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A marzo di quest’anno una grande protesta nata contro i tagli alla cultura, decisi dal governo italiano, stava dando vita alle Giornate Nazionali per la Cultura e lo Spettacolo, con serrate di teatri, sit-in ed eventi culturali in tutta Italia. Tutto fu annullato in gran fretta alla buona notizia di un provvedimento del governo che stanziava nuovi fondi. Il settore della cultura è sempre il più esposto durante le crisi economiche e finanziarie. Il mese scorso in Olanda oltre 200 milioni di euro di tagli al settore culturale hanno acceso una protesta veemente da parte degli artisti olandesi. Iniziata con l’occupazione del Museo Boijmans van Beuningen di Rotterdam e conclusasi con una lunga marcia fino al palazzo del Parlamento, dove in molti hanno fatto irruzione. Ma la polemica non si è fermata qui.
In questo scenario di crisi, un artista olandese decide di dare forma alle proprie idee e progetta un modo per assicurare al mondo dell’arte una propria autonomia finanziaria dallo stato: “artisti e istituzioni dovranno chiedere maggiormente dai propri clienti e cominciare ad usare fonti alternative di entrata e modelli di guadagno”. E’ sempre il pubblico infatti a determinare il successo di ogni artista e quindi anche il suo rendimento economico, così spiega sul suo blog intitolato in modo suggestivo “Art as Money” (Arte come Denaro).
Daniel Rozenberg, in arte Dadara, espone la sua prima grande opera nel 1999 in una piazza di Amsterdam: la statua della non-libertà, un uomo grigio, “the greyman”, vestito in giacca e cravatta con in mano la ventiquattr’ore, simbolo di una vita fatta di regole, tante regole. Con la “Art as Money” porta avanti questa sua critica nei confronti della società attuale, in cui il denaro vuole avere un ruolo essenziale. In che modo il denaro e l’arte si influenzano realmente? In modo remunerativo l’arte può usare le banconote come oggetto artistico, e i soldi possono fruttare ancora più soldi mediante le opere d’arte. Ma possono sorgere anche dei conflitti e gli artisti vedere minacciati in un attimo sogni e guadagno a causa di crisi finanziarie.
Per sensibilizzare il pubblico di Europa e Stati Uniti e per sperimentare mediante le proprie opere le connessioni reali ed immaginifiche tra arte e denaro, Dadara da avvio a due grandi progetti: “Exchanghibition Bank” e “Pool of Plenty”, con un unico obiettivo, ossia dimostrare la capacità dell’arte di sostituirsi al denaro. Contrario ai valori della Pop Art, in cui l’arte si mette al servizio delle logiche di mercato, adotta gli ideali di “economia di regalo” in cui al centro è posto il bisogno e non più lo scambio.
Con la Exchanghibition Bank parte del progetto è già realtà. In diverse manifestazioni sportelli bancari appositamente creati per effettuare il cambio tra banconote vere e “banconote di fantasia”, ideate dall’artista, hanno trasformato l’opera d’arte in denaro e viceversa, grazie alla collaborazione di uomini e donne che hanno deciso di investire letteralmente il proprio denaro nei progetti del giovane Dadara. Con pochi dollari e molta soddisfazione sono diventati possessori di “un Milione” o di “un Infinito”, le originali valute ideate dall’artista. La denominazione e il valore reale di ogni banconota volutamente non coincidono: la banconota “zero” ad esempio vale ben 5 dollari, molto più che un valore nullo, ma c’è da dire che, come riportato su un lato, è anche “bellissima”. Il cliente viene così posto inconsapevolmente in un dilemma: “sta acquistando un’opera d’arte che è un manufatto intriso di bellezza e spiritualità o sta semplicemente compiendo un investimento”? Il secondo allestimento lo metterà davanti a una scelta più difficile: riuscirà a resistere alla tentazione di tuffarsi nella “Piscina dell’Abbondanza”, una vera e propria piscina piena di soldi? Non appena i finanziamenti dei clienti saranno sufficienti, questa installazione darà la possibilità ai visitatori di esser parte di un’opera d’arte e di soddisfare un sogno da bambini (ma anche da adulti): come Paperon de’Paperoni della Disney nuotare in un mare di banconote, opere della fantasia di Dadara