La promozione dello spettacolo è fra le missioni più proprie, pubblica e inalienabile della Repubblica. Peraltro, negli ultimi anni la presenza sussidiaria dei privati ha assunto una evidenza crescente in ossequio al dettato costituzionale, e ciò è particolarmente presente nel settore del cinema, un ambito “ibrido”, una industria di prototipi in cui arte, managerialità e concorrenzialità coesistono per assicurare un ruolo da protagonista sul mercato sotto il profilo della qualità, della quantità e dell’innovazione tecnologica.
Affiancandosi al sostegno pubblico diretto, il sistema sperimentale delle agevolazioni ed incentivazioni fiscali, introdotto nel 2009 e prorogato fino al 2013, intende incrementare e qualificare le risorse finanziarie dell’industria cinematografica seguendo due direttrici: i crediti d’imposta e l’esclusione dal reddito degli utili investiti.

Le agevolazioni fiscali si sostanziano in risparmi che i contribuenti ottengono nei confronti del fisco con diverse modalità: o attraverso la concessione di un credito di imposta, ovvero un credito che il contribuente può far valere nell’ambito dei propri rapporti tributari periodici (solitamente a debito e in grado di compensare il credito di imposta concesso); o mediante una deduzione ampliata di particolari tipologie di spesa (gli investimenti), ed in tal caso, il contribuente è autorizzato a ridurre il proprio reddito imponibile di un importo correlato alla spesa che il fisco intende incoraggiare (riduzione delle tasse sul reddito prodotto).
La differenza tra le due filosofie è evidente: con la detassazione, il beneficio sarà fruito se ed in quanto risultino redditi imponibili da ridurre o azzerare, mentre con il credito di imposta, utilizzabile più diffusamente, in via automatica e facilmente quantificabile, l’effetto finanziario dell’agevolazione si manifesta in maniera chiara ed immediata.

Le due fattispecie rientrano a pieno titolo negli aiuti di Stato, legittimi solo nella misura in cui non alterino le condizioni degli scambi e della concorrenza nella Unione Europea, tenendo conto dei criteri già adottati in tema di aiuti nazionali al cinema e all’audiovisivo, ovvero: relativi ad un prodotto culturale e spetta agli Stati garantire che il contenuto della produzione sovvenzionata sia tale; tendenzialmente limitati al 50% del bilancio di produzione, per stimolare le normali iniziative commerciali proprie di un’economia di mercato, salvo eccezioni riconducibili a film difficili o con risorse finanziarie modeste.

E’ questa la ragione del coinvolgimento della Commissione Europea che, proprio per l’ampiezza, l’articolazione e la novità delle misure adottate dall’Italia all’interno del panorama comunitario, ha richiesto lunghi tempi di valutazione e di negoziato.

Da tali presupposti ha preso le mosse lo studio realizzato dall’Osservatorio dello spettacolo del Mibac che, analizzando in dettaglio la normativa e le procedure amministrative, ha voluto fornire un primo bilancio sugli investimenti effettuati, sugli esiti finanziari delle agevolazioni, sui livelli produttivi del sistema cinematografico nazionale e sugli interventi operati per l’ammodernamento degli schermi, in un arco temporale peraltro coincidente con un Fus in ”sofferenza”.

Dall’entrata in vigore del regime delle agevolazioni fino allo scorso febbraio, il Tax credit per l’attività di produzione ha fatto registrare i seguenti dati:

  • 292 i film, di cui 8 stranieri, per i quali sono state chieste una o più forme di tax credit, mentre il totale delle domande pervenute ammonta a 517, così suddivise:  per la produzione, 191 istanze finali cui si sommano 196 comunicazioni preventive non trasformatesi ancora in istanze finali; per la distribuzione, 60 istanze finali cui si aggiungono 2 comunicazioni preventive non trasformatesi ancora in istanze finali; per gli investitori esterni, 19 istanze finali cui vanno sommate 49 comunicazioni preventive non trasformatesi ancora in istanze finali;
  • il totale del tax credit richiesto dalle società di produzione, dichiarato in istanza finale o in comunicazione preventiva in attesa dell’istanza, è di oltre 106 milioni di euro;
  • il totale del costo complessivo dei film autodichiarato dalle società di produzione, ovvero il volume totale degli investimenti nel periodo considerato, è di oltre 1,1 miliardi di euro.

 

CREDITO D’IMPOSTA EFFETTIVAMENTE CONCESSO
  FILM prodotti nel 2010 FILM prodotti nel 2009 FILM prodotti nel 2008
(retroattività)
PRODUZIONE € 24.024.846 € 22.118.173 € 3.121.917
DISTRIBUZIONE € 505.522 € 612.190 € 0
INVESTITORI ESTERNI € 800.000 € 0 € 0
TOTALE CONCESSO € 25.330.368 € 22.730.363 € 3.121.917

 

Fino allo scorso febbraio, il Tax shelter per l’attività di produzione registra i seguenti dati:

  • 2 società hanno presentato domanda, di cui 1 con due istanze, per un ammontare totale di richiesta di 6,1 milioni di euro
  • il tax shelter sinora autorizzato per una sola pratica è di circa 3 milioni di euro.

