La politica è pronta ad investire ingenti somme per la progettazione e costruzione di nuovi musei, ma si trova poi in difficoltà quando si tratta di affrontare i costi di gestione come luce, acque e gas, o peggio ancora, quelli destinati alle collezioni al suo interno.

Dal bilancio pubblicato recentemente sul quotidiano tedesco “Die Zeit” e firmato dall’autorevole Presidente del Parlamento Tedesco Norbert Lammert emerge la spinosa questione sulla sostenibilità dei nuovi musei, che hanno spese di progettazione e costruzione sempre più alte, ma possono dedicare solo percentuali minime per l’acquisizione delle opere che contengono.

Sempre più si ha l’idea che il ruolo dei musei sia passato da spazio di arte e innovazione a mezzo per il conseguimento di consenso politico e acquisizione di fama. Nello scenario descritto dal Presidente tedesco emerge infatti il dubbio su quale sia attualmente la vera funzione del museo: quella di arricchire il paesaggio urbano e dare prestigio a chi lo commissiona e chi lo progetta, oppure di contenere opere di valore e servire come spazio creativo e innovativo per la comunità? A sostegno della prima ipotesi parlano ancora i dati del bilancio di Lemmert, che vedono il numero dei nuovi musei tedeschi aumentare di un terzo in soli 20 anni, a fronte di un aumento dei visitatori solo del 10%.

La tendenza a costruire nuovi e spettacolari musei, magari ricorrendo alle archistar, per dotare la propria città di un’opera che le dia lustro internazionale è partita dall impatto positivo sul territorio del Guggenheim Museum di Bilbao e ha contaminato un po’ tutta Europa. Anche l’Italia non è stata risparmiata, con la recente realizzazione del MAXXI a Roma, firmato dall’architetto iracheno Zaha Hadid, che ha suscitato non poche critiche ancor prima della sua inaugurazione. Sia il costo eccessivo, sia la scarsa attenzione alla funzionalità dello spazio espositivo sono stati gli aspetti più dibattuti. Dati anche i recenti tagli alla cultura, ci si chiede se è giustificabile e necessario fare investimenti di questo tipo, soprattutto quando non è certa la sostenibilità del museo nel tempo.

Per la Germania Lemmert il suggerimento è di porre delle limitazioni alla costruzione di nuovi musei, la cui realizzazione dovrebbe essere permessa solo nel caso in cui sia garantita la sostenibilità sia della prima fase di costuzione, sia del successivo mantenimento. In questo modo infatti i fondi statali possono essere investiti in maniera più accurata e i musei possono mantenere una percentuale di budget adeguata per le nuove acquisizioni, che invece era crollata drasticamente negli ultimi anni.

Certamente l’idea di negare ad una città un proprio museo può sembrare un po’ drastica, ma è anche vero che il crescente numero di spazi rischia di disperdere risorse in spese di gestione, creare competizione tra le istituzioni e di far perdere di vista il vero obiettivo, ossia il rendere accessibili le opere. Infine è da notare che le difficoltà a far quadrare i conti mettono i musei in una posizione di dipendenza da finanziatori e collezionisti privati, limitandone anche la capacità di garantire una offerta culturale continuativa, attuale e di qualità.

Il bilancio tedesco ha messo in luce gli aspetti critici della tendenza a realizzare contenitori rimanendo senza risorse per investire sul contenuto, ora resta da vedere se le sue proposte saranno prese in considerazione rendendo di nuovo protagoniste le collezioni.

Foto: Museo Folkwang a Essen ad opera di David Chipperfield