Quando un malato è in gravi condizioni o si trova la giusta cura o si aspetta un miracolo.
Oggi l’Italia è malata. Una malattia che la mina al suo interno.
Un po come fa il punteruolo rosso con la palma. Per non parlare di altre malattie ben conosciute all’uomo e per il quale si combatte una battaglia ogni giorno. Per passare dal concetto di incurabile a quello di curabile.
Ma rimanendo all’esempio della palma, i  danni causati dalle larve sono visibili solo in una fase avanzata dell’infestazione. E dunque è necessario impedire preventivamente l’ingresso delle larve e soprattutto l’esigenza di prestare la massima attenzione per individuare in tempo utile  il momento dei loro primilinsediamenti. Infatti, gli interventi di difesa possono sortire qualche risultato solo se attuati con tempestività.
Per prevenire le infestazioni è dunque necessario adottare tutti gli accorgimenti tecnici che permettano di evitare o limitare l’insediamento iniziale del parassita.
Ora,  tutti sappiamo che l’Italia è stata minata da una pluriennale invasione parassitaria che ha sconquassato il sistema e lo ha reso debole, esposto ai rischi con una esponenziale vulnerabilità sociale ed istituzionale.
E allora? E allora servono urgenti rimedi. E servono esperti. Per curare e per combattere il male. Chi di noi non si è mai trovato in una situazione italiana? Chi di noi non ha penato per  prenotare una ecografia che ci viene proposta dopo sei mesi se ti va bene? Chi di noi ha visto passare davanti persone evidentemente poco preparate e che ricoprono posti importanti perché amici degli amici?
L’Italia è piena di contraddizioni, di favoritismi, di mancanza di regole. E di persone che non sanno quello che dicono o che fanno.
Ecco, questa può davvero essere l’occasione buona. E’ stato scritto, detto a più voci. Voci autorevoli e voci di semplici italiani. Voci che dicono la stessa cosa. E’ ora di cambiare. E’ tempo di cambiare. Dobbiamo passare dal tempo del carnevale a quello della Quaresima.
Dobbiamo fare dei sacrifici. E dobbiamo sapere che quei sacrifici che faremo, questa volta serviranno davvero. Dobbiamo pagare una sorta di mutuo sapendo che un giorno saremo proprietari della casa. Non più lacrime e sangue per un sistema da mantenere, o poltrone da far occupare. Ci vuole finalmente una rivoluzione copernicana dell’agire pubblico. Un taglio netto con il passato. Un Old Style che porti con se un cambio dei comportamenti. Un cambio dei fatti. Non solo delle parole. Sulle parole siamo tutti d’accordo. Tranne coloro che da una rivoluzione tecnica ci rimettono. Ci rimette chi è connesso direttamente al sistema di riproduzione della politica. A quelli abituati a vari passaggi della “costituzione materiale”o di una prassi consolidata di “collocamento della politica”. A quelli che pur rimanendo fuori devono stare in qualche modo dentro. Sempre e comunque. Con ogni clima, con ogni evenienza.
E’ davvero il momento della prova. Tutto è ineludibile. Non differibile. Non più sofismi, ma azioni. Poche cose ma concrete. Mettendoci tutti i termini possibili: credibilità, dignità, coesione sociale. Serietà. Sobrietà. Approfittando dell’occasione per un decoro della Casa Italiana.
Proviamoci. Crediamoci.
Usciamo dall’incubo ed entriamo nel merito.

Immagine di Roberto Mangosi