Con l’apertura della mostra Restauratori e Restauri in Museo, a Milano prende vita il progetto dedicato alla storia del restauro di quattro capolavori dell’arte.
L’esposizione, inaugurata la scorso 1° dicembre presso la Sala della Passione della Pinaco-teca di Brera, sarà accessibile ai visitatori fino a maggio 2012. L’iniziativa promossa, con il cofinanziamento della Fondazione Cariplo, dall’Associazione Giovanni Secco Suardo – che da decenni si occupa di conservare e valorizzare il patrimonio culturale e artistico mondiale con attività di restauro e tutela – nasce sull’esperienza del progetto nazionale ASRI (Archivio Storico Nazionale e Banca dati dei Restauratori Italiani).

Protagonisti sono quattro importanti musei del capoluogo lombardo – la Pinacoteca di Brera, il Museo d’Arte Antica e Pinacoteca del Castello Sforzesco, la Galleria d’Arte Moderna e il Museo Diocesano di Milano – che hanno messo a disposizione di questa iniziativa “sperimentale” le opere della propria collezione. Sono, infatti, coinvolte nell’evento la Crocifissione del pittore rinascimentale Michele da Verona, la Pala Trivulzio del genio padovano Andrea Mantegna, la “risplendente” Madonna dei Gigli del divisionista Gaetano Previati e l’Ancona con scene della Passione prodotta da una bottega di Anversa, intorno alla metà del XVI secolo.

La mission del progetto è di fornire al visitatore uno strumento aggiuntivo alla comprensione dell’opera d’arte, che gli permetta di accompagnare alla valutazione estetica, un’altra di carattere tecnico e scientifico.
La novità è data dalla presenza di un monitor, con supporto bilingue, che affianca ognuna delle opere coinvolte nella mostra. Un filmato corre ininterrottamente sullo schermo, documentando lo stato conservativo e le vicende di restauro alle quali l’opera è stata sottoposta dall’Ottocento ad oggi. L’attenzione dei visitatori è catturata dalle immagini trasmesse, ampiamente argomentate da storici dell’arte, e dalle interviste di chi del restauro ne è stato l’artefice.

L’iniziativa ha, inoltre, il merito di mettere in evidenza l’importanza della figura del restauratore che, Lanfranco Secco Suardo – Presidente dell’Associazione Giovanni Secco Suardo per la conservazione ed il restauro dei Beni Culturali- definisce non solo uno “scienziato” della materia, ma un vero umanista.
Se da un lato la mostra sostiene, in maniera nuova e altamente comunicativa, il ruolo del museo come istituzione di carattere conservativo, dall’altro fornisce ai visitatori una nuova chiave di lettura dell’opera, allo stesso tempo storica e scientifica.

D’altronde numerosi musei, negli ultimi anni, hanno supportato iniziative analoghe – come l’allestimento di laboratori o cantieri di restauro visibili ai visitatori attraverso vetrate – che, vista la grande affluenza, dimostrano un’attenzione e una curiosità del grande pubblico indirizzata verso questa nuova prospettiva.
Questo mostra conferma di aver accettato la sfida, orientando il visitatore verso l’impor-tanza storica dell’attività di restauro e spingendone l’occhio sulla materia, oltre la materia.
Informazioni:
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