Stato, Regioni, Province e Comuni: enti centrali e periferici con ruoli diversi e diverse competenze che da sempre cercano regolamentazione e direttive definitive volte ad abolire gli sprechi e a premiare le eccellenze. Ma in che modo? Questa è la domanda a cui da anni si cerca dare una risposta. Il federalismo nasce, in fondo, proprio con l’intenzione di risolvere queste eterne diatribe dotando gli enti locali di maggiori autonomie e responsabilità che, in teoria, potrebbero portare benefici per tutti. Ma la pratica, si sa, è sempre più complessa.
E visto che di cose complesse ne è pieno il mondo, cerchiamo di semplificare al massimo il discorso.
Oggi vi proponiamo quindi “Il rapporto tra Stato, Regioni, Province e Comuni spiegato ad un bambino di 4 anni”. Pronti?
Prendete un bambino di 4 anni. Fatto?
Bene, posizionatelo su un divano o su una sedia molto comoda e cominciate con le similitudini:
STATO= NONNO
REGIONI= MAMMA
PROVINCE= PAPA’
COMUNE= FIGLIO/NIPOTE
CITTADINO= FIGLI DEI FIGLI/NIPOTI/BISNIPOTI
Ok, ok, la similitudine è un po’ azzardata ma, in fondo, cosa c’è di meglio della famiglia per spiegare i rapporti tra poteri diversi in un nucleo di cui tutti facciamo parte? Vediamo se può funzionare.
NONNO è un tipo alla vecchia maniera: inizialmente era lui che, con un atteggiamento centralista e autarchico gestiva tutti i conti di famiglia: a lui mamma, papà, nipoti e discendenti vari chiedevano il permesso per far tutto. La gestione del denaro avveniva in questo modo: una paghetta settimanale per tutti, denaro extra per costi straordinari, che lui valutava caso per caso.
NONNO invecchia, le pratiche da sbrigare diventano sempre di più, la sua famiglia cresce e si trasferiscono tutti in una casa più grande che si chiama EUROPA.
Diciamo che EUROPA è un condominio: 27 inquilini che vanno più o meno d’accordo. Ma questa, è un’altra faccenda.
Comunque, il NONNO e la sua bella famiglia si sono trasferiti in questo bell’appartamentino (ai piani bassi, direi).
Questo trasloco ha imposto dei sacrifici ma in fondo, dice il NONNO, in questo modo non vivremo isolati e potremmo confrontarci ogni giorno con tante persone diverse.
Ma torniamo agli affari di famiglia: NONNO decide che è ora che MAMMA, PAPA’ e FIGLI a carico diventino più responsabili. Lui, di certo, non ha più la forza di pensare a tutto.
È così che, intorno al 1990, NONNO istituisce una Legge, la 142/90: con questa legge GENITORI e FIGLI saranno autonomi, potranno prendere delle decisioni in maniera indipendente e cominciare a gestire il denaro che guadagnano grazie al lavoro di tutti.
Attenzione: a questo punto sarà vostra discrezione scegliere se continuare su questa via oppure spiegare al vostro bambino anche delle differenze tra figli normali e figli con qualche privilegio in più (le REGIONI a statuto speciale e le PROVINCE autonome).
Proseguiamo: dopo questa decisione, tutti sembrano essere felici. Le cose vanno avanti così per un po’ di anni ma dopo qualche tempo, NONNO, che è pur sempre responsabile del bilancio familiare si accorge che qualcosa non va. Qualcuno ( e anche lui, per primo), spende più di quanto guadagna e molte di queste spese servono per mantenere economicamente i più piccoli della famiglia, cioè i FIGLI dei FIGLI, cioè i NIPOTI  ed i BISNIPOTI. La famiglia si indebita ogni giorno di più. Cosa è successo?
È successo che, per gestire tutta la casata, sono stati messi sullo stato di famiglia anche moltissime persone esterne tra cui figurano tanti enti e associazioni che hanno aiutato i GENITORI ad accudire i propri FIGLI e che sono ovviamente stipendiati.
Il federalismo può essere inteso in due modi: il NONNO che caccia di casa tutti e contribuisce solo a qualche aiuto oppure il NONNO che fa un bel discorsetto a tutti i componenti della famiglia, incoraggiando i più bravi a continuare così e sculacciando i disonesti che non hanno rispettato le regole.
Mi accorgo solo ora che il NONNO sembra privo di difetti: non è vero. Il NONNO forse non ha fornito l’esempio adeguato alla sua famiglia, ha errato lui per primo trascinando nel baratro anche i più piccoli.
Ne consegue che molti membri della famiglia non fanno altro che litigare con il NONNO, che il NONNO ha perso potere anche nelle riunioni condominiali e che tutti adesso sono un po’ allo sbando.
Ma davvero volete raccontare questa storia triste ad un bambino di 4 anni? Io non lo farei.  L’alternativa? Insegnategli ad essere un bravo cittadino, dando voi per primi il buon esempio.
Solo così potrà diventare veramente autonomo. E  un giorno, magari, trasferirsi in una bella villa indipendente che si chiama MONDO. Accompagnatelo.