Diventare collezionisti d’arte non è mai stato cosi facile, veloce ed economico. Oggi bastano  5$ o al massimo 7$ per portarsi a casa un dipinto fatto a mano o una scultura, creati e riprodotti ad hoc, in versione pacchetto, da artisti provenienti da tutto il mondo.
Stiamo parlando di quella forma d’arte nata più di dieci anni fa e formalmente riconosciuta in America, la cui eco si è diffusa ormai in tutto il mondo: l’Art-o-Mat .
Stati Uniti, Carolina del nord,  siamo nella città di Winston-Salem nel lontano 1997, l’ artista  Clark Whittington, dalle ceneri di una banale e fredda macchina per la vendita di sigarette, creò un vero e proprio distributore automatico di pezzi unici d’arte. 
L’invenzione doveva essere la protagonista di un sua personalissima mostra: quale occasione migliore per far conoscere le proprie opere, se non quella di presentarle  all’interno di  un affollatissimo e conosciuto cafè, il Penny Universitie?
In onore di  quella opportunità che gli si presentava, volle esibire una serie di fotografie in bianco e nero, in formato pacchetto,  e di collocarle all’interno del distributore al costo di 1$ l’una.
Il termine della mostra era programmato per Luglio di quello stesso anno, ma il successo che ne era scaturito e la pervasività  che aveva dimostrato di possedere il marchingegno, sancirono il destino di quella fortunata invenzione.
Per Cynthia Giles, proprietaria del cafè, fu subito amore e affascinata da questo nuovo modo di far rivivere un vecchio e ormai fuori uso distributore di sigarette, decise che la macchina dovesse rimanere nel locale in pianta stabile.
Naturalmente c’era bisogno  di una svolta e per sviluppare il progetto  occorreva coinvolgere altri artisti. Questo fu il primo passo verso la costituzione della A.I.C., Artists in Cellophane, organizzazione sponsor dell’ Art-o-Mat.
Esistono attualmente in America più di 90 Art-o-Mat situati in diversi cafè, gallerie, musei, tra i quali il Whitney Museum of American Art in New York, alcuni anche in Canada e in Austria.  Non esiste attualmente un Art-o-mat  in Italia, ma vi è comunque la possibilità di acquistare i pacchetti online sul sito www.shopartomat.com. È chiaro a tutti che la cifra decisamente popolare di ogni opera Art-o-mat, non permetta di conseguire dei guadagni esorbitanti, specialmente da parte degli artisti, in quanto una percentuale del guadagno spetta sia ai proprietari della location che e all’autore dell’invenzione. Ma il vantaggio offerto dal progetto A.I.C. è più che altro di carattere pubblicitario, in quanto permette agli artisti emergenti di farsi conoscere più velocemente.
Rappresenta pertanto, un modo originale ed efficace di incoraggiare al consumo dell’arte, rendendolo più accessibile.
Ci saranno controindicazioni all’eccessivo consumo di arte? Considerando il contesto in cui operano i distributori, si potrebbe “ingrassare d’arte”?
Potrebbe verificarsi, infatti, una forma di assuefazione all’arte prêt-à-porter, tale da rendere il tutto una merce di scambio e ridurre al minimo essenziale il significato dell’Arte come Unica opera esclusiva e irripetibile, da ricercare e desiderare.  L’esistenza di una grande varietà di stili, in realtà, non permette più parlare di un’univoca concezione dell’arte. Ogni artista oggi si sente libero di esprimere il proprio estro creativo utilizzando le moderne tecnologie e allo stesso tempo non disdegna strategie pubblicitarie progettate su misura. Forse sono mutati gli scenari ma la società continua ad aver sempre “fame” di arte in qualsiasi forma essa si manifesti.