Carlo Formenti, ricercatore e professore aggregato di Teoria e tecnica dei nuovi media all’università del Salento, è l’autore di “Felici e Sfruttati, Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro”. Con sguardo disincantato e prosaico, Formenti interpreta il mercato dei lavoratori della rete e giunge a conclusione che non c’è nulla di nuovo nelle sue dinamiche, nulla di democratico né egualitario in questo fenomeno. Come nel mito della caverna, l’autore ci mostra la luce comunicandoci che quella che doveva essere la rivoluzione dal basso è in realtà la più strisciante forma di capitalismo perché non si discosta dalle dinamiche di un sistema d’impiego basato sul precariato, redditi che pongono gli individui sotto la soglia di povertà e sistemi di welfare praticamente inesistenti. Formenti evoca scenari di marxiana memoria, dove all’alienazione operaia si sostituisce l’alienazione del knowledge worker che di professione produce contenuti a ciclo continuo.
L’aggravante di questo scenario desolante è la generale inconsapevolezza dei lavoratori del web che, con attitudine un po’ ingenua, ancora credono nel riscatto emancipatore della rete. Dunque nessuna indipendenza e libertà, le risorse si stanno progressivamente raggruppando nelle mani di pochi oligopolisti digitali ma gli effetti sono tutt’altro che virtuali e si riverberano con forza sull’economia reale. Insomma, per dirla con Manuel Castells, qualcuno s’inventa un servizio, trova la manodopera per implementarlo e alla fine, se è fortunato e se il servizio è accolto favorevolmente dal mercato, subentra un venture capitalist che compra l’idea e cerca di lanciarla in borsa, cavalcando il trend positivo dei titoli tecnologici. L’unica nota stonata del ragionamento è l’esperienza pregressa del crollo del Nasdaq nel 2000, quando i mostri sacri della New economy hanno saputo trarre vantaggio dalle potenzialità del mercato virtuale per poi assistere allo scoppio della bolla speculativa con vertiginosi picchi d’euforia seguiti dal panico generalizzato.
Pare dunque che nemmeno la rete sia più avulsa – se mai lo è stata – dalle più classiche forme dell’individualismo capitalistico e, in questo senso, i prosumers 2.0 non sono altro che uno strumento funzionale ai processi di accumulazione di capitale delle grandi società multinazionali. Centrale in questa analisi è l’interpretazione dell’approccio della società di Mountain View che esalta la pratica dei self-generated content a detrimento delle fonti di comunicazioni “istituzionali” e di chi ne fa parte, come i giornalisti.  L’autore, mette in guardia da questa strategia che descrive come scientemente creata per gettare discredito sull’informazione tradizionale al fine di convogliare il mercato verso altre forme di comunicazione legate al web, di cui Google è verosimilmente monopolista.

Felici e Sfruttati
Capitalismo digitale ed eclissi del lavoro
Carlo Formenti
Egea Edizione, € 18,00
ISBN: 978-88-238-3291-6