Sarebbe stata davvero un’occasione sprecata non visitare ed allo stesso tempo non esplorare il Padiglione della Serpentine Gallery di Londra, nell’ultima settimana prima della sua chiusura definitiva che avverrà domenica 16 ottobre 2011.
Ubicato al centro della capitale britannica nella magnifica cornice dei giardini di Kensington, nella parte antistante la vera e propria galleria, questa autentica opera d’ingegno architettonico offre l’occasione di sperimentare il lavoro del noto e pluripremiato architetto svizzero Peter Zumthor. Il suo interessante progetto, inaugurato lo scorso primo luglio, fa parte della celebre manifestazione artistica che la Serpentine Gallery promuove ogni anno nel periodo compreso tra luglio ed ottobre e che è ormai giunta alla sua undicesima edizione.
La rassegna, ideata nel 2000 dalla direttrice della galleria Julia Peyton-Jones, e primo ed unico progetto al mondo di questo genere, propone la realizzazione di un’opera architettonica temporanea da parte di un architetto o designer di fama internazionale il quale però, nel momento in cui riceve l’invito ad eseguire l’opera, non deve aver ancora realizzato o ultimato una sua opera nel Regno Unito.
Il nuovo padiglione firmato da Zumthor rappresenta quindi la sua prima creazione nel panorama britannico, preceduto in questa importante e coinvolgente prova da architetti e designers del calibro di Zaha Hadid nel 2000, Olafur Eliasson e Kjetil Thorsen nel 2007 e Jean Nouvel nel 2010, solo per citarne alcuni.
L’architetto svizzero, vincitore nel 2009 del premio Pritzker per l’architettura e menzione d’onore all’ultima Biennale di Architettura di Venezia, ha scelto come tema per la sua opera quello dal sapore medievale dell’hortus conclusus. Proprio come nei giardini solitamente di piccole dimensioni e circondati da alte mura che facevano parte di monasteri e conventi medievali, infatti, l’edificio creato da Zumthor vuole ricreare uno spazio estraneo al caotico e alquanto inquinato ambiente circostante della città, in cui ogni visitatore ha la possibilità di trascorrere un tranquillo momento di quiete e riflessione, indugiando tra piante e fiori o semplicemente sedendosi e riposandosi. La struttura, che tra l’altro si serve delle installazioni illuminotecniche dell’italiano Mario Nanni, contiene al suo interno un giardino, appositamente creato dal designer olandese Piet Oudolf, il quale si presenta al centro della struttura come indiscusso protagonista dell’opera stessa.
L’originale edificio è caratterizzato da aspetti alquanto contrastanti tra loro, il buio e l’ombra e la luce e l’aria. Esternamente, infatti, è contraddistinto da ampie pareti di composizione semplice e di taglio misurato, caratterizzate dal colore nero, che lo rendono simile ad un grande involucro. Attraverso varie aperture, tuttavia, il visitatore è condotto – quasi come in un rito di passaggio, attraversando due mondi contrapposti – mediante un corridoio che percorre tutto il perimetro della struttura, al cuore dell’edificio, un ambiente aperto al cielo e che appare astratto e spirituale, dominato dalla luce e dalla natura e libero da rumori e da qualsiasi elemento di disturbo, nel quale le pareti nere fanno da sfondo al giardino. L’intento di Zumthor è quello di creare un ambiente edenico nel quale la gente comune scopre e ritrova un contatto con la natura, enfatizzandone le sensazioni che quest’ultima produce unitamente alle emozioni create dallo speciale ambiente architettonico che crea un’esperienza multisensoriale.  
L’ambiziosa manifestazione di sperimentazione architettonica presenta due punti di estrema rilevanza: da una parte i visitatori possono ammirare gratuitamente dal vivo l’opera di un famoso architetto contemporaneo nella sua concreta realizzazione ed in tutte le sue parti, e non mediante la tradizionale esposizione di fotografie, modelli, disegni;  dall’altra, viene offerta alla cittadinanza ed al più ampio pubblico la rara possibilità di beneficiare di quest’opera come uno spazio pubblico pensato proprio per il cittadino nella sua dimensione quotidiana. Introdurre il visitatore alla migliore architettura contemporanea non è, infatti, un espediente fine a se stesso: la sperimentazione architettonica vuole creare un forte legame con le persone, rendendosi strumento funzionale e fruibile.
Non solo, dal punto di vista strettamente economico, la manifestazione e la realizzazione del Pavilion – la cui commissione è sostenuta quasi interamente dagli sponsor della galleria e per non più del 40% dalla vendita dell’opera stessa alla conclusione dell’evento –  permette di raccogliere i fondi per programmi destinati allo sviluppo di nuovi progetti di arte contemporanea, architettura e design, durante la serata di inaugurazione del padiglione, il Summer Party, che vede la partecipazione di celebrità del mondo della moda e dello spettacolo. Il primo Padiglione del 2000, era stato concepito non a caso come occasione di fundraising e luogo di una cena di gala, e non fu rimosso per la grande popolarità che aveva assunto, tanto da divenire una rassegna annuale.
Inoltre, la rassegna è importante occasione di dibattito e divulgazione culturale con l’organizzazione degli appuntamenti chiamati Park Nights – eventi, performances e discussioni pubbliche su arte, cultura, scienza e tecnologia – ed è perfettamente sincronizzata con altri eventi culturali cittadini, come l’importante Frieze Art Fair – dal 13 al 16 ottobre -, capace di catalizzare l’attenzione e l’interesse del mondo della cultura e non a livello nazionale ed internazionale. In occasione della fiera d’arte, la galleria proporrà, infatti, proprio all’interno del padiglione di Zumthor e prendendo ispirazione da quest’opera, la Serpentine Gallery Garden Marathon – la sesta maratona organizzata fino ad oggi – il 15 ed il 16 ottobre, proponendo l’esplorazione del concetto di giardino da parte di ben settantadue artisti, poeti, scrittori, designers e perfino orticoltori, offrendo una panoramica mondiale delle ultime tendenze di produzione culturale ed artistica ed, insieme, un’occasione di riflessione sull’importanza urbanistica, naturalistica e scientifica del giardino – mettendo finalmente la natura al centro del dibattito architettonico -, coinvolgendo il più ampio pubblico possibile, vero destinatario dell’evento e del Padiglione della Serpentine Gallery.