Fino allo scorso dicembre, il Tax credit digitale presentato i seguenti dati:

  • 512 domande pervenute, riconducibili a 303 società e 760 schermi

La seguente tabella evidenzia la tipologia, il numero delle sale interessate ed il numero degli schermi, con la loro incidenza percentuale sul totale

TIPOLOGIA CINEMA N. SALE % su totale N. SCHERMI PER TIPOLOGIA % su totale
MONOSALA 110 21,40 110 14,47
MULTISALA FINO A 4 SCHERMI 144 28,02 174 22,89
MULTISALA DA 5 A 10 SCHERMI (fino a 50.000 abitanti) 95 18,48 163 21,45
MULTISALA DA 5 A 10 SCHERMI (oltre 50.000 abitanti) 97 18,87 164 21,58
MULTISALA OLTRE 10 SCHERMI 68 13,23 149 19,61
TOTALI 514 100,00 760 100,00

A fronte di un investimento complessivo di poco inferiore a 70 milioni di euro, il totale del tax credit digitale calcolato sulla spesa eleggibile ed effettivamente concesso è di 15,8 milioni di euro, mentre quello riconducibile a comunicazioni è di 4,6 milioni di euro, secondo il seguente schema che riporta anche l’intervento medio per società e per schermo.

  SPESE SOSTENUTE SPESE ELEGGIBILI CREDITO TOTALE
Totali 66.947.555,71 66.594.353,84 20.510.816,23
media per società 220.949,03 219.783,35 67.692,46
media per schermo 88.088,89 87.624,15 26.987,92

L’ultima tabella riepiloga l’ammontare per le diverse tipologie di agevolazione fiscale finora concesse, pari a  circa 68,5 milioni di euro, con relativa incidenza di ogni singola fattispecie sul totale dei benefici fiscali.

TABELLA RIEPILOGATIVA DELLE AGEVOLAZION I FISCALI GIA’ CONCESSE
Tipologia di agevolazione Entità in euro % su totale
CREDITO DI IMPOSTA PRODUZIONE 49.264.936,00 70,42
CREDITO DI IMPOSTA DISTRIBUZIONE 1.117.712,00 1,60
CREDITO DI IMPOSTA INVESTITORI ESTERNI 800.000,00 1,14
TAX SHELTER 2.921.713,42 4,18
TAX CREDIT DIGITALE 15.855.066,79 22,66
Totale 69.959.428,21 100,00

Lo studio ha costituito anche l’occasione per operare una ricognizione su 14 Paesi europei ed extra europei (Regno Unito, Irlanda, Francia, Belgio, Germania, Spagna, Malta, Ungheria, Portogallo, Australia, Canada, Stati Uniti, Argentina, Brasile), soffermandosi a valutare le principali leggi di riferimento, gli organismi pubblici o assimilati che sovrintendono l’azione a sostegno del settore, le tipologie di finanziamento diretto e indiretto, i criteri di eleggibilità per accedere alle varie tipologie di ausilio finanziario.
In questi Stati, la leva fiscale è già diffusa con successo, sebbene con differenti approcci, motivazioni e finalità, ottenendo interessanti benefici economici sia in termini di aumento dei volumi e di qualità produttiva, di occupazione, che in termini di valore aggiunto per la tutela e la valorizzazione dell’identità culturale nazionale. Ma è anche emerso che gli schemi agevolativi si distinguono sia per la specificità delle soluzioni adottate che per l’oggetto dell’azione:

  • alcuni Paesi puntano ad una crescita del PIL attraverso nuove imprese residenti, attratte dal basso livello di imposizione; in tal caso i benefici non incidono sull’attività produttiva;
  • in altri vengono adottati per diversificare e/o riconvertire le attività tradizionali in crisi e potenziare le imprese locali;
  • i Paesi europei con le industrie cinematografie più forti solo recentemente si sono dotati di strumenti di incentivazione per rispondere ai rischi legati alla delocalizzazione delle imprese nazionali e per attrarre nuovi investimenti;
  • alcune nazioni hanno optato per agevolazioni fiscali riconducibili alla detassazione degli utili, mentre altre hanno optato per il credito d’imposta ;
  • alcune hanno canalizzato il beneficio tramite il produttore cinematografico, mentre altre lo hanno reso praticabile anche tramite investitori privati esterni al settore;
  • alcuni Paesi hanno limitato il beneficio ai prodotti nazionali e di conseguenza alle coproduzioni comunitarie, mentre altri lo hanno esteso a tutti i film che rispondessero a criteri di eleggibilità culturale nazionale;
  • il modello italiano appare unico nel panorama internazionale.

La ricerca è stata effettuata da Antonio Di Lascio e Claudio Schipani dell’Osservatorio sullo Spettacolo del MiBAC

Approfondimenti:
www.cinema.beniculturali.it