Culture action Europe, il network che sostiene il dibattito a favore della strategicità del settore culturale nella Società Europea, in partnership con European Cultural Foundation , la fondazione che supporta  il proficuo scambio della creatività fra artisti e associazioni culturali europee, dall’inizio dell’anno hanno lanciato la nuova campagna “We are more”.
L’obiettivo è la chiamata a raccolta di qualsiasi realtà culturale europea, di qualsiasi forma giuridica, per rafforzare la posizione di sostegno al settore culturale, con più intensità e coesione, in vista delle nuove discussioni sulle assegnazioni di budget e fondi al settore, al livello Europeo per il prossimo esercizio strategico 2014-2020.

Due gli assi principali di riflessione su cui poggia la campagna: il Programma Culturale , unico strumento esistente a livello di EU dove vengano fissati obiettivi di crescita del settore con relativi finanziamenti e apertura di bandi e le Politiche Europee di Sviluppo regionale,  che possono localmente contribuire molto alla diffusione, sviluppo sostenibile e rafforzamento di tante attività culturali.
Il framework di riferimento è ovviamente la Strategia di Lisbona, la carta di programma sottoscritta dai Capi di Stato dei Paesi EU  nel 2000 e rettificata a più riprese in questo decennio, che sancisce gli orizzonti strategici e il programma economico e politico di sviluppo dell’Unione Europea , basati sull’economia della conoscenza, della ricerca e dell’innovazione.
Per rilanciare il dibattito sul Programma Culturale, ritenuto per alcuni aspetti fragile, non dotato di congruo budget e di scarsa visibilità, che ha spesso reso inaccessibile la sua fruizione per tanti stakeholder, Culture Action Europe ha elaborato con l’aiuto dei suoi soci, un articolato manifesto, con rilevanti punti propositivi. Innanzitutto la logica di intervento deve tener conto di una maggiore cooperazione transnazionale, una divisione del rischio della sperimentazione creativa, un rafforzamento della partecipazione negli spazi deputati all’interno dell’Unione a cui si aggiungono nuovi obiettivi di cooperazione finalizzati a:

1) una equa e piena partecipazione nella cultura sia a livello territoriale, regionale, nazionale
2) uno sviluppo sostenibile del settore, con promozione di network internazionali e modelli di governance
3) la sperimentazione artistica, in campi economici sociali e interculturali.

Le azioni che supportano questi obiettivi si individuano in laboratori interdisciplinari, circolazione di modelli di riferimento e studio, creazione di progetti pilota, rilancio di progetti a livello transazionale per aumentare il senso di  cittadinanza europea e la partecipazione, l’apertura di luoghi e spazi di incontro e scambio.
Culture Action Europe  ha quindi aderito anche alla consultazione europea sulle Politiche di coesione, espressa nelle conclusioni della Quinta relazione sulla coesione economica, sociale e territoriale: il futuro della politica di coesione  e chiusa il 31 gennaio 2011. Tale consultazione ha contribuito a formare un’idea più definita su come le Politiche Regionali possano contribuire allo sviluppo del dibattito culturale, che Culture Action Europe ha espresso attraverso la campagna We are More con un secondo manifesto programmatico .
L’investimento a favore della coesione politica dell’Unione Europea è infatti alla base dello sviluppo sostenibile del settore culturale, in quanto può facilitare  processi di cooperazione e progettualità transnazionale, incentivando ad esempio la mobilità tra Stati. A questo proposito, la cultura è ritenuta, oltre che settore economico rilevante, in grado di garantire occupazione ad una larga percentuale di cittadini europei, facilitandone le relazioni interculturali e rafforzando il senso di appartenenza all’Unione.  L’alto tasso di creatività che caratterizza gli operatori del settore, è leva per l’innovazione economica, scientifica e tecnologica a cui l’Unione aspira. Incentivare allora qualsiasi opportunità di lavoro interdisciplinare e dibattiti internazionali è auspicabile nella proposta programmatica del manifesto.
We are more è promosso online attraverso un sito  ricchissimo di informazioni, dal quale è possibile scaricare materiali promozionali, il logo della campagna, nonché postare commenti ed effettuare l’adesione. In Italia la campagna è stata raccolta da GAI, Arci, ECCOM e Perypezie Urbane  mentre nessuna adesione istituzionale è stata espressa a favore, né un dibattito pare in corso sulle tematiche tratteggiate.

Approfondimenti:
http://www.giovaniartisti.it/campagna-we-are-more