A Palazzo Reale prosegue l’attività legata ai grandi nomi della storia dell’arte: personalità celebri o meno celebri, ma comunque riconoscibili da un pubblico vasto, anche quello dei non addetto ai lavori. Vite avventurose o non propriamente comuni, particolari aneddoti ormai popolari conditi da slogan ben memorizzabili.
Questi aspetti, insieme a una campagna pubblicitaria martellante, sembrano essere gli ingredienti essenziali alla base di quell’afflusso di visitatori che in una soleggiata, ma comunque fredda, domenica mattina di novembre decidono di mettersi in fila per entrare in un luogo oramai popolare di Milano. Non è un museo, la sua attività è “soltanto” legata alle mostre temporanee. Ma da decenni è un marchio di fabbrica imprescindibile, anche per i “numeri” che ha prodotto. Quelle ordinate al suo interno sono mostre temporanee per molto versi antitetiche tra loro, sia sotto il profilo curatoriale (e scientifico) che, soprattutto, sotto l’aspetto prettamente tematico: rassegne dedicate a movimenti o a particolari momenti della storia dell’arte di tutti i tempi, antologiche di grandi maestri del passato, personale dedicate agli artisti contemporanei.
Questo è il tempo di Artemisia Gentileschi e di Paul Cézanne, dove tra qualche giorno arriveranno i cinque transavanguardisti di Achille Bonito Oliva (Sandro Chia, Enzo Cucchi, Francesco Clemente, Nicola De Maria e Mimmo Paladino), mentre alcuni ambienti (ad esempio la Sala delle Cariatidi) sono impegnati per altri progetti espositivi, come la personale dell’artista Roberto Ciaccio. Palazzo Reale insomma è un contenitore insaziabile di “cultura”, di mostre. Complice la straordinaria e strategica – oltre che affascinante – location: Piazza Duomo, ovviamente, è un luogo battuto da tutti, e quindi non è poi così complicato “finire” nel maestoso cortile di Palazzo Reale, rigorosamente in fila per visitare una mostra. Ma senz’altro il più delle volte le opere d’arte sono soltanto il punto di partenza per ulteriori percorsi più o meno tematici e, soprattutto, per un indotto economico ricco, favorito dalla presenza di un grande e fornito bookshop ricco di gadget di tutti i tipi, ma non per tutte le tasche.
E Cézanne, perché è della sua mostra che qui s’intende fornire qualche approfondimento, diventa il catalizzatore di baraonde di visitatori, scortati da guide talvolta un po’ troppo rumorose, singoli visitatori consigliati da audio guide che strillano in sale e salette che divengono piccole piazze infestate da voci sovrapposte.
Cézanne Les ateliers du Midi, curata da Rudy Chiappini con la collaborazione di Denis Coutagne, promossa dall’Assessorato alla Cultura Comune di Milano e prodotta da Palazzo Reale e Skira, e sostenuta dal Musée d’Orsay, propone opere provenienti da numerosi musei, anche extraeuropei, legate alla produzione provenzale dell’artista: paesaggi, figure, nature morte che rivelano un particolare aspetto della sua ricerca pittorica e grafica. Ma la mostra offre anche un ricco carnet di proposte: servizi didattici e visite guidate per gruppi, scuole, famiglie e singoli visitatori, laboratori per gruppi scolastici, visite per famiglie, organizzate da Ad Artem, Arte per gioco e Aster, mentre il percorso ordinario delle visite, accompagnato costantemente da ampi pannelli didattici, offre un buon punto di partenza per la conoscenza del maestro francese, forse il padre della pittura moderna.
Con gli occhi di Cézanne, è questo il nome della sezione didattica proposta dal Settore Servizi Minori e Giovani – Sezione Didattica Palazzo Reale per tutta la durata della mostra (che resterà aperta fino al 26 febbraio 2012), propone una stanza in cui un tavolo pieno di oggetti – gli stessi che si riscontrano nelle nature morte in mostra – diventerà il teatro in cui gli interessati potranno agire per combinare barattoli e altri elementi in inedite e fantasiose composizioni. A questo punto, ispirandosi alla composizione sul tavolo, si potrà disegnare una natura morta e probabilmente, così come è già stato fatto in precedenza (come al termine della mostra antologica di Gillo Dorfles), i disegni dei bambini che parteciperanno al laboratorio saranno esposti al pubblico per qualche giorno.
Ma le proposte avviate in concomitanza con questa mostra sono anche di natura editoriale – tutte a firma di Skira – e finalizzate esclusivamente a un pubblico adulto, fatta eccezione per Le modelle di Paul, un fresco racconto ispirato a Cézanne a firma di Cristina Cappa Legora con disegni di Giacomo Veronesi.   
Oltre al catalogo dell’esposizione, con testi di Chiappini, Denis Coutagne, Michel Fraisset e Pavel Machotka, apparati biografici di Alessia Brughera e un’interessante testimonianza a firma dell’artista Valerio Adami, Skira ha proposto un volumetto di Emile Bernard, intitolato Mi ricordo Cézanne, ricco di aneddoti sull’artista, e la pubblicazione di un catalogo maneggevole e divulgativo intitolato Cézanne, oltre a un interessante saggio di Vittorio Gregotti, studioso e architetto che in L’architettura di Cézanne ha sviscerato un concetto fondamentale: «ogni suo dipinto è la lenta realizzazione di un’architettura del quadro».
 

Approfondimenti:
www.mostracezanne.it
www.adartem.it
www.artepergioco.it
www.spazioaster.it