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La Polonia per la prima volta nella sua storia ha assunto la Presidenza di turno dell’Unione Europea. Il passaggio di consegne è avvenuto venerdì 1 luglio a Varsavia tra il premier ungherese e presidente uscente Viktor Orban ed il premier polacco Donald Tusk, presenti anche il Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy ed il Presidente della Polonia Bronis?aw Komorowski.
Se questa doveva essere la notizia nei paesi dell’Unione, il giorno dopo la vera notizia è sembrata piuttosto essere quella della completa assenza di riferimenti al semestre polacco sulla stampa italiana, dai telegiornali ai maggiori quotidiani cartacei ed on line (con l’eccezione di Panorama.it).
Segno non solo di un orizzonte sempre più limitato sulle beghe di casa nostra, ma forse anche di un progressivo allontanamento emotivo dalle istituzioni comunitarie, complice con ogni probabilità la crisi economica e le strette esercitate dagli organi centrali su stabilità e conti pubblici, che animano gli incubi peggiori degli stati più indebitati come dei loro cittadini, vittime delle relative manovre fiscali.
Così, se la vecchia Europa è chiamata ad un rapido e profondo rinnovamento, la Polonia vive al contrario questi anni con grande energia ed una decisiva spinta europeista.
E’ infatti il paese con la percentuale di crescita economica più alta in Europa con la confinante Germania, non a caso il modello di riferimento. Stando alle statistiche, la Polonia è stata addirittura l’unico dei 27 stati membri ad uscire con un segno positivo dal terribile biennio 2008/2009, quando l’Italia ha fatto segnare una recessione del PIL nel 2009 pari al -5%, a cui segue il biennio in corso con previsioni di crescita che si attestano stabilmente al +4%. ?
Segno di un’economia sempre meglio strutturata, frizzante e senza “bolle” speculative, che dopo la crescita del mercato interno inizia ora a guardare con interesse agli investimenti all’estero. Un “successo” della classe politica liberal, dopo gli anni difficili segnati dal precedente governo ultraconservatore di Jaros?aw Kaczy?ski, ma ancor più dell’attuale clima politico tra maggioranza ed opposizione, dove gli interessi di parte sembrano contare meno rispetto al bene e al futuro del paese oppure a fare la differenza è la presenza di soli quattro partiti in parlamento e di una maggioranza che ha numeri per governare. Un paese che in un modo o nell’altro pare essere comunque riuscito a fare “sistema”. Anche qui si sono invocati “miracoli” economici (ma con più di successo che da noi) ma il tasso di disoccupazione resta alto, il prezzo della benzina sale e non sono mancati gli scioperi.
Varsavia si è presentata all’appuntamento con la storia colorata e festante con cerimonie ufficiali e concerti prolungati fino a tardi, suggestive lanterne lasciate salire in cielo e fuochi d’artificio; solo la pioggia ha provato a disturbare la festa, ma senza troppo successo. A serpeggiare tra i grattacieli che spuntano come funghi e i cantieri aperti un po’ dappertutto è l’entusiasmo dei cittadini di questa parte d’Europa, così palpabile al punto da stridere e mettere quasi in allerta, se paragonato alla disaffezione con la quale più a sud guardiamo ormai agli appuntamenti della politica europea, che non riguardino esclusivamente i conti pubblici e l’inflazione.
I Polacchi si sentono invece al centro dell’Europa: se il loro paese è cruciale per capire le tragedie del secolo appena trascorso e la storia europea, adesso la Polonia vuole giocare da protagonista il suo ruolo strategico tra Est ed Ovest, tra Vecchia e Nuova Europa.
Per ironia della sorte o per un’intelligente operazione di marketing (dipende dai punti di vista), da qualche anno ci si è messo pure il tanto osteggiato “idraulico polacco”, quello che avrebbe dovuto “rubare” il lavoro ai colleghi europei con i salari più alti (italiani, spagnoli e soprattutto francesi), ma che fine ha fatto? E’ rimasto felicemente a casa, dove ha avuto una brillante carriera da testimonial dell’ente nazionale per il turismo, invitando dai manifesti pubblicitari a visitare il suo paese: “Io resto in Polonia, venite numerosi!”.
Al bello ed aitante idraulico polacco segue oggi l’immagine più politicamente corretta dei bambini polacchi mentre, per far fronte ai numerosi cantieri aperti, la Polonia ha dovuto importare manodopera straniera e continua tuttora a farlo.
La tappa successiva della scalata all’Europa saranno i prossimi Europei di calcio del 2012 che si giocheranno in Polonia ed Ucraina, sede preferita al momento della scelta proprio all’Italia. Sicuramente ci rifaremo sul campo di gioco, ma da noi questi sono tempi duri anche per scommettere sul calcio.
Approfondimenti:
Festa per la Presidenza polacca dell’UE (fuochi d’artificio al termine del concerto “Qui Varsavia”, ripresi da un telefonino):
http://www.youtube.com/watch?v=o9KuYR81-nw
Sito ufficiale della Presidenza polacca dell’UE:?
http://pl2011.eu/en
Sito ufficiale dell’ente nazionale polacco per il turismo:
http://www.polonia.travel/it