Si preannuncia un settembre nero per il settore dell’editoria in Italia: l’entrata in vigore della legge Levi, prevista per giovedì 1° settembre, e il caro-libri che impazza a pochi giorni dalla riapertura degli istituti scolastici, pone infatti il comparto nell’occhio del ciclone con polemiche e diatribe di difficile risoluzione.
La nuova legge bipartisan sui libri, proposta dal senatore PD Riccardo Levi e da Franco Asciutti del PDL, non consentirà infatti  alle librerie di applicare sconti superiori al 15% sul prezzo di copertina imposto dagli editori. Le promozioni potranno essere attuate solo in occasione di fiere o saloni, oppure previste per un periodo massimo di un mese (con uno sconto non superiore al 25%) e non reiterabili durante l’arco dell’anno. Il tutto ad eccezione del periodo natalizio, quando ogni libreria sarà tenuta a rispettare il prezzo di copertina e ad assicurare pari trattamento ai diversi titoli proposti negli scaffali.
La norma, già ribattezzata “anti-Amazon” ha l’obiettivo di “contribuire allo sviluppo del settore librario, al sostegno della creatività letteraria, alla promozione del libro e della lettura, alla diffusione della cultura e alla tutela del pluralismo dell’informazione” ma di fatto, cercando di ordinare una disciplina da anni trascurata, pone una serie di interrogativi dai quali sarà ostico ottenere risposta, tipo: perché tenere fuori dalla legge il settore dell’editoria scolastica? E perché equiparare in tutto e per tutto il cartaceo al digitale danneggiando così lo sviluppo degli e-book il cui commercio in Italia è ancora alla fase primordiale? Riuscirà davvero una legge proibizionista ad evitare la creazione di cartelli con un conseguente rialzo inaspettato dei prezzi di copertina?
Nel frattempo proprio il colosso americano Amazon è corso ai ripari, proponendo per il mercato italiano, fino al 31 agosto, centinaia di migliaia di titoli scontati oltre il 50%, ultima occasione per beneficiare degli ormai proibiti sconti selvaggi.
E se le associazioni degli editori, seguiti dai piccoli librai, plaudono alla legge che mira a ridurre la concorrenza, le associazioni dei consumatori vedono nel limite allo sconto anche un limite di accesso alla cultura che impone alla popolazione una spesa maggiore per un bene già in forte crisi e al quale gli italiani potrebbero in seguito cominciare a rinunciare.
Altra spinosa questione a mettere in allerta le associazioni a difesa dei consumatori è quella relativa al caro-libri che ogni anno si affaccia imperturbabile a fine estate. Le prime polemiche si erano già ravvisate dopo la pubblicazione ufficiale dei tetti di spesa da parte del Ministero dell’Istruzione, incrementati quest’anno di circa il 3% rispetto al 2009-2010: nonostante ciò, le stime di Adoc e Codacons affermano che circa 1 istituto su 2 ha sforato i tetti massimi di spesa inserendo inoltre nella sezione “testi consigliati” dei volumi in realtà obbligatori.
Il Ministro Gelmini non ha esitato ad intervenire sulla vicenda, assicurando controlli più rigidi e penalizzando le scuole non attenutesi ai limiti di spesa prefissati. Restano comunque lontani i risparmi aspirati con la legge 133 del 2008 (che introduceva l’apprendimento con supporti digitali), in quanto pochissimi istituti sono stati in grado di fornire agli studenti gli strumenti necessari  per la fruizione dei testi digitali.
Fioccano dunque, per contrastare l’impennata della spesa, le iniziative volte al risparmio: oltre ai classici mercatini dell’usato che favoriscono soprattutto lo scambio senza intermediari e tra studenti vis-a-vis e per i quali è prevista una giornata dedicata il 3 settembre, è possibile inoltre prenotare i libri scolastici nei grandi supermercati (Conad, Sma e Coop propongono sconti fino al 15%). Il Codacons ha inoltre attivato un sito internet, http://www.codacons.net/librigratis/ in cui è possibile scambiare testi scolastici, mentre l’associazione Anp (Associazione Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola) si è detta favorevole alla creazione di una “banca del libro” all’interno di ogni scuola in cui è possibile ricevere in prestito i testi adottati per tutto l’anno scolastico a patto che si riconsegnino in ottime condizioni alla fine del ciclo di studi.
Iniziativa innovativa è invece quella portata avanti una ventina di scuole in tutta Italia: si tratta del “book in progress”,  un progetto che vede i docenti impegnati nella redazione di dispense alternative ai libri di testo, personalizzate e modificabili in base al programma, che consentono di decurtare fino al 100% la spesa per i libri fornendo allo stesso tempo un servizio di valore, reiterabile nel tempo e in altre scuole d’Italia.
Difendere il libro dai colpi sferrati da più parti alla sua accessibilità sembra ormai una guerra combattuta con le armi della creatività e dell’ingegno. E se a salvare il caro, vecchio libro fossero proprio le nuove tecnologie, da anni additate come sue spietate nemiche?