tuttora, come elemento di disintermediazione fra l’industria dei contenuti ed il consumatore finale, è proprio nel mezzo della filiera che si assiste ad una crescente competizione da parte di tutti gli attori coinvolti. Come segnala il rapporto, infatti, “il ruolo degli intermediari e degli aggregatori è ampio e crescente, contrariamente alle aspettative”. Funzioni della catena del valore come l’organizzazione e la ricerca dei contenuti, la gestione dell’interfaccia, l’integrazione dei contenuti con piattaforme c2c e con funzioni social di relazione orizzontale, vengono gradualmente assorbiti e metabolizzati dall’industria dei contenuti sotto la spinta competitiva dei soggetti esterni alle filiere tradizionali. Ciò sta avvenendo più facilmente al livello della distribuzione e della promozione, mentre maggiore è il ritardo nelle fasi di sviluppo e produzione, dove si concentra la quota più ampia degli investimenti necessari (e l’incertezza del ritorno).
Sicuramente l’intermediazione fra contenuti e utenti è un anello più dinamico che in passato; è anzi lo spazio dove più alto è stato e sarà il numero dei nuovi entranti e dove ci sono opportunità per modelli di business creativi (tanto per sottolineare come di creatività non ci sia bisogno esclusivamente nella produzione). Ciò non toglie che anche qui sia crescente la tendenza al consolidamento e che i diversi attori, ciascuno facendo leva sull’elemento di maggior forza (la disponibilità di contenuti di qualità, la capacità di aggregare e far interagire gli utenti, la creazione di device funzionali e attraenti) si muovano lungo la catena del valore competendo, cooperando o acquisendo l’innovazione nascente nei soggetti più piccoli.
Naturalmente, le criticità del mercato dei contenuti digitali sono ben maggiori, e sinteticamente enumerate nel rapporto: dalle infrastrutture di rete (e relativa gestione) al diritto d’autore, dal pricing all’interoperabilità. Una compiuta integrazione fra industrie creative offline e online, però, è di là da venire.

OECD Information Technology Outlook 2010
pp. 325
OECD Publishing, € 98,00
ISBN: 978-92-64-08873-3

Andrea Marzulli è ricercatore presso la Fondazione Rosselli