S’intitola “Autoritratto dell’Immondizia” l’ultimo libro di Lorenzo Pinna e parla, molto prosaicamente, di “monnezza” e di come la sua gestione o non-gestione possa definirsi lo specchio della modernità. L’autore tenta di sviluppare una sorta di cronostoria che stabilisca un parallelismo tra i cambiamenti della società e il modo in cui l’immondizia viene trattata.
Prendendo in rassegna alcuni dei casi più emblematici nella storia della gestione dei rifiuti e affini, come la cloaca massima e i sotterranei di Londra e Parigi si arriva all’attualissimo caso delle discariche napoletane. In questo senso, l’autore non dice nulla di nuovo quando si riferisce alle centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi “battenti bandiera nord Italia” sversati in Campania durante gli anni ’80, per mano di quelli che un illuminante rapporto di Legambiente del 1994 definì pseudo-imprenditori, logge massoniche e criminalità organizzata, con l’avvallo di politici corrotti. Un documento raccapricciante che descrive lo scenario di una vera e propria holding con ramificazioni in ogni centro di potere che raggiunse l’apice dell’indecenza con lo spargimento sui terreni agricoli delle sopra citate sostanze tossiche affinché fungessero da concime. Fatta eccezione per alcune opinabili considerazioni sulla liceità dell’utilizzo dell’energia nucleare, il saggio racconta in modo chiaro come la consapevolezza scientifica, culturale e sociale abbia portato a una più oculata gestione dei rifiuti avanzando, tuttavia, alcune considerazioni sul paradossale e contradditorio sistema del bel paese. In questo senso, Pinna illustra lo stato dell’arte in Italia, descrivendo un quadro di luci e ombre che rende complesso l’adeguamento alle direttive europee.
L’ultimo capitolo stigmatizza le modalità di crescita industriale di alcuni paesi emergenti dove lo sviluppo economico sta portando a una colossale migrazione dalle campagne alle città secondo dinamiche totalmente fuori controllo che si traducono nella crescita smisurata di baraccopoli. Secondo l’autore, lo scenario che si presenterà in futuro, osservando l’urbanistica delle grandi megalopoli, non sarà altro che una distesa sterminata di slums. Si tratta dunque di una regressione a quelle “città pestilenziali” che avevano caratterizzato i primi agglomerati urbani con tassi di mortalità drammaticamente alti e condizioni di vita ben oltre i limiti della sopportazione e sopravvivenza umana.

Autoritratto dell’Immondizia
Come la civiltà è stata condizionata dai rifiuti
Lorenzo Pinna
Bollati Boringhieri,  € 16,00
ISBN 978-88-339-2174-7