L’esigenza di trovare servizi a finalità sociale integrati nel territorio per abbattere i costi della vita in tempo di crisi e nel contempo far sì che tali servizi non vengano meno soprattutto a certe categorie ( come le giovani coppie, gli anziani, i disabili, gli immigrati, ecc..) ha determinato una crescente attenzione all’agricoltura sociale.
Attenzione che si è fatta presente anche nelle forze politiche di varia estrazione in particolar modo grazie a deputate e senatrici. Insomma le donne della politica, come quelle della società civile, percepiscono rapidamente  i cambiamenti della società e valutano quali siano le soluzioni possibili.
In un periodo poi, in cui i Comuni sono spesso visti sotto cattiva luce, in special modo quelli con pochi abitanti, ritenuti inutili e fonte di sprechi proprio da chi non rappresenta un fulgido esempio di parsimonia, diventa necessario escogitare nuove modalità di relazione e collaborazione fra la città e la campagna.
Pertanto dobbiamo approfondire, sostenuti dalla legittimità delle norme nazionali e regionali, quale ruolo possono avere le fattorie didattiche, quelle sociali, quelle che consentono  un invecchiamento attivo dando in affitto o in cambio di qualche servizio, un piccolo orticello da coltivare.
Ecco allora che nascono quei servizi, che chiamo social-rurali, offerti da giovani imprenditori agricoli che hanno colto queste nuove esigenze del cittadino e hanno avviato nuovi modelli di impresa attingendo ai fondi comunitari.

L’onorevole Gabriella Carlucci ha ad esempio presentato lo scorso novembre una proposta di legge “Disposizioni in favore dell’agricoltura sociale” insieme al suo ex collega  di partito (PDL) Gaetano Nastri, con la funzione di dare un assetto giuridico al settore e renderlo omogeneo in tutto il territorio nazionale proponendo anche l’istituzione di un Fondo per il suo sviluppo di 10 milioni di euro all’anno per 3 anni.
L’onorevole Anita Di Giuseppe, capogruppo IdV in Commissione Agricoltura alla Camera. ha ugualmente presentato una proposta di legge similare, con dotazione di 15 milioni di euro.
La deputata del PD Susanna Cenni, insieme all’on.le Massimo Fiorio, suo compagno di partito , hanno avviato un viaggio/ricerca localizzato essenzialmente nelle Regioni Centro-Settentrionali, per incontrare operatori e valutare le problematiche delle fattorie sociali che spontaneamente stanno nascendo in queste realtà.
Molte iniziative sono perlopiù dettate dalla preoccupazione generata dalla crisi finanziaria internazionale che avrà ripercussioni, con i tagli alla spesa sociale, sui cittadini meno rappresentati e sui giovani e in particolar modo sulle donne.
Recentemente la  XIII Commissione permanente (Agricoltura) della Camera dei Deputati ha svolto un’audizione con tutte le Associazioni più rappresentative (Organizzazioni Agricole, Associazioni Biologiche, La Rete delle Fattorie Sociali, Il forum Nazionale dell’Agricoltura Sociale, ecc..) quale momento di ascolto e valutazione per l’avvio di un’indagine nazionale sull’entità del fenomeno ed anche per conoscere le potenzialità di questo settore in ambito delle proposte della nuova PAC 2014-20.
Le fattorie sociali possono rappresentare un valido aiuto a chi è in svantaggio, ma hanno bisogno di supporti (formazione, priorità, visibilità, agevolazioni fiscali, ecc..) per offrire un nuovo modello di sviluppo equo e sostenibile.
La crescita del nostro Paese potrebbe ripartire anche da qui…