Che la moneta unica si stia svalutando giorno dopo giorno non è una novità: e se tra azioni, spread Bot e BtP il declino è inarrestabile, è arrivato il momento di investire sulle BdT.
Non si tratta di buoni pluriennali, né di quote partecipate bensì delle Banche del Tempo, realtà associative attive da circa venti anni e sempre più presenti sul territorio nazionale con sedi fisiche e spazi virtuali che raccolgono centinaia di soci.
La Banca del Tempo funziona infatti come un vero e proprio istituto bancario con la sola differenza che a circolare non è la moneta sonante bensì assegni di tempo, il cui valore è espresso in ORE.  Ci si reca dunque nello sportello più vicino a casa propria, si chiede di essere ammessi proponendo del tempo da dedicare agli altri, si legge il regolamento e a quel punto si riceve un conto corrente e un libretto degli assegni. Da qui, tutti i passi successivi ignorano le vigenti regole del mercato e si costruiscono sulla base del rapporto crediti/debiti: ad ogni ora di tempo ricevuta da un socio, corrisponde un’ora che si dovrà dedicare al resto della comunità.
Visite guidate, tour culturali, corsi di lingua, di pittura, di ricamo, lezioni sportive, gite di gruppo, piccoli lavori domestici, disbrigo di pratiche amministrative…tutto può rientrare nelle innumerevoli attività proposte dalla Banca. L’unica condizione è che il denaro non entri mai nei processi se non sotto forma di rimborso spese per eventuali viaggi o per materiali utili ai fini dell’apprendimento impartito durante l’ora di scambio.
Non si maturano interessi, certo, ma nemmeno si pagano penali se si dovesse andare in rosso: l’unico vincolo rimane quello del pareggio di bilancio, per cui se un socio è recidivo nel ricevere più di quanto dà, la segreteria centrale invia un richiamo che, se inascoltato, può portare all’espulsione dalla Banca.
A differenza dei LETS britannici (Local Exchange Trading Systems) le italianissime BdT non valutano economicamente le prestazioni offerte che prescindono da ogni tipo di misurazione se non temporale: un’ora di lezione di pianoforte, quindi, vale esattamente quanto un’ora di baby o di dog sitting.
Nate dall’idea di un gruppo di donne emiliane che vedevano nel tempo una risorsa da spendere con lungimiranza, le banche del tempo vedono gli albori negli anni ’90: l’idea è quella di riproporre, in maniera moderna e più organizzata, i classici rapporti di buon vicinato in cui ognuno si dava da fare per aiutare il prossimo, contando a sua volta di poter beneficiare di eventuali favori.
Ed è proprio da questo presupposto che la legge n. 53 dell’8 marzo del 2000 all’interno delle “Disposizioni per il sostegno della maternità e della paternità e per il coordinamento dei tempi delle città” cita per la prima volta, all’art. 27, le banche del tempo: “per favorire lo scambio di servizi di vicinato, per facilitare l’utilizzo dei servizi della città e il rapporto con le pubbliche amministrazioni, per favorire l’estensione della solidarietà nelle comunità locali e per incentivare le iniziative di singoli o di gruppi di cittadini, associazioni, organizzazioni ed enti che intendano scambiare parte del proprio tempo per impegni di reciproca solidarietà e interesse, gli enti locali possono sostenere e promuovere la costituzione di associazioni denominate ‘banche del tempo’”.
Oltre a gruppi di cittadini spontanei e associazioni culturali, infatti, anche gli stessi Comuni possono prevedere al loro interno una Banca del Tempo: la regolamentazione prevede, anche in questo caso, che Comune e Banca sottoscrivano un accordo nel quale sia prevista la restituzione (sotto forma di tempo, ovviamente) del sostegno che la banca riceve in servizi.
Ad oggi in Italia, sono 165 le banche attive con Coordinamenti regionali che ne supervisionano le attività e un Osservatorio Centrale (TempoMat) che le censisce favorendone la moltiplicazione.
E se da alcuni vengono additate come istituzioni curiose da prendere poco sul serio, ci si sbaglia di grosso: la solidarietà e l’uguaglianza, fondamenti costitutivi delle banche del tempo, sono infatti prerogative importanti in tempi non fiorenti a livello economico. Chi lavora ed ha poco tempo può trarre vantaggio da associazioni di questo tipo, impegnando le sue conoscenze anche per una sola ora serale a servizio del prossimo. Chi invece il lavoro non riesce a trovarlo, potrà comunque far parte di una comunità attiva e potenziare competenze investendo del Tempo. A questo punto prezioso.