Che la professione dello scrittore e del giornalista sia in difficoltà non è di certo cosa nuova e la crisi imperante che ha colpito l’informazione rischia di mettere a repentaglio l’intero sistema democratico. È questa almeno la prospettiva a cui cercano di sfuggire Antonio Pascale e Luca Rastello nel loro ultimo libro “Democrazia: cosa può fare uno scrittore?” in cui gli autori si interrogano su come la retorica possa riappropriarsi della sua natura di strumento descrittivo e conoscitivo ritraendosi da quelle che sono ormai abituali tecniche di spettacolarizzazione che svuotano le parole di significato riducendo i messaggi a semplici slogan o claim.
Partendo dalla teorie elaborate da Platone nel Protagora, passando per Socrate e Omero, Pasolini e Marcello del Grande Fratello, Pascale ci propone di tornare all’approfondimento, al fascino della ricerca, al piacere della conoscenza.
“Se la democrazia è la capacità di vagliare le opinioni ed elaborare strumenti legislativi, allora una democrazia si svilupperà meglio e sarà più forte se sarà attraversata da una continua corrente intellettuale”, asserisce l’autore: eppure in un paese in cui tutti parlano, giudicano, opinano, dibattono e discutono, la grande assente è la misura, colei cioè che permette visioni d’insieme a largo spettro.
Se grandi intellettuali (che, si afferma, esistono eccome) vengono ignorati per dare spazio ad altri personaggi che, forse più noti, propendono non all’innesco di un ragionamento ma a quello di un’emozione, allora risulta normale cercare la via più facile, la sbrigativa considerazione piuttosto che la complessa riflessione. La soluzione è nella collaborazione, nell’instancabile curiosità di apprendere tutte le fasi di un unico processo che porteranno, grazie alla complicità con i diversi attori, al raggiungimento di obiettivi, anche di semplici opinioni, ma radicate e approfondite.
È nel secondo capitolo del libro, invece, quello scritto da Rastello, che si analizzano gli organi di informazione principali, la grande industria dell’informazione che sforna non solo contenuti targettizzati appetibili per gli inserzionisti (vera linfa vitale dei quotidiani) ma anche vere e proprie “bufale”, bugie scientificamente provate che diventano bombe da mercato.
A questo si aggiunga il disfacimento delle principali parole utilizzabili, tra cui la stessa “Cultura”, “un feticcio, un oggetto da afferrare. Subito. In tanti.” Che cosa può fare allo ra uno scrittore per la Democrazia? A volte tacere, consiglia Rastello, per fare in modo che il tempo guadagnato venga speso per vivisezionare, scandagliare, interrogare.
Un plauso alla ricerca, dunque, e alla profondità del pensiero che, nell’epoca cosiddetta “postmoderna” è un lusso che pochi possono concedersi.
Il volume è parte di una serie di pubblicazioni contenenti i testi delle conferenze organizzate nell’ambito della Biennale Democrazia, evento che ogni anno si tiene a Torino e che mira ad indagare il valore e il concetto di democrazia.
Democrazia: cosa può fare uno scrittore
Antonio Pascale, Luca Rastello
Codice edizioni, €10,00
ISBN: 978-887578169-9