È una notizia inaspettata il fatto che la manovra finanziaria del ministro dell’economia Tremonti non abbia compreso i beni culturali nei suoi numerosi tagli. In effetti, tutti sarebbero rimasti meno sorpresi dall’ipotesi inversa: dopo i 58 milioni di euro sottratti agli enti culturali nel 2011, i conti in rosso dei teatri italiani, le occupazioni pacifiche dei lavoratori dello spettacolo, gli scioperi della fame e le trasformazioni di cinema in spazi ospitanti più redditizie slot machines, trovare tra i capitoli del documento finanziario che il MiBAC non sarà interessato dai tagli orizzontali apportati dal Governo per pareggiare il Bilancio, è senza dubbio una sorpresa.
Il neo-ministro Galan è riuscito infatti a salvare i 400 milioni di euro di giacenze di contabilità speciali (tutti quei fondi non spesi nelle precedenti amministrazioni) evitando quindi la restituzione al Tesoro e a proteggere i fondi stanziati per la messa in sicurezza dell’area archeologica di Pompei e la ricostruzione del centro storico de L’aquila.
Altre novità degne di nota sono l’introduzione dei beni culturali tra i beneficiari del 5×1000 Irpef dal prossimo anno, per i quali si dice che il ministro Galan abbia già pronti degli spot d’autore, e la riforma di Cinecittà Luce con un ritorno alle funzioni storiche e un risparmio della spesa pubblica raggiungibile tramite la decurtazione di centinaia di posti di lavoro, alcuni dei quali verrebbero riassorbiti dal ministero così come avvenuto anche per l’Ente Teatrale Italiano, soppresso con il decreto legge n.78 del 31 maggio 2010.
E proprio a proposito di lavoro e di lavoratori, altre novità riguardano il comparto culturale: il Collegio Romano, a differenza degli altri ministeri, potrà infatti continuare le sue operazioni di assunzione di personale tecnico e specialistico e delle figure richieste dopo il decreto sviluppo nell’area di Pompei.
Le prime assunzioni riguarderanno un contingente di circa 25 funzionari presso la Soprintendenza speciale di Napoli e Pompei, ai quali si aggiungeranno nuovi dipendenti specializzati, sia a Napoli che nella capitale. Eppure, nonostante gli annunci e le prime mosse legislative non vi sono ancora indicazioni precise su concorsi, graduatorie o sui dipartimenti da andare a coprire per una più efficiente amministrazione delle risorse.
Sono inoltre previste liberalizzazioni per l’orario di apertura e chiusura delle attività commerciali nelle città d’arte e turistiche, con orari più flessibili che agevolino la fruizione del patrimonio culturale da parte di cittadini e turisti delle zone interessate.
Una maggiore libertà di scelta sugli orari di attività si auspichi produca una maggiore consapevolezza del servizio offerto al territorio da parte dei commercianti, fautori anch’essi dell’indotto economico risultante dal turismo culturale.
Escluse altre riduzioni di spesa rispetto agli anni precedenti nel comparto dell’università e della ricerca e anche nel Fus 2012 che rimarrà inalterato per il prossimo triennio e probabilmente rimpolpato grazie alle entrate del 5×1000.
Grande l’entusiasmo tra le fila del Ministero, che si accompagna a quello già manifestato per il profilarsi di una sorta di “mecenatismo all’italiana”, orientato più agli interessi d’impresa che non al benessere pubblico, di cui il gruppo Tod’s si è fatto capofila e di cui il MiBAC ora dovrebbe farsi garante e supervisore: la manovra rappresenta “uno straordinario stimolo per la struttura ministeriale, una sfida per gestire con efficienza e rapidità i fondi a disposizione”, ha dichiarato Antonia Pasqua Recchia, direttore generale per il paesaggio, le belle arti, l’architettura e l’arte contemporanea.
Eppure, la storia insegna che non bisogna mai esultare troppo presto: la manovra infatti, che è stata consegnata solo ieri al Colle non è ancora stata approvata dal Capo dello Stato. Ieri mattina, inoltre, dopo le polemiche suscitate dal decreto contenuto nella manovra ribattezzato “Salva-Fininvest” (poi caduta) è stata annullata la conferenza stampa di presentazione a cui dovevano partecipare il ministro dell’economia Tremonti, Renato Brunetta (Pubblica amministrazione), Paolo Romani (Sviluppo economico), Maurizio Sacconi (Lavoro) e Roberto Calderoli (Semplificazione normativa). Il rinvio sarebbe stato dovuto all’impossibilità di Tremonti di raggiungere Roma a causa del maltempo nella capitale. Ma a quanto pare ad essere avverse non sono solo le condizioni meteorologiche.