La sensazione degli abitanti dell’isola del Giglio in queste ore è quella di trovarsi di fronte un grande mostro che ti potrà inghiottire da un momento all’altro. Una spada di Damocle e un pericolo latente che li minaccia e che rende l’atmosfera tra i cittadini molto tesa. Accanto alla disperazione dei 3.216 passeggeri che erano a bordo (il bilancio dei morti è di 6 persone, ma sono ancora 16 i dispersi) si aggiunge il terrore degli abitanti dell’isola a cui la Costa Concordia si era pericolosamente avvicinata per portare il tradizionale “saluto”. Perché se le condizioni atmosferiche peggioreranno in queste ore, portando mare agitato, il tempo a disposizione per liberare le cisterne dalle 2.400 tonnellate di gasolio combustile presente nei serbatoi potrebbe non bastare. Stamattina le ricerche dei dispersi sono state sospese per mare grosso e la nave nelle ultime ore si è spostata di 9 centimetri sulla verticale e 1,5 in orizzontale. Una corsa contro il tempo, quindi, per impedire che il gasolio possa inquinare le acque cristalline non solo dell’isola del Giglio, ma dell’intera area marittima del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Una zona che grazie alle sue bellezze naturalistiche è meta turistica molto ambita ogni anno: ed è proprio il settore turistico la risorsa principale di indotto per queste terre. Lo sanno bene gli abitanti dell’isola, preoccupati che la carcassa della nave naufragata non verrà rimossa prima dell’inizio della stagione turistica a Pasqua.
Come affermato stamane nella conferenza stampa tenuta dal presidente della Costa Crociere Pier Luigi Foschi, la priorità adesso è quella di liberare la nave il prima possibile dal pericoloso carburante. “Innanzitutto ora dobbiamo salvare i dispersi e permettere ai sommozzatori di lavorare in sicurezza” ha affermato il sindaco dell’isola, Sergio Ortelli, raggiunto telefonicamente da Tafter “Poi penseremo a liberare la zona dalla carcassa della nave. A questo proposito ho avuto rassicurazioni da parte della compagnia che se ne occuperanno nel minor tempo possibile”.
Con i suoi 293 metri di lunghezza 114.500 tonnellate di peso non sarà facile per la popolazione dell’isola vedere di nuovo la sottile linea all’orizzonte che separa il mare dal cielo. Quello che forse gli isolani non sanno è che all’interno di questo gigante che minaccia la loro sopravvivenza giace un tesoro nascosto: in queste ore pezzi della struttura, suppellettili e oggetti della vita quotidiana di quanti erano a bordo cominciano già ad arrivare a riva, distante solo 150 metri dall’impatto.
Le navi da crociera traghettano al loro interno un lusso generalizzato che coinvolge non solo gli arredamenti sfarzosi all’interno, ma anche gli averi e il guardaroba dei passeggeri stessi. A bordo delle 14 navi della compagnia sono esposte inoltre diverse opere d’arte: un censimento di queste collezioni è presentato nel volume “Arte a Bordo” edito dalla Skira e dedicato alle 4.200 opere d’arte originali e 50.000 multipli. Negli interni della Concordia, disegnati dall’architetto di Miami Joe Farcus, erano esposti i nove pannelli “Viaggio nelle città europee” di Aldo Spolti, 24 oggetti di cristallo della prima metà dell’ottocento, 12 xilografie giapponesi, tre tele “Oltremare” di Omar Galliani, il pannello “Incontrarsi” di Javier Garcerà, la tavola “Incontro e dissoluzione” di Jordi García Pons e “La Città della Concordia” di Fernando De Filippi . Tutto sprofondato in quello stesso mare che ora bisogna cercare di salvare ad ogni costo dal disastro ambientale. Per non perdere un’opera d’arte molto più preziosa: quella dei paesaggi incontaminati sempre più rari a causa di troppi “errori umani” che li stanno distruggendo.
Nel frattempo anche i primi effetti sui mercati finanziari non si sono fatti attendere: secondo gli assicuratori della Lloyd di Londra tra danni materiali e morali, il disastro potrebbe pesare economicamente per Costa Crociere spa quasi miliardo di euro. Nella giornata odierna la società proprietaria di Coste, la Carnival ha perso più del 23% in borsa. Cifre record che caratterizzano il mercato della finanza, ma che probabilmente sembreranno molto irrisorie davanti alle troppe vite umane perdute e allea minaccia ambientale che si prospetta. Si dice che i soldi vanno e vengono, ma le bellezze naturali del nostro pianeta, una volta andate, sono molto difficili da riavere indietro.

 

Confuse sono per il momento le fonti ufficiali dei dispersi. Nella lista aggiornata sarebbero 29 le persone di cui si sono perse le notizie: 25 passeggeri e 4 membri dell’equipaggio.
Secondo un censimento le opere d’arte e oggetti d’antiquariato a bordo sono circa 6.000.