Creare un precedente che valga come esempio per situazioni analoghe sparse per l’Italia, trasformando in un museo dell’arte moderna e contemporanea una ex-caserma dismessa in abbandono: è questo il progetto ideato a Mantova per l’edificio che ospitava il convento cinquecentesco dei carmelitani, diventato poi caserma, in Largo XXIV maggio e portato avanti dall’associazione MAC (Mantova arte contemporanea) e dal suo presidente, l’architetto Eristeo Banali. L’edificio è chiuso dagli anni’80 e versa ormai in condizioni di degrado, il che rappresenta un vero spreco, considerato il valore artistico della struttura e la posizione strategica in cui si trova, a ridosso del tempio di San Sebastiano – a cui sino al 1925 era connesso – in un’area di pregio circoscritta tra la casa del Mantegna, palazzo Te e palazzo San Sebastiano. Alla denuncia dello stato di incuria quindi è seguita una petizione on-line promossa dall’Associazione MAC e dalla Gazzetta di Mantova per la realizzazione del museo all’interno dell’edificio monumentale abbandonato che si estende su tre livelli. Il progetto di recupero è stato delineato in un documento redatto dalla stessa Associazione ed inviato alle istituzioni, dove è prevista la creazione di un polo museale meridionale che comprenda il museo e tutti gli edifici di valore artistico adiacenti. “Il primo a promuovere l’idea del museo fu il critico d’arte mantovano Francesco Bartoli, che raccolse la provocazione del futurista Boccioni, il quale riscontrò la necessità di una galleria d’arte moderna già nel lontano 1916” racconta l’architetto Banali, che dell’associazione MAC è il fondatore e promotore. Della nascita a Mantova di un museo d’arte contemporanea, sino ad oggi assente e volto a valorizzare il patrimonio pubblico, si discuteva quindi sin dagli anni’80 nelle riunioni del comitato di gestione del Museo di Palazzo Te, presieduto all’epoca da Francesco Bartoli: nacque così “Il sogno di Bartoli”, a cui sono ispirati i principi dell’associazione. L’iter del progetto prevede due convegni, uno fissato per l’autunno del 2012 e il secondo per la primavera del 2013, che saranno due momenti di studio fondamentali per definire l’evoluzione del futuro spazio museale. Due tappe per riunire studiosi ed esperti che apportino il loro contributo su come ripensare globalmente l’intera area. “Che l’edificio abbia una destinazione culturale è stato stabilito dal piano regolatore in vigore e auspichiamo che questo venga confermato nel nuovo PRG” continua Banali. Una volta completati i lavori di ristrutturazione e allestimento delle sale museali, un ulteriore passo sarà quello di trasformare l’associazione MAC in una fondazione vera e propria, che non si occuperà da sola dell’area: l’obiettivo è quello di coinvolgere insieme al comitato scientifico, non solo il Comune e la Regione, ma anche lo Stato (proprietario del sito) come soggetto gestore e privati che ne finanzino la ristrutturazione, affinché l’iter della genesi di questo museo diventi un riferimento esemplare da replicare in altri siti, caserme o edifici dismessi dal demanio e intorno a cui è forte il rischio di speculazioni edilizie.

 

Approfondimenti:

Mantova Arte Contemporanea
http://www.mac-francescobartoli.it/index.php