“Romy Campe geht nach New York” – Romy Campe è in viaggio per New York. Queste le  parole sulla brochure del vernissage organizzato in occasione della prima personale dell’artista nella “grande mela”, Venerdì 13 Maggio 2011 a Berlin-Schöneberg.
La serata ha inaugurato un’esposizione dall’eloquente titolo “Berlin-New York”, che si è svolta dal 14 al 30 maggio al “salon”, KUNSTLEBEN BERLIN  – Hauptstraße 31, 10827 Berlin – e che ha non solo celebrato il nuovo, ma mostrato un intero spaccato della notevole esperienza della pittrice berlinese, nonostante l’ancor giovane età.
La capitale tedesca della creatività – una delle più convenienti quanto a costo della vita, per questo così allettante per artisti o per chi si occupa di cultura o di arte – presenta tuttavia notevoli difficoltà, soprattutto nell’affrontare le spese di tali attività.
Dopo esperienze sia come pittrice che come gallerista tra Bochum, Koblenz e Hannover, Romy Campe giunge a Berlino – dove è nata – nel 2006. Tra gli anni di formazione e quelli da professionista, giunge alla conclusione che le scelte da fare per la nuova avventura berlinese dovevano essere necessariamente diverse da quella fatte precedentemente.
Soprattutto l’esperienza di gallerista la porta a pensare di dover mettere insieme qualcosa di innovativo rispetto alle tradizionali gallerie e fiere d’arte che si abitua a dover frequentare, ma che in reltà non apprezza per ciò sono, puro e semplice marketing, attività fredda e per lei poco stimolate in quanto artista, e rifiuta così di vendere arte come si farebbe con oggetti di produzione di massa. Sceglie così la carriera d’artista più che quella di gallerista. Lascia tutto per tornare alla città natale.
Insieme al partner “MASCH”, intraprende una nuova avventura rinnovando un appartamento in una delle strade principali del distretto berlinese di Schöneberg, la Hauptstraße: 200 m2 in un vecchio palazzo molto chic che nella idea originale, nasce come “atelier” per promuovere l’attività esclusiva dei due artisti. Come molte grandi capitali europee, Parigi o Roma, Praga, per l’est Europa, la stessa Berlino è città dalle mille possibilità e idee riguardo alla cultura: risente tuttavia di un limitato supporto economico di settore e una concorrenza altissima e ben preparata.
Le gallerie della città sono oltre ottocento, se ne aprono e chiudono continuamente, solo alcune hanno un’attività continuativa, molte sono ultra specializzate e promuovono solo determinati tipi di produzioni per clienti selezionati.

Romy Campe: “Chi arriva qui senza qualcosa di concreto trova necessariamente delle difficoltà.  Aprire una galleria tradizionale senza conoscere bene la città, avere dei potenziali clienti o contatti con l’orizzonte culturale e politico è un vero e proprio salto nel buio. Decisi di fare un passo alla volta. Ho cercato un primo contatto con altri artisti e professionisti della città, ho pensato di usare la mia esperienza per creare uno spazio in cui muovermi e sviluppare la mia creatività. Da subito mi sono messa a riflettere sul fatto che le gallerie lavorano quasi esclusivamente col prodotto che valorizzano tendendo molto a specializzarsi, mentre mi accorsi che la ricerca di nuovi contatti in città mi portava a conoscere non solo il pittore o lo scultore, ma anche lo scrittore, il musicista, il ballerino o l’attore e capii che la monotonia e la specializzazione estrema di molte gallerie “tradizionali” è proprio ciò che le rende non solo noiose, ma anche estremamente a rischio di fallimento, soprattutto nei primi tempi. Il mio atelier doveva diventare qualcosa di diverso, volevo riuscire a promuovere la mia arte attraverso altre arti. La buona idea è nata direttamente dalle persone che ospitavo, noi le abbiamo solo dato un poco di ordine, lavorando sui punti che  nella tradizionale attività di una galleria a lungo andare annoiano perfino gli artisti e i critici: qualcosa di nuovo è nato dopo questa riflessione.
Le immagini in esposizione non mancano mai e anche durante un concerto Jazz, o la promozione del nuovo libro di uno scrittore, o ancora durante la performance di una compagnia di attori, la possibile discussione su un dipinto alla parete manda avanti l’attività e la promozione di un artista, ma il tutto avviene con un buon bicchiere di vino e diventando un vero e proprio centro di promozione artistica a tutto tondo”.

