I finanziamenti di 25 milioni di euro (10 dei quali già depositati a titolo di fidejussione) per sponsorizzare la ristrutturazione del Colosseo accordati dall’imprenditore Diego della Valle, patron della società Tod’s, sono finiti nel mirino della magistratura. 
A due mesi dall’inizio dei lavori sono infatti partite due inchieste: una della Corte dei Conti chiamata a stabilire se l’accordo abbia causato un danno all’Erario e una della Procura della Repubblica che dovrà stabilire se c’è stata o meno una violazione del codice penale, dopo la denuncia presentata dalla Uil Beni Culturali. Secondo il sindacato, i 25 milioni di euro previsti per il restauro sono insignificanti  rispetto alla stima di valutazione da loro effettuata: a tanto ammonterebbero gli incassi dei soli visitatori, se venisse aumentato di poco il prezzo del biglietto. L’accordo firmato un anno fa dall’attuale sottosegretario dei Beni Culturali Roberto Cecchi (all’epoca commissario straordinario per l’archeologia di Roma) e dalla soprintendente Anna Maria Moretti ha concesso alla Tod’s in cambio dei fondi per il restauro, un’esclusiva di sfruttamento di 15 anni (eventualmente prorogabili), con la possibilità di inserire il proprio marchio sopra ai biglietti e sulla recinzione del cantiere. Per rispettare questa esclusiva sembra inoltre che il Ministero abbia rifiutato la proposta della Volkswagen che offriva un milione e mezzo di euro per una campagna promozionale. Il sindacato, nel suo esposto presentato alla magistratura, sostiene quindi che non solo ci sia stato un errore di valutazione, ma che l’accordo con Della Valle rappresenti una vera a e propria “svendita” del monumento. Della vicenda Colosseo si era occupato anche l’Antitrust a fine dicembre: chiamata in causa dal Codacons, l’agenzia per il mercato aveva rilevato un mancato rispetto delle regole per la concorrenza all’interno dell’accordo siglato. Questa bocciatura, per adesso, non ha avuto ricadute sulla gare d’appalto per i lavori dei prospetti e per la realizzazione del centro servizi. Le indagini sono ancora all’inizio e non è escluso che possa essere ascoltato in questi giorni anche il sottosegretario Cecchi, il quale in una nota assicura di aver agito correttamente e che a riprova della trasparenza nelle procedure, nessuno degli altri soggetti interessati all’accordo ( Ryanair e Fimit) ha mai presentato ricorso. Meno tranquillo è invece il sindaco di Roma Gianni Alemanno, seriamente preoccupato che le inchieste in corso rischino di far saltare del tutto i finanziamenti e l’avvio del restauro ormai divenuto indispensabile per la tutela del Colosseo. E i primi effetti non si sono fatti attendere: dopo un incontro oggi pomeriggio con il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, l’imprenditore Diego Della Valle ha minacciato di recedere dal contratto. Infatti una nota stampa del ministero dichiara: “Oggi il Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Prof. Lorenzo Ornaghi, ha incontrato il Presidente del Gruppo Tod’s Diego Della Valle, il quale gli ha manifestato la sua intenzione di recedere dal contratto per la sponsorizzazione del restauro dei lavori del Colosseo.
Il Ministro Ornaghi ha rivolto al Dott. Della Valle un convinto invito ad attendere prima di maturare una decisione definitiva. È infatti convinzione del Ministro che il buon esito dell’iniziativa, la quale vede per la prima volta affiancati pubblico e privato in una così importante operazione di tutela e valorizzazione di un bene culturale straordinario qual è il Colosseo, sia significativo e paradigmatico in una fase in cui il Paese intende rilanciare fattori e motivazioni del proprio sviluppo.
Al fine di disporre di un quadro dettagliato dell’intera vicenda, il Ministro ha incontrato in mattinata anche il Sottosegretario Roberto Cecchi, a cui ha manifestato stima e fiducia. Il Sottosegretario ha ribadito che i vertici della ex struttura commissariale, avendo agito per l’interesse pubblico e con correttezza formale e sostanziale, sono pienamente disponibili a ogni chiarimento e approfondimento ritenuti necessari.”