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“Questa mattina ho rimesso nella mani del Sindaco Pisapia le deleghe alla Cultura, Moda, Design ed Expo che mi erano state assegnate all’atto di costituzione della nuova Giunta comunale, nel giugno scorso. Una scelta difficile che ho voluto condividere ieri notte, nel corso di in una lunga riunione, con i consiglieri, gli assessori e i segretari milanesi del Partito Democratico e che va intesa come un atto distensivo e di fiducia nei confronti del Sindaco.”
Così scriveva lunedì scorso Stefano Boeri sul suo sito, dando notizia della remissione al sindaco di Milano Giuliano Pisapia dei suoi due incarichi.
Il motivo ufficiale di tale epilogo risiederebbe nel mancato accordo sul collocamento del Museo di Arte contemporanea: mentre il sindaco Pisapia ha sostenuto l’esigenza di inserire lo spazio a City Life, l’assessore Boeri premeva affinché fosse istituito all’ex Ansaldo.
La decisione dell’assessore è giunta tuttavia in modo imprevisto se pensiamo che, solo la scorsa settimana, Boeri ha illustrato presso la sala Weil Weiss del Castello Sforzesco, dieci prime proposte per rigenerare la cultura a Milano, mostrando un chiaro intento programmatico che non presagiva l’imminente rinuncia ai pubblici uffici.
L’opposizione ha però subito colto l’occasione per sottolineare che, in realtà, dissapori tra l’assessore e il sindaco serpeggiassero già da tempo: l’ultimo scontro sarebbe stato solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, dopo una serie di posizioni contrastanti assunte soprattutto riguardo l’importante evento dell’Expo 2015.
Dopo due giorni di attesa per la decisione riguardo la questione da parte del sindaco Pisapia, da Palazzo Marino giunge la conferma dell’architetto all’assessorato alla Cultura, Moda, Design, mentre viene meno proprio l’incarico all’Expo: la figura dell’architetto Boeri in un ambito simile era probabilmente di eccessivo peso per Pisapia il quale, sin dal principio del suo mandato, ha dovuto convivere con il rilevante ruolo giocato dal suo assessore nel partito che li accomuna.
Ora la delega relativa all’Esposizione universale del 2015 è rimessa ad un comitato interassessoriale coordinato dallo stesso sindaco, mentre l’architetto meneghino così si esprime sulla decisione: “Farò di tutto per trasformare questa vicenda in un moltiplicatore di energie e intelligenza politica per Milano e per la nostra Giunta”.
Se lo augurano in molti, anche perché la carta dell’Expo deve essere per Milano e per tutto il Paese quella vincente; per raggiungere tale obiettivo non si può prescindere da un’azione coordinata e condivisa, che non ammette strappi intestini.