Scade il 12 maggio del 2012 uno dei bandi più ambiti dalle amministrazioni di tutta Europa: entro quella data, infatti, dovranno pervenire le candidature delle città che aspirano a diventare la quinta capitale europea per i giovani. All’inizio fu Rotterdam nel 2009 a sperimentare la nomina: fu la città olandese ad inventarsi la nomina e da allora l’esperimento ha avuto un tale successo che a partire dall’anno successivo è stato addirittura indetto un bando apposito e ogni anno aumentano le candidature delle città che ambiscono al titolo di European Youth Capital.  Ovviamente non si tratta solo di un titolo onorifico e simbolico, bensì di una vera e propria occasione per la città destinata ad ospitare l’iniziativa. Perché, al di là degli eventi organizzati durante l’anno, quello che emerge dalle esperienze portate avanti sinora è che questo avvenimento risulta essere un investimento i cui effetti sono destinati a protrarsi a lungo termine.
Dopo Rotterdam, a vincere il primo bando è stata una città italiana: Torino nel 2010, nonostante la ristrettezza dei tempi per l’organizzazione, ha ricoperto positivamente questo ruolo grazie alle numerose offerte e iniziative culturali che hanno visto come protagonisti i giovani provenienti da tutto il vecchio continente. Il 4 marzo 2011 è stata, invece, la città belga di Anversa ad ereditare il testimone, inaugurando la sua nomina con una grande festa, il Kick-Off Event Club-Centraal che si è tenuta nella stazione centrale alla presenza non solo di tanti giovani ma anche dei politici europei.

Ottenere il titolo di Capitale dei Giovani non è semplice: come recita il bando ufficiale, per essere nominati bisogna dimostrare di aver attuato negli anni delle serie e solide politiche volte a favorire il mondo giovanile e di essere una città a “misura di ragazzo”, con iniziative, progetti e facilitazioni per le imprese giovanili. Vengono privilegiate, infatti, quelle metropoli le cui istituzioni entrano maggiormente in contatto con le associazioni giovanili e dove si creano sinergie positive tra queste due realtà. Sino ad ora a conquistare il titolo sono state spesso città che si trovano in paesi in cui la crisi economica è molto incisiva. Ad essere premiato è soprattutto lo sforzo degli enti locali a privilegiare il mondo giovanile in un momento di difficoltà: Torino in Italia, Braga in Portogallo e Salonicco in Grecia hanno rappresentato un’opportunità per i giovani e un’occasione di riscatto. Rimane la libertà in ogni città di sviluppare l’iniziativa in forme e caratteristiche differenti: mentre a Torino c’è stata una forte collaborazione tra le associazioni giovanili e le istituzioni, a Salonicco, invece, i ragazzi in attesa del 2014 si stanno già muovendo indipendentemente dall’apparato istituzionale. Sempre a Torino si è cercato di portare avanti di pari passo anche un progetto per facilitare l’inserimento nel mondo del lavoro e per rendere i ragazzi autonomi rispetto alle famiglie di origine. Un piano partito già nel 2007 e che sicuramente ha favorito la nomina di Torino nel 2010. Il titolo infatti viene assegnato dalla Youth Forum Jeunesse, un’istituzione dell’Unione Europea volta a favorire lo scambio culturale tra i giovani europei: tra i  progetti portati avanti c’è quello di un programma di accesso al mondo del lavoro attraverso stage e tirocini in tutti i paesi dell’Unione. Un piano che ha come scopo principale quello di contrastare la disoccupazione giovanile, piuttosto diffusa a causa della crisi economica che attraversa il vecchio continente. Del forum europeo fanno parte 90 consigli nazionali ed internazionali della gioventù e organizzazioni non governative che hanno come priorità quella di rendere i giovani parte attiva e portante dell’Europa. Questi organismi, infatti, hanno funzione consultiva a livello nazionale in ciascun paese. Al di là dei numerosi eventi e manifestazioni ludiche che vengono annualmente organizzate nelle città designate, il fine quindi è molto più ampio: si tratta di creare una nuova generazione europea consapevole e coesa delle potenzialità dell’Unione.

Sul sito internet dedicato all’evento tenutosi quest’anno ad Anversa è stata richiesta una vera e propria partecipazione attiva da parte degli utenti e di coloro che ne avrebbero preso parte. A Torino, invece, la partecipazione è avvenuta attraverso bandi istituzionali. Numerosi sono stati gli eventi culturali, i concerti, i festival nella città piemontese organizzati dagli stessi ragazzi, spazi adibiti a spettacoli e a dibattiti, scambi di opinioni e di idee.
Il 2012 sarà l’anno di Braga in Portogallo: dal 17 al 20 novembre si è già riunita l’Assemblea generale dell’European Youth Capital e sono stati non solo stilati gli obiettivi generali, ma anche eletti i nuovi rappresentanti del Forum. Nel caso della città portoghese, riconnettendosi alla storia coloniale del paese, è emersa la volontà di estendere le iniziative coinvolgendo i ragazzi a livello internazionale e oltreoceano. E forse potrebbe esser proprio questa la nuova strada da intraprendere: ampliare la rete delle relazioni al di fuori dell’Unione europea per coinvolgere i giovani a livello mondiale. Intanto, tra tutte le capitali giovanili nominate sinora si sta creando una rete di partenariato per associare tra loro i giovani protagonisti degli anni passati in quelle che saranno le organizzazioni del futuro. Quello che era partito come un progetto non ben definito si sta quindi negli anni delineando come un’opportunità sia per l’Unione Europea, al fine di sostenere gli investimenti nelle politiche giovanili, sia per i ragazzi stessi implicati nella sua realizzazione, soprattutto in quei paesi dell’Europa mediterranea dove spesso sono assenti dei piani di incentivazione per le nuove generazioni. I risvolti sono quindi molteplici e non tutti sono stati ancora esplorati sino in fondo e forse la città che verrà designata per il 2015 aggiungerà nuove potenzialità da sviluppare nel futuro per allargare la maglia delle relazioni giovanili e rendere la nomina davvero un evento internazionale. Il bilancio per adesso è limitato alle realtà territoriali che hanno ospitato le iniziative, sia a livello di indotto economico che di investimenti. Tuttavia il progetto è partito da pochi anni e si può ancora definire in fase di sperimentazione. Forse dopo Braga e Salonicco il percorso sarà più definito.