(Di)Vagando con Daniele Del Pozzo, direttore artistico di Gender Bender

Scopriamo la città, attraverso uno dei suoi Festival, sicuramente tra i più originali che si svolgono a Bologna.
Daniele Del Pozzo, direttore artistico di Gender Bender, ci accoglie in un edificio che risale alla fine del 1700, denominato Salara perché adibito un tempo a fortezza del sale. Sorge in prossimità dello scalo principale dell’antico porto fluviale di Bologna, progettato nel 1548 dal Vignola, riportato oggi alla luce grazie ad un’accurata opera di recupero urbano.

La Salara ospita dal 2002 il Cassero, gay lesbian center di Bologna, uno dei primi tasselli all’interno del distretto culturale della Manifattura delle arti, progetto che include anche la Cineteca di Bologna, i Dipartimenti di musica e spettacolo e di scienze della comunicazione dell’Università di Bologna, insieme al MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna.

 

Gender Bender è un festival tra i più innovativi non solo di Bologna, ma nel panorama nazionale?
Sicuramente è un festival di rilevanza nazionale, in alcuni casi va anche oltre perché ci sono alcuni pazzi che vengono da fuori Italia per seguirlo.  Come festival ha una programmazione internazionale ed espansa, l’originalità credo sia data in primo luogo dal tema: un festival che lavora sull’identità di genere e sull’orientamento sessuale nella contemporaneità. In Italia credo siamo solo noi e ci sono pochi altri esempi in giro per l’Europa.

E’ un festival che ha un altro dato originale relativo alla programmazione? 
Non ha una programmazione settoriale, legata cioè ad un unico genere espressivo. Nonostante il Cassero non abbia né un teatro né una sala cinematografica né una sala incontri, abbiamo inventato un festival che propone appuntamenti di cinema, teatro, danza, esposizioni di arti visive, azioni performative ed incontri con scrittori.

Come abbiamo anticipato, “la  Città in un Festival” per l’appunto?
L’originalità è stata aprirsi a collaborazioni con strutture che accogliessero parti della programmazione del Festival, questo ha significato inaugurare e consolidare reti e rapporti con diversi soggetti della città.
Le proposte che avanziamo sono sempre di alto profilo culturale o scientifico, su questo c’è un’ottima ricettività.

Gender Bender è prodotto dal Cassero, gay lesbian center di Bologna?
Dietro un festival come Gender Bender, c’è un’abitudine del Cassero a dialogare con diversi soggetti presenti in Città, sia pubblici che privati, il che ha favorito anche immaginare un festival che partisse dal Cassero ma fosse rivolto alla città o comunque ad un’idea allargata di pubblico.
L’abbiamo giocata sempre come una proposta specifica, ma che fosse potenzialmente interessante per tutti. Infatti, anche il nostro pubblico è trasversale, visto che è composto in una percentuale che va da 45 al 55% da uomini ed il resto da donne, con oscillazioni che variano di anno in anno. Un pubblico che si dichiara omosessuale per il 50/60%, eterosessuale per una percentuale analoga. Un’età media di 30 anni, anche se con una forbice che parte dai 18 ed arriva ai 60, di buona formazione culturale e con un alto livello di studi.
Nella passata edizione, in otto giorni di programmazione siamo arrivati ad avere 13.000 presenze, che è un dato molto buono visto cha abbiamo avuto il tutto esaurito nei diversi appuntamenti del Festival. Fino ad ora siamo andati in crescita, vediamo cosa succederà nell’edizione ormai alle porte, ma credo abbiamo raggiunto il nostro standard.

Come vedi il futuro?
Lo vedo in maniera positiva, perché il Cassero è un soggetto ancora attivo, vitale, che ha avuto sempre l’appoggio della città in maniera trasversale e che gode secondo me di un altro aspetto fondamentale, che tutte le realtà produttive non hanno: il fatto che ci sia un continuo ricambio generazionale, nel senso che Bologna è una città che attira molti gay e molte lesbiche, perché trovano qui una città accogliente.
Questo significa che molte perone decidono di investire una parte del loro tempo dentro l’associazione e negli anni l’associazione ha avuto ricambi generazionali importanti. Esistono ovviamente delle figure chiave che sono rimaste le stessa, ma la dialettica tra queste due forze garantisce la continuità.

Riportiamo a seguire l’itinerario dei luoghi dell’ultima edizione di Gender Bender per scoprire Bologna e le sue proposte culturali, come promesso all’inizio: la Città in un festival!

 

(Di)Vagando a Bologna
I luoghi di Gender Bender Festival

Salara – Il Cassero
via Don Minzoni,18
Tel: 051 649 4416
Sito Web 

Cineteca di Bologna
via Riva di Reno,72
Tel: 051 2194826
Sito Web

Università degli Studi di Bologna  
Laboratori Dipartimento di Musica e Spettacolo
via Azzo Gardino,65/a

Biblioteca Salaborsa
Piazza Nettuno,3
Tel: 051 2194426
Sito Web 

Teatro Arena del Sole
Via Indipendenza 44
Tel:051 2910910
Sito Web

MAMbo  – Museo d’Arte Moderna di Bologna
via Don Minzoni,14
Tel: 051 6496611
Sito Web

Nosadella.due
via Nosadella, 2
Mob: 392 3457410
Sito Web

Librerie.Coop – Ambasciatori
via degli Orefici,19

Teatrino degli Illusi 
vicolo Quartirolo,7
Tel: 051 272697
Sito Web

La Scuderia
Piazza Verdi,2
Tel: 051 6569619

Complesso Ex Covento di S. Cristina 
Università di Bologna
Piazzetta Giorgio Morandi,2

DOM la cupola del pilastro
via Panzini,1
Tel: 051 6242160
Sito Web

Spazio ELaSTiCo
vicolo de’ Facchini, 2/a
Mob: 339 4470779
Sito Web

SCARICA IL PDF DI QUESTO ITINERARIO. LO POTRAI PORTARE A BOLOGNA CON TE E VISITARE TUTTI I LUOGHI DESCRITTI