Il progetto FumneLAB (‘Fumne’ in piemontese significa donne) è stato concepito da Lacasadipinocchio, un’associazione culturale ideata da Monica Gallo. Mentre le iniziative nelle carceri italiane si sviluppano numerose, il laboratorio è il primo progetto di questo genere che crea un dialogo così intimo tra l’esterno e l’interno. Da settembre a giugno, ogni ultimo sabato del mese donne ‘comuni’ sono infatti invitate a trascorrere una giornata nel lab situato all’interno dei locali delle vecchie cucine della Casa Circondariale Lorusso e Cutugno, realizzando opere fatte a mano sotto lo sguardo attento delle recluse esperte che le guidano. Durante il ricco programma dei corsi, vengono adoperati materiali che normalmente sarebbero buttati via per creare accessori femminili con uno stile e con un sapore singolare. Dalla realizzazione di particolari manufatti in lana cardata utilizzando la tecnica feltro ad ago e ad acqua, si passa al confezionamento di ciabatte fatte a mano e di cappelli in paglia, all’ideazione di inconsueti regali natalizi o borsette rinnovate partendo da materiali di recupero, fino alla creazione di scarpe e scialli mediante l’arte spesso ignorata del telaio, o di bijoux in stile retrò che uniscono estro e tecniche diverse. I manufatti realizzati si portano a casa e per ogni corso proposto vengono affidati alle partecipanti i ‘kit di lavoro’ per permettere loro di continuare ad esercitarsi con le nuove capacità acquisite. Inoltre all’interno del carcere gli oggetti della collezione del marchio ‘Fumne’ sono disponibili all’acquisto nello showroom espositivo durante gli incontri o tramite appuntamento.
Il sapore antico dell’artigianato e la sensazione sperimentale della filosofia eco-sostenibile non sono gli unici elementi che danno a questo progetto un valore particolare. I corsi di FumneLab rappresentano un’occasione per le donne incarcerate di sviluppare le loro potenzialità, di dare lezioni usando le loro capacità, già esistenti o recentemente accumulate, a un pubblico esterno. Per mezzo di quest’iniziativa una donna che vive dietro le sbarre si impadronisce della consapevolezza di poter fuggire dallo stato di inattività e ozio solitamente associato al sistema penitenziario e non dà vita ad oggetti ma anche a una nuova posizione nella società che prima poteva sembrare irraggiungibile. La qualità del reinserimento sociale è ancor più amplificata dato che FumneLAB consente un avvicinamento importante tra le donne che vivono in condizioni private della libertà e le loro allieve fuori dalle mura. Queste mura che rafforzano la separazione, non solo fisica ma anche emozionale, si disintegrano e attraverso la produzione creativa si costruisce un ponte di comprensione umana, dove le donne che provengono da ambienti completamene diversi riescono a rapportarsi tramite le loro esperienze in comune. Le detenute, come le apprendiste, sono madri, figlie e sorelle che meritano come tutte le altre di essere ascoltate e apprezzate. Il progetto di FumneLAB offre loro l’opportunità di riabilitarsi e di ‘ricucire’ la vita, trasformandosi come le borse che rinnovano.