Mai come negli ultimi tempi la cultura è stata posta al centro delle riflessioni sul futuro del territorio, della qualità della vita, della sostenibilità economica e ambientale e, in generale, del benessere sociale.
Sulla scia di questa tendenza giovedì 22 settembre a Lugano, su invito di LAC- Lugano Arte e Cultura e di SwissFoundations-Associazione delle fondazioni donatrici svizzere, si sono riuniti esperti ed addetti ai lavori per confrontarsi sul tema della collaborazione fra istituzioni culturali e mondo filantropico.
Leitmotiv dell’incontro, i cambiamenti che hanno attraversato gli ultimi vent’anni, in Italia come in Europa, e che di recente hanno determinato una crisi di valori  e  finanziaria, imponendo così ai decisori politici, agli imprenditori e agli operatori non profit di ripensare i tradizionali modelli d’azione.
Una riconsiderazione a cui durante il simposio luganese ci si è approcciati propositivamente, considerandola una sfida e un’opportunità per lo sviluppo di partenariati e collaborazioni nell’intento di un’efficace risposta alle nascenti esigenze dei richiedenti, specialmente in tema di fiscalità, di normative legali e di pianificazione delle collaborazioni.
Infatti, se la cultura è il filo conduttore per comprendere i cambiamenti della società, le fondazioni sono lo strumento privilegiato di cui servirsi per la promozione e la produzione della stessa, e la chiara conferma di questa considerazione ci è data dalla Svizzera, dove nel 2010 alla ripresa economica è seguita quella della cultura filantropica, e il logico sviluppo delle fondazioni di pubblica utilità.

Il Rapporto sulle Fondazioni Svizzere 2011, presentato per l’occasione in lingua italiana da SwissFoundations – Associazione delle fondazioni donatrici svizzere –, può costituire un utile spunto di riflessione per rivedere il ruolo delle fondazioni in Italia, soprattutto alla luce dello scenario di crisi in cui si trovano attualmente le fondazioni bancarie, le più attive da noi per il finanziamento privato della cultura. Il Report ha cadenza annuale, nasce dalla collaborazione tra il Centre for philantrophy Studies (CEPS) dell’Università di Basilea, il Center for Foundation Law dell’Università di Zurigo e l’Associazione SwissFoundations, e documenta dettagliatamente cifre, fatti e tendenze attuali della situazione delle fondazioni in Svizzera, concretizzando quella banca dati che osserva e documenta con regolarità le trasformazioni in atto di cui tanto avremmo bisogno in Italia.
Dalla lettura del Rapporto emerge l’intento della Svizzera di aumentare la propria attrattività come sede ideale per le fondazioni in Europa, obiettivo del resto implicitamente o esplicitamente dichiarato in numerose recenti iniziative legislative, dalla riforma dell’imposta sul valore aggiunto alla riorganizzazione della vigilanza cantonale sulle fondazioni.
Una coscienza privata per il sociale che in Italia fatica ad affermarsi, e che viceversa ha portato in Svizzera ad una maggiore flessibilità nell’adozione di forme giuridiche per il settore non profit, dando forma a concetti di cui da tempo si sente parlare, a che in realtà non ritroviamo completi nella dimensione pratica: social business, venture philantrophy, filantropia strategica, richiamando concetti di economia, ecologia e responsabilità sociale a cui difficilmente si è in grado di dare una definizione accurata.
L’idea che la collaborazione tra fondazioni, a livello nazionale e internazionale, si imponga come elemento imprescindibile per l’ottimizzazione  dell’impatto sociale delle iniziative, sta guadagnando sempre più terreno nei cantoni svizzeri, incentivata e fortificata dall’esistenza di associazioni di fondazioni del calibro della SwissFoundations e della proFonds, che svolgono un ruolo di piattaforma e favoriscono la nascita di network tra fondazioni che vogliono rendersi sempre più operative e funzionali ai bisogni del sociale.
Riprendendo da dove avevamo iniziato, dalla necessità di reinventarsi, e dalla sfida e dall’opportunità che ne derivano, il mondo filantropico che vuole rimettersi in gioco ha molto da imparare dalle vicine esperienze, e l’incontro ticinese è stato senz’altro un input per ridestare il Terzo Settore italiano dal torpore e spingerlo all’azione propositiva.

Approfondimenti:
Ripensare il ruolo delle fondazioni bancarie nel nuovo scenario di crisi: cinque riflessioni di Elisa Bortoluzzi Dubach