Impazzano negli ultimi tempi programmi televisivi dedicati alla cucina: da “La Prova del Cuoco” a “Cotto e Mangiato”, da “I menu di Benedetta” a “Fuoco e Fiamme”, la sfilza delle proposte inerenti l’arte gastronomica continua sulla pay-tv che ad essa offre interi canali dedicati.
Come spiegare tale successo mediatico? Gli obiettivi alla base di tali scelte sono molteplici: rigenerare il palinsesto in vista della solita routine; sfruttare il successo dell’era dei reality; diffondere il brand del “made in Italy” invitando gli italiani ad acquistare e utilizzare prodotti nazionali…

Diverso è invece il caso delle manifestazioni enogastronomiche che si svolgono in alcuni territori: in questo caso il valore strettamente locale e la degustazione in diretta dei prodotti, sono strategie assai utili per coinvolgere perfino il cliente più scettico che magari rifugge ai programmi televisivi che impazzano a tutte le ore. E il Belpaese di tradizioni culinarie ne ha in tutte le regioni.
La Sicilia, ad esempio, pur non godendo di grandi spazi fieristici, ha saputo intercettare l’offerta turistica enogastronomica con realtà di successo il Cous-cous fest, lo Sherbeth e l’Inycon, festival che indicano rispettivamente tre eccellenze del patrimonio siciliano: il cous-cous, il gelato e il vino, privilegiando in questo specifico caso le cantine di Menfi dell’agrigentino. Che si tratti – come nel primo esempio – di un prodotto ereditato dal mercato tunisino o del sorbetto dal padron Procopio de’ Coltelli (siciliano autore del gelato) o dell’azienda Settesoli con l’impegno di voler promuovere le ricchezze del territorio (in collaborazione con la Regione e Provincia) scavando nel passato ed elogiando il solo presente, ecco che,tramite una tradizione millenaria mai in crisi, si ottiene un grande successo anche nel comparto del turismo locale.
E sempre all’enogastronomia e alle sua antica storia, si ispira un’altra realtà siciliana che da qualche anno si adopera affinché le radici gastronomiche locali riaffiorino e germoglino nuovamente: si tratta del Molino Excelsior, un centro di cultura gastronomica a Valderice (TP) che, di concerto con le istituzioni locali si sta impegnando nella riscoperta di ingredienti e piatti siciliani rimasti nel dimenticatoio.
Il progetto nasce da un’idea del Comune di Valderice, sviluppata dall’Associazione culturale Trapani Welcome con l’obiettivo di valorizzare e salvaguardare il patrimonio di abilità artigianali e di sapori unici in quanto espressione di identità culturale.
Programmi di alimentazione per i più giovani, corsi di cucina per bambini ed adulti, educational tour , corsi di degustazione, laboratori di educazione al gusto e di analisi sensoriale dell’olio d’oliva completano l’offerta.
Affinché il centro possa realmente essere percepito come un luogo educativo  e culturale, al suo interno è stata sviluppata “la Conservatoria”, un grande laboratorio, aperto al contributo di tutti, in cui sono raccolte le ricette tipiche della tradizione siciliana, disponibili per la consultazione, e una serie di iniziative formative volte ad insegnare ai più giovani le antiche tradizioni culinarie dell’agro ericino.
Il tutto all’interno di un opificio, datato 1904, originariamente destinato alla macinazione del grano (e ora restaurato) nel quale sorge anche un piccolo Museo del grano e della civiltà contadina, in cui sono esposti i macchinari di un tempo in ghisa, larice e acciaio e alcuni attrezzi da lavoro che documentano la cultura materiale del luogo, parte importante della storia economica del territorio locale.
L’eccellenza è servita!