Ormai tutti ne sono consapevoli. L’anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, il 2011, ha visto la consacrazione dei social network come strumento principale di comunicazione e conoscenza approfondita. Ad aggiudicarsi il primato è stato Twitter che, grazie ai suoi cinguettii, è riuscito ad imporsi come mezzo di scambio di informazioni dettagliate in tempo reale, ostacolando e spodestando in poco tempo regimi e dittature radicate da anni. “Potere del web” è stato definito. Chi sa se saremmo stati in grado di prevedere un paio d’anni fa le potenzialità di questo strumento che in pochi mesi è stato eletto il miglior alleato delle proteste di piazza, dei giovani della primavera araba, di denunce di repressioni, catastrofi naturali, ribellioni.
Alcuni dei più autorevoli blogger della rete hanno anche realizzato un sito internet nel quale hanno raccolto tutte le immagini più significative del 2011 diffuse e pubblicate nel web grazie a Twitter. Si tratta di yearinhashtag.com/, una sorta di diario on-line, diviso per mesi e luoghi, che riassume tutti gli avvenimenti più significativi come un immenso archivio annuale dove i veri protagonisti dell’informazione sono le persone comuni e i loro bagagli di esperienze. Ed è stato forse questo il punto di forza che ha portato ad una rapida espansione e ad un dominio incontrastato dei social network sul “fare informazione”: rendere protagonisti tutti noi con poche semplici mosse; rendere ognuno di noi un potenziale giornalista, in quanto testimone oculare di eventi e accadimenti spesso impossibili da raggiungere e da raccontare.
Agevolando lo scambio e la diffusione di notizie, ormai Twitter può essere definito un’immensa agenzia stampa aperta e condivisibile da tutti. Cambia il modo di fare informazione e muta inoltre il modo in cui questa viene percepita. Nei primi giorni del 2012, la rivista ItaliaOggi ha redatto una vera e propria classifica di quali sono i giornalisti e i direttori italiani più apprezzati e più seguiti nella rete. Anche nel campo dei professionisti dell’informazione dunque Twitter ha apportato una vera a propria rivoluzione nella valutazione dei gusti del grande pubblico: se prima venivano presi in considerazione gli ascolti televisivi, adesso prevalgono il valore e il contenuto dei post condensati nell’immediatezza dei centoquaranta caratteri.
Alla rapida ascesa di questi strumenti – non solo del più utile Twitter, ma anche dei popolari Facebook e Linkedin- non è seguito tuttavia un adeguamento giuridico. Il mondo dei social network sembra aver vissuto uno sviluppo fuori controllo e il mondo reale sembra arrancare dietro questa crescita incontrastata.
Perché social network non è sinonimo solo di informazione ma anche di business. Sia per il ricavato che ne deriva, che per il grande numero di aziende e imprese che hanno questi canali per interagire con i clienti. In questi giorni negli Stati Uniti, ad esempio, è in corso una causa le cui conseguenze sono destinate a costituire un precedente giuridico importante. La società PhoneDog Media ha infatti denunciato – richiedendo come indennizzo un risarcimento di 260 mila euro- il suo ex dipendente, Noah Kravitz, per appropriazione indebita della lista clienti dell’azienda. Il dipendente, che si occupava del profilo Twitter della società, avrebbe trasmigrato nel suo blog personale l’elenco dei follower del profilo aziendale da lui seguito in precedenza. Bisognerà attendere la sentenza per sapere quale sarà l’esito della controversia.
A riprova che il mondo dei social network si intreccia sempre più con il mondo della finanza è l’annuncio non ancora ufficiale – il fondatore Mark Zuckerberg si è sempre dichiarato abbastanza reticente in proposito- della prossima quotazione in borsa del pioniere dei social: il 2012 sarà l’anno dello sbarco di Facebook a Wall Street. Chi sa questa nuova strada, che incrocia quella dell’economia, quali scenari porterà per questo mondo ancora in evoluzione. Forse a fine 2012 saremo in grado di valutarlo.