Sabato 12 Novembre alle 18, presso il Centro d’arte e cultura “Il Ramo d’oro” di Napoli, si è inaugurata la mostra “The other side of the moon” con presentazione di Vincenzo Montella. L’allestimento presenta opere dell’artista napoletano Gianfranco Erbani e dell’artista africano Akachukwu Chukwuemeka.
Diversi per formazione e intenti artistici, i due condividono l’idea di una libertà artistica pura e libera guidata dall’immaginazione e dallo sguardo empatico sul reale.
Nato il 23 giugno del ‘71 a Mgbowo in Nigeria, Chukwuemeka si laurea presso il Dipartimento di Fine and Applied Arts, dell’Università di Nsukka, Nigeria nel 1997. Attualmente è Post Graduate Diploma Student di Gender Studies all’Università di Abuja, dove vive e lavora.
Nato il 1 luglio del ’41 a Napoli, dove tutt’ora vive e opera, e architetto di professione fino a tre anni fa, Gianfranco Erbani ama precisare che la sua “matita è stata sempre e solo al servizio del mestiere di architetto, con costanti deragliamenti al di fuori del binario della costruzione di un manufatto di “mattoni”. Da qualche anno, però, l’anima dell’artista è venuta prepotentemente fuori, facendogli intraprendere un percorso di ricerca, “in questo mondo nel quale sembra che l’arte e la bellezza non servano più a nessuno”, di uno spazio “ideale” sia fisico che mentale, per potersi esprimere liberamente.
I lavori in mostra ( su tela e supporti diversi e a tecnica mista) offrono, quindi, una lettura originale dell’arte, intesa come un “mestiere” fatto di ricerca e di fatica, come lettura del mondo in forma propositiva.
L’ispirazione è ovunque: uno scatto rubato di due donne mediorientali ammantate di nero, in uno dei mille viaggi dell’architetto-artista, diventa pretesto per un quadro dalle esplicite risonanze surrealiste. E poi Napoli. “L’arte mi aiuta a vivere in una città come Napoli che soffre, ma che non riesce a fare a meno della sua creatività e delle sue capacità di rendere visibili e palpabili le emozioni ed agendo ed operando sempre e comunque, insieme od isolatamente non per passatempo ma con la convinzione che solo tenendo viva la capacità espressiva si può aiutare il ‘risveglio’”.

Il viaggio come fonte di ispirazione anche per Chukwuemeka, che si definisce un “viaggiatore che colleziona conoscenza ovunque e comunque sia, buona o cattiva”, e che “dipinge ciò che l’occhio sente”. L’arte è concepita come una finestra verso una immaginazione senza fine. “Puoi fermarti alla cornice della finestra o spingerti oltre ad assaporare il paesaggio infinito che si estende al di là di essa”.

Erbani si definisce “a metà strada tra il mestiere di architetto e quello di ricercatore nel campo delle arti visive”. Una specie di “limbo” ibrido, che lo interessa e lo stimola costantemente. Come l’obiettivo di una macchina fotografica, che riceve impulsi continui dalla realtà e senza impregnare troppo di “cervello” l’immagine che inizia a formarsi, l’artista lascia fluire l’ispirazione da questa condizione di ambiguità fino a trovare la sua giusta espressione. Non lo turba una possibile confusione espressiva, perché è convinto che “nell’ordine c’è la noia frustrante dell’imposizione, mentre nel disordine c’è la fantasia esaltante della partecipazione”.
Guardando i lavori, tuttavia, emerge anche prepotentemente la forma geometrica, la linea precisa di chi della matita ha fatto lo strumento del quale vivere e ha vissuto. Contraddizione che l’artista napoletano ammette definendola una “deformazione professionale”. “Sono ossessionato dalla composizione, dalla geometria, dagli equilibri nello spazio, nella convinzione che lo spazio è qualcosa che si costruisce con la forma e non qualcosa in cui si costruisce la forma”.

Nessuna denuncia o “valore sociale” dietro queste istantanee del pensiero, che non vogliono essere la metafora di un’altra cosa. Al contrario di Chukwuemeka, che vuol dar voce ai “muti” della terra socialmente e politicamente, Erbani non si pone “contro” nulla (contro le guerre, contro la fame nel mondo, contro i corrotti…), non denuncia, non vuole provocare. Il suo lavoro si pone, piuttosto, rispetto all’immagine, sia essa reale o fantastica, “con estrema pazienza professionale e tanto lavoro cercando la moderazione e la discrezione”, e rivendicando una libertà di pensiero e di espressione artistica pura e ideale.
Un ipotetico punto di arrivo comunque c’è, e ci consola, noi terreni mondani abituati a ricercare una concretezza, una utilità seppure in questa lunatica fantasmagorica realtà creativa. Un sogno: “Forse un giorno – confessa l’artista napoletano – riuscirò a fare sì che i colori del mondo da soli senza forme esprimano la gioia che si prova a volare”.

La mostra sarà visitabile tutti i giorni tranne il giovedì dalle 16 alle 20 fino al 27 novembre 2011.

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Approfondimenti:
Cataloghi degli artisti ai seguenti link:
Akachukwu Chukwuemeka
Gianfranco Erbani