Intervista alla Sovrintendente di Napoli e Pompei Dott.ssa Teresa Elena Ciquantaquattro

Nuovi crolli negli scavi archeologici di Pompei: prima il cedimento della cinta muraria all’esterno e poi delle due murature di epoca moderna nell’area fuori Porta Ercolano e nella zona occidentale. Alla luce dei sopralluoghi che avete effettuato, quali sono le cause che imputate a questi danni? Quale la gravità?
Il cedimento di un tratto del paramento esterno delle fortificazioni presso Porta Nola ha dimensioni limitate, ed è dovuto con ogni probabilità ad infiltrazioni di acqua piovana, difficilmente monitorabili su un circuito murario che è lungo complessivamente ca. 3,5 chilometri. I crolli delle strutture moderne, per nulla rilevanti, costituscono in ogni caso un segnale che non va sottovalutato.

A seguito di quanto accaduto, come intendete procedere per risolvere l’emergenza?
Mettendo in atto quanto previsto dal Programma Straordinario per Pompei: monitoraggio complessivo dell’area archeologica; individuazione delle priorità; opere di mitigazione del rischio idrogeologico; interventi puntuali su singole domus e su comparti urbani  strutturalmente omogenei.

L’Unione Europea ha stanziato 105 milioni di euro per il restauro e la valorizzazione del sito archeologico, lanciando ufficialmente il Progetto Pompei 2011/2015. Quali sono i punti fondamentali del progetto? Come si inserisce nel piano di manutenzione programmata avviato in precedenza?
La riconferma della disponibilità delle risorse europee da parte del commissario Hahn, che il 7 novembre ha visitato insieme ai ministri Galan e Fitto il sito di Pompei, è di fatto una implicita approvazione del Programma Straordinario per Pompei, già sottoposto alle valutazioni del Consiglio superiore del Ministero nel giugno del 2011. La finalità principale del programma, che seguirà il percoso logico su descritto, è quella di superare la fase di emergenza che la conservazione del sito vive attualmente, per passare ad attività di ordinaria manutenzione programmata. Manutenzione, i cui effetti saranno duraturi se si potrà svolgere in maniera continuativa e diffusa sull’intero tessuto urbano antico.

Ritiene che la distribuzione delle risorse per i diversi obiettivi di restauro e valorizzazione sia equilibrata?
Ritengo che in questo momento si debba dare la precedenza alla tutela e alla salvaguardia del sito. Senza conservazione, non è possibile alcuna attività di valorizzazione.

Che figure professionali saranno coinvolte nei lavori di restauro? Da chi saranno selezionate, e come?
Le figure professionali coinvolte saranno quelle definite dalla normativa vigente in materia di pubblici appalti e sarà la Soprintendenza a gestire il Programma Straordinario, in sintonia con la Direzione Generale alle Antichità e il Segretariato Generale del Ministero.

E’ ipotizzabile la creazione di una fondazione con privati ed enti locali per la gestione degli scavi, così come propose l’ex ministro Sandro Bondi?
Non credo che in questo momento Pompei abbia bisogno di nuove sperimentazioni gestionali. Piuttosto, c’è da rinforzare gli uffici interni, con personale qualificato (archeologi e architetti) e con personale di vigilanza che possa assicurare la piena fruibilità del sito. E credo che questo sia il miglior investimento che si possa fare sul nostro patrimonio culturale.