Si continua a scavare tra le macerie delle Cinque Terre e della Lunigiana, alla ricerca dei dispersi che, con il passare delle ore, si fanno sempre più numerosi.
Un Patrimonio dell’Unesco spazzato via da fango e detriti, rovinato e maltrattato da incaute modifiche dei corsi d’acqua che, miste ad una inefficiente comunicazione di allerta, ha provocato la perdita definitiva di vite umane e di bellezze territoriali senza tempo.
30 milioni di danni per Monterosso, 50 milioni per Vernazza nelle Cinque Terre. Borghetto Vara è ridotta ad una cittadina fantasma mentre le ruspe continuano a smuovere fango misto a costruzioni e automobili.
Stessa situazione nella Lunigiana, in Toscana, dove centinaia di volontari sono all’opera per cercare di salvare il maggior numero di vite umane e ridare una parvenza di vita normale alle migliaia di sfollati che si trovano allo stato attuale senza acqua né gas.
Nel frattempo sono state avviate diverse campagne di solidarietà: da quella del quotidiano La Repubblica in collaborazione con Sky per la ricostruzione della scuola di Monterosso alla originale iniziativa portata avanti dall’Associazione “Amici delle Cinque Terre”. Questi ultimi hanno infatti avviato una raccolta fondi indirizzata ai turisti statunitensi, da sempre affezionati al paesaggio spezzino, che la popolazione ripagherà con un voucher-vacanza spendibile non appena l’emergenza sarà terminata. “Non è un versamento a fondo perduto – ha tenuto a precisare il presidente della Commissione Infrastrutture al Senato (e anche abitante di Monterosso) Luigi Grillo – ma un patto con gli americani che vengono qui da tanti anni”.
Da ieri, 1° novembre, e fino al 31 dicembre 2011 inoltre, sono state aumentate le accise sul carburante: 8,90 euro in più per mille litri (meno di un centesimo a litro) serviranno a rimpolpare il fondo di riserva statale dopo lo stanziamento straordinario di 65 milioni di euro alle zone colpite dall’alluvione (secondo le disposizioni contenute nel Milleproroghe, infatti, in caso di eventi eccezionali, le Regioni possono aumentare fino ad un massimo di 5 centesimi al litro le accise sulla benzina).
Chiarezza ora dovrà essere fatta sulle cause delle alluvioni, sulle procedure di allerta (su cui aleggiano ancora dubbi e misteri su fax inviati ma non debitamente considerati) ma soprattutto, a monte della tragedia, sulla mancata erogazione degli stanziamenti previsti per la mitigazione del rischio idrogeologico.
A novembre del 2009, infatti, lo Stato aveva predisposto un piano secondo il quale, essendo il 9,8% del territorio nazionale interessato da un alto rischio idrogeologico, venivano predisposti investimenti per 44 miliardi di euro.
Dopo 2 anni però, questi fondi rimangono per buona parte inutilizzati poiché, come si legge da una nota dell’ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili), “mancano le risorse di cassa che non sono state trasferite da parte del Ministero dell’Economia”.
Secondo le stime dell’Ance, inoltre, nel 2011 gli stanziamenti a favore del Ministero dell’ambiente per la realizzazione di nuove infrastrutture sono stati quasi dimezzati (-50%), fattore che avrebbe dovuto spronare ancor più ad un veloce utilizzo delle risorse fin qui elargite.
Il Ministero dell’Ambiente, conscio della gravità della situazione e dell’impossibilità di riparare ai danni causati, ha comunque emesso un comunicato in cui, dopo aver confermato l’effettiva situazione di stallo dei finanziamenti, si ripromette di “far partire subito gli interventi che si possono e si devono fare per cercare di evitare nuove sciagure annunciate”.
Peccato che le stesse parole erano già state annunciate esattamente il 2 novembre del 2010 quando, all’indomani della tragica alluvione che colpì il Veneto, lo stesso ministro Prestigiacomo scrisse in un comunicato ufficiale: “Entro la fine dell’anno saranno definiti gli accordi di programma con tutte le altre regioni e si procederà alla realizzazione degli interventi con procedure semplificate e urgenti. Naturalmente si tratta solo di una prima tranche di finanziamenti, altri ne serviranno in seguito per continuare negli interventi. Ma è stato individuato un metodo serio per fare finalmente prevenzione. Questo probabilmente non eviterà tutte le tragedie possibili, ma quelle prevedibili almeno sì, e non da domani ma nel tempo. Stiamo lavorando seriamente e contro il tempo, per evitare altri danni al territorio ed altri lutti.”
Quanto ancora dovremo aspettare prima che i comunicati emessi e le parole pronunciate si trasformino in effettive azioni sul territorio?