E’ interessante notare con una certa soddisfazione che nel nuovo Governo tecnico vi sia un’attenzione sin dall’inizio per il comparto del turismo e per tale Ministero sia stato scelto un uomo, Piero Gnudi, provieniente dal mondo aziendalistico a notevoli livelli. Ciò è confortante in quanto il turismo per molti anni è stato considerato una cosa in se e non invece inserito tra le discipline economiche poichè produce sviluppo benessere per il Paese.
Si ritiene che l’Italia nella quale si trovano il maggior numero di siti UNESCO debba promuovere se stessa per convincere a vedere le nostre meraviglie non solo i visitatori stranieri, ma anche quelli italiani.
Dice bene Giovanni Scipioni, direttore de “I Viaggi di Repubblica” quando afferma che “C’è sempre una buona ragione per rimettersi in viaggio e c’è sempre una buona stagione da incontrare. Viaggi e lo fai sempre, quando fa freddo, quando fa caldo, quando piove e tira vento. Il tuo infinito viaggiare non conosce soste ma solo ritorni a casa per poter abitare le figure del nostro inesauribile peregrinare”.
L’Italia è casa. La nostra casa. La bellezza di posti incantevoli che tolgono il fiato. Che ti fanno stare bene. Avete presente come si è più tristi quando ci si trova in un brutto posto?
E allora perché non deve valere il contrario?
Forse la connessione turismo – beni culturali sarebbe stata la migliore soluzione. Cultura e turismo in fondo sono contesti indissolubili. Sono gemelli, sono padre e figlio, sono compagni. Nel nostro Paese abbiamo tutto. Nel Viaggio in Italia dei grandi del passato è stato descritto tutto. E nel viaggio si annotavano una per una le cose che si vedevano. Si esaltava il dettaglio. Si partiva da una stagione per incontrarne un’altra.
In una bella intervista apparsa su “Sette” de “Il Corriere della Sera” al duo Ficarra e Picone è  stato chiesto di dare un’idea dell’Italia ad una ventina di turisti stranieri e loro hanno risposto: “Intanto dovrebbero avere almeno un anno di tempo e la voglia di passare dagli scenari della Val D’Aosta ai templi di Agrigento e farsi via via lo stivale. Ed è difficilissimo scegliere, perché poi si rischia che gli esclusi dicano: “E perchè il mio posto non è altrettanto bello?”