La nuova tradizione a stelle e strisce dopo Halloween? Il Black Friday. Se da sempre negli Stati Uniti il venerdì dopo il Thanksgiving Day è dedicato alle folli code fuori dai megastore, nel 2011, l’Italia ha visto il primo tentativo di vendite scontate prima delle festività invernali solo online.
Per retailers e buyers statunitensi di “nero” questo venerdì ha davvero poco. La memoria dell’origine del nome allontana l’accezione negativa: il debito rosso segnato sui registri contabili dall’ultimo venerdì di novembre ritornava ad essere un guadagno scritto nel più classico inchiostro nero, grazie all’impulso dato agli acquisti dai forti sconti prenatalizi.
Quello italiano appare un Black Friday quasi interamente tecnologico. Non è un caso infatti che proprio la precorritrice Apple abbia sperimentato il venerdì nero in Italia proponendo una diminuzione del prezzo circa del 10% per iPod e MacBook, il tutto comprensivo di spedizione gratuita. Amazon ed e-Bay hanno invece cavalcato l’onda del Cyber Monday, il giorno dedicato ai saldi rigorosamente online, protraendo così il venerdì nero fino a dicembre inoltrato. Sembrerebbe una strategia di marketing poco costosa ma ragionata che, incoraggiando l’acquisto di un prodotto civetta, garantisce soprattutto un’enorme visibilità ai prodotti complementari. Tutto ciò proprio a ridosso del periodo di maggiore potere d’acquisto degli italiani, considerando l’avvicinamento del periodo di elargizioni da tredicesima. Chiunque avesse sognato di acquistare gli ultimi nati di casa Apple super scontati, tuttavia, non ha trovato alcun prezzo ribassato, ad avvalorare la tesi che, in Italia, i prezzi dei prodotti più ricercati non conviene vengano svalutati prima delle obbligate spese di Natale. 
Fa sicuramente riflettere che il venerdì nero italiano sia stato relegato solamente alle vendite online, escludendo così la fetta non informatizzata dei consumatori ed in buona parte quella dei non interessati alla tecnologia. Esempi di eccezione sono qualche vestito e accessorio fatto a mano o vintage di Etsy, pur sempre ordinabili dalla piattaforma statunitense. Un adattamento completo alla tradizione americana si avrebbe nel caso in cui anche la vendita scontata prenatalizia offline prendesse piede, scalzando la cultura italica degli sconti del post Epifania. Nel belpaese le uniche occasioni per comprare risparmiando prima della finestra dei saldi di gennaio-febbraio sono riservate ai clienti affezionati dei dettaglianti. Fortunatissima e alternativa l’idea proposta da Coin che non sconta i propri prodotti ma vende a 10 euro i capi realizzati in collaborazione con marchi noti italiani e designers internazionali a sostegno dell’ambiente, scegliendo, come uno dei periodi promozionali, il prenatalizio. A supporto del funzionamento delle vendite economicamente vantaggiose, sono da ricordare tutti gli episodi di apertura di nuovi tecno-megastore. La formula vincente dei primi giorni inaugurali proponeva a prezzi convenienti alcuni prodotti, riscuotendo un notevole successo tra i consumatori italiani che, come i colleghi americani del Black Friday, si ritrovavano in coda agli ingressi già dal mattino.
Per i Babbi Natale made in Italy la speranza è che nei prossimi anni, con l’appoggio dei commercianti e della legislazione, il venerdì nero si trasformi in un rimedio per scongiurare le sempre più numerose e dispendiose spese prenatalizie. Con la possibilità, così, di realizzare, oltre ai propri sogni materiali anche quelli di familiari e amici senza alleggerire troppo le tasche. Nel frattempo, converrebbe aggiornarsi acquistando, con risparmio, sul web!