Il biennio 2010/2011 è per la capitale un periodo di grande fermento artistico contemporaneo, iniziato con l’apertura del MAXXI, per continuare con l’inaugurazione della nuova ala del MACRO di via Nizza, e l’introduzione di Reload, prototipo di intervento culturale urbanistico già diffuso in tutta Europa.
Questa nuova spinta si ripercuote anche al di fuori dei maggiori circuiti istituzionali e privati, fino a raggiungere quella periferia più popolare, là dove si incontrano persone da ogni parte del mondo e dove il rumore del traffico fa da padrone: la via Casilina. Con ambizioni più modeste si è aperto ufficialmente lo scorso marzo, al civico 675, un nuovo spazio per l’arte contemporanea emergente, da un’idea di Alessio Brugnoli, direttore artistico, supportata dal VI Municipio, nelle persone di Massimo Lucà e Gianluca Santili.
Il CLAC (Centro Labicano Arte Contemporanea) sorge all’interno del parco di Villa de Sanctis, in uno spazio ora di proprietà municipale, che fu prima un ristorante, poi centro sportivo abusivo, e recuperato nel 1994 in seguito ad un’articolata vicenda giudiziaria. Al suo fianco, i dimenticati ruderi del Mausoleo di Elena, madre dell’Imperatore Costantino – meglio noto come Tor Pignattara – e le catacombe dei SS. Marcellino e Pietro, per grandezza le terze di Roma. Il progetto ha preso il via a dicembre 2010, e si è sviluppato nello stesso territorio municipale del quartiere Pigneto, del Circolo degli Artisti, delle gallerie Wunderkammern, 26 cc e Whitecubealpigneto. Lo scopo del progetto è quello di creare una vera e propria officina creativa, aperta a titolo gratuito da una parte ai giovani artisti, e dall’altra agli spazi espositivi già esistenti che sono alla ricerca di nuovi talenti; “un punto di incontro tra le varie iniziative dell’area che non si sostituisce alla gallerie, ma che si integra con queste.” Prosegue Alessio Brugnoli, “un’area di dialogo attenta a quanto si sta costruendo nel VI Municipio in termini d’arte, valorizzando le esperienze locali e permettendo la loro contaminazione”.
La partenza è stata senza dubbio positiva: buona ripercussione tra artisti, stampa locale e riviste di settore; conferenza stampa alla presenza dell’Assessore Massimo Lucà; tra le opere esposte alla prima esposizione “Il Viandante e la Sua Ombra” (25 marzo – 15 aprile), si possono riconoscere alcuni artisti interessanti – Ignazio Fresu, ad esempio; l’apertura verso le esperienze video e performative attraverso la collaborazione con Sguardi Sonori. In calendario oltre alle esposizioni, laboratori didattici, presentazioni di libri e seminari.
Ma dopo il gran lavoro del debutto, e i primi festeggiamenti, già dai primi giorni della mostra son partite le difficoltà. Andiamo con ordine.
I buoni propositi sono molti, ma all’atto pratico innumerevoli si presentano le difficoltà nella fase di lancio della nuova struttura, che si trova a dover giostrare l’organizzazione tra gli scarsi finanziamenti istituzionali e un discontinuo apparato comunicativo, inesistente dal lato istituzionale, a tal punto che alcuni artisti hanno deciso di declinare la propria presenza la stessa sera dell’opening della prima esposizione.
Non esiste ancora un sito internet, e anche in loco non ci sono segnalazioni all’ingresso dello spazio.
Altro punto dolente è quello allestitivo, dovuto all’assenza di un adeguato sistema di illuminazione e all’impossibilità di intervenire sulle pareti per appendere le opere, giustificata da vincoli storici e ambientali dell’edificio. Tutto ciò ha costretto ad un pesante allestimento fatto di pannelli mobili ingombranti e instabili, che invadono e chiudono le ampie sale espositive della villa, aperte verso lo spazio verde circostante.
Non passa in secondo piano, infine, la questione burocratica e delle procedure amministrative: “La richiesta e l’approvazione degli eventi è macchinosa e soggetta a cavilli che spesso sfuggono”.
I diversi impedimenti e avvenimenti hanno nascosto un pò la mission di partenza del CLAC, al cui interno però le menti continuano ad operare Dove è finito il CLAC? Speriamo di ritrovarlo il prossimo autunno in una veste migliore, e con lo stesso entusiasmo e coraggio che ne ha mosso l’avvio.