(Di)Vagando con Vera Fortunati, docente di storia dell’arte moderna all’Università di Bologna

Palazzo Fava è una meta irrinunciabile per una visita a Bologna, rientra nel progetto di museo diffuso Genus Bononiae – Musei nella città di Bologna, promosso dalla Fondazione Carisbo, che ha curato il lungo e costoso restauro, riportando il complesso ai fasti del passato. Palazzo Fava è utile anche per comprendere la grandezza di Elisabetta Sirani a Bologna, concludendo così il nostro viaggio alla scoperta del fenomeno bolognese delle donne artiste insieme a Vera Fortunati (abbiamo incontrato Elisabetta e la sua straordinaria Porzia nel precedente itinerario: “Donne d’Arte a Bologna: Elisabetta, un prodigio di natura (altro che Sara Jessica Parker!”).

Il piano nobile ci riserva l’incontro con una straordinaria figura femminile. Ci puoi parlare un pò di lei?
Porzia, moglie di Bruto, questa antica eroina che Elisabetta Sirani sceglie partendo da Plutarco, un episodio che rappresenta solo lei nella storia dell’arte.
In primo piano, ammiriamo la bellissima protagonista femminile, probabilmente studiata dal vero e con la quale in un certo senso Elisabetta si identifica. La vediamo mentre si ferisce la coscia: è una cosa molto bella, perché il coltello assomiglia ad un pennello! Porzia lascia sullo sfondo il gineceo femminile, dove le altre donne cuciono e tessono. In questo quadro ci sono esattamente le due vite di Elisabetta, eroina in quanto pittrice ed in quanto donna che deve accudire il padre malato.
Se leggiamo la Vita di Malvasia, egli scrive che l’onore di essere una grande pittrice Elisabetta se lo conquista “a sudor di sangue”. Il martirio di Porzia, questo sacrificio, identifica la vita stessa della giovane pittrice. E’ un quadro per certi aspetti inquietante.

Quali altri incontri femminili ci riserva Palazzo Fava?
Le due opere di Ginevra Cantofoli (1618 – 1672), che è l’allieva più anziana di Elisabetta nel suo cenacolo femminile, accanto ci sono le due sorelle di Elisabetta. C’è poi l’altra artista, che è Lucrezia Scarfaglia (1638-1665), perché Elisabetta riesce a creare anche la prima scuola d’arte aperta alle donne, dove s’insegna l’attività incisoria, pittorica e grafica.
Queste sono le donne più importanti, perché Bologna avrebbe anche un finale alto nel ‘700 con Teresa Muratori (1662 – 1708), Lucia Casalini Torelli (1677 – 1762) ed Anna Morandi Manzolini (1714 – 1774), che abbiamo incontrato “Alla Scoperta dei Palazzi senatori di Bologna: Palazzo Poggi”.

E’ d’obbligo sottolineare che Palazzo Fava merita un posto d’onore anche per altre opere, non solo per il percorso che stiamo seguendo sul genio della donna artista e i nuovi spazi espositivi dedicati all’arte contemporanea, non è vero?
Sempre al piano nobile, conserva il primo grande ciclo decorativo dei tre Carracci, che non si può non vedere perché è un’impresa importantissima. Abbiamo il racconto del viaggio degli Argonauti alla ricerca del Tosone d’oro, dove questi tre giovani artisti abbandonano la pittura artificiosa del tardo ‘500 per un naturalismo nuovo, che sembra già conoscere Correggio e sembra già conoscere la pittura veneta, creano così un teatro epico di grande coinvolgimento con lo spettatore.
E’ il primo ciclo che rompe con la tradizione decorativa manieristica, è una tappa di grandissima importanza a livello europeo per la storia dell’arte nel Cinquecento. Un ciclo chiaramente tra i più belli d’Europa in questi anni, siamo nel 1584.

Palazzo Fava inoltre e’ una nuova e prestigiosa sede di esposizioni internazionali di arte contemporanea.

 

In questo Itinerario abbiamo visitato:

Palazzo Fava – Palazzo delle Esposizioni
Genus Bononiae – Musei nella Città
Via Manzoni, 2
Tel. 051 19936305
Aperto da martedì a domenica
dalle ore 10.00 alle ore 19.00
Sito Web