La promozione di una professione in modo veloce e a basso costo avviene al giorno d’oggi sempre più attraverso l’uso dei social network, che da semplice mezzo di comunicazione per la vita privata, sono divenuti nel tempo metodo di promozione professionale fondamentale per farsi conoscere nella rete e sul mercato di competenza.
Romy Campe: “Dunque anche qui è tutto nato dalla ricerca di nuovi contatti creativi. Attraverso internet mi sono ritrovata ad avere una rete di oltre 6000 contatti in brevissimo tempo, potenzialmente tutti alla ricerca di opportunità e idee per valorizzare ciò che sanno fare. Ho iniziato con il social network professionale XING e subito dopo mi sono iscritta a Facebook. È tutt’ora qualcosa di relativamente nuovo per me, oltre a questo abbiamo naturalmente le pagine di un nostro sito internet”.

I SOCIAL NETWORKS. Una buona parte quindi dell’attività si svolge per così dire in rete, attraverso la comunicazione con una gran numero di individui – professionisti e appassionati d’arte – che costituiscono il riferimento principale di KUNSTLEBEN BERLIN. Dove portano concretamente tutti questi contatti è presto detto: attraverso le pubbliche relazioni nascono idee, progetti e con un pizzico di favore del destino, aiutano a realizzare i sogni più ambiziosi.
Romy Campe: “I Social Networks diverranno sempre più importanti. Trovo che chi si occupa di cultura fino ad ora non abbia davvero capito o sfruttato a pieno le loro potenzialità come fanno altri settori, ad ogni modo sono sempre di più gli artisti e galleristi on line. La stessa nuova esposizione che terrò in una galleria molto ben avviata di West Manhattan, la “SKYLIGHT GALLERY”, 538 West 29th Street, NY 10001 che è il motivo principale della breve espozizione qui a Berlino, è la tipica storia da “social media”. Il primo contatto è stato mediato da una altro artista tedesco con cui circa cinque anni fa avevo partecipato ad una collettiva on-line, dopo di allora, non avevamo scambiato più di qualche frase via Facebook. Quando i galleristi americani alla ricerca di artisti tedeschi da lanciare negli States hanno visto le mie opere on line consigliati da lui, sono rimasti così colpiti che hanno deciso di darmi la possibilità di far stabilmente parte del loro staff di artisti. Ben quattro di quei dipinti non torneranno più indietro perchè già venduti, uno di questi vola addirittura in Messico!”.

Romy è artista che lavora in modo tradizionale, pennello, colori a olio su tele di lino anche di grandi dimensioni, rielaborando l’arte del passato per farne un mezzo d’espressione moderna e attuale: sa comunicare la carica emotiva dell’espressionismo, il movimento del futurismo, le stravanganze del surrealismo e al contempo attingere dai classici -uno su tutti Goya-, partendo tuttavia da un punto di vista molto personale.
Augenblicke” – il tema del gruppo di lavori presentati -, gioca tra il significato della parola tedesca “momenti”, e il tema principale dello studio, incentrato su visi e sguardi in connessione con la loro emozionalità d’anima: “Augen” in tedesco significa occhi, “Blick” è la parola per sguardo, vista.
Romy Campe: “Attraverso gli occhi inizia lo sguardo all’interiorità di ogni individuo, sono lo spechio dell’anima”.
La felice intuizione di aprire un atelier per farne un luogo di confronto e di esibizione, sfruttando le qualità intrinseche alla città ha permesso dunque agli artisti Romy Campe/ MASCH di superare le difficoltà iniziali e di continuare a promuovere arte e spettacoli a tutto tondo.
La ricerca di contatti mirati ha portato, specie nell’ultimo anno ad un effetto domino che ha permesso una programmazione più a lungo termine e il coinvolgimento di un’ulteriore figura professionale che permetta di svolgere al meglio la mole di lavoro in aumento, la “Kultur Managerin” Mechthild Alpers.
Gli artisti che richiedono di esibirsi o poter essere ospitati al “salon” è in aumento e questo rende naturalmente più complicato mantenere la direzione scelta in origine da Romy, quella di essere esclusivamente artista. Fermo restando che il cuore pulsante dell’attività restano Berlino e la Germania, le nuove tecnologie intensificheranno i contatti con sempre nuovi mercati: Stati Uniti, Messico, Italia i prossimi obiettivi.
Se accompagnata dal giusto apporto di creatività, praticità, ma soprattuto tanta passione e voglia di fare, come spesso succede l’arte non conosce confini e parla un solo, unico linguaggio, quello delle emozioni.

Approfondimenti:
www.kunstleben-berlin.de/