L’idea di creare una versione italiana del gioiello dell’informazione online americano, l’Huffington Post, circolava già da diversi mesi ma il colpo di scena finale, il coup de théâtre, è arrivato solo quest’oggi: dopo il rifiuto iniziale del gruppo editoriale L’Espresso alla trattativa tra Repubblica e Huffington Post, erano stati infatti i dirigenti di RCS Corriere della Sera ad avviare le contrattazione per una possibile versione italiana del noto aggregatore online. Andata però in fumo, in quanto non raggiunto l’accordo che prevedeva per gli americani la detenzione del 51% delle quote, mentre per Via Solferino la totale libertà sulla linea editoriale.
Ed ecco quindi rispuntare il gruppo L’Espresso di De Benedetti che quest’oggi ha ufficializzato l’accordo tramite le pagine del quotidiano La Repubblicache prevedrebbe una joint venture paritetica tra i due gruppi.
La messa on-line è prevista per la fine del 2012, un anno già molto importante per il quotidiano telematico, nato nel 2005 ed acquisito l’ottobre scorso dal colosso della comunicazione Aol per 315 milioni dollari. Il 23 gennaio, infatti, uscirà anche la sua versione francese diretta dalla ormai celebre Anne Sinclair (moglie dell’ex-direttore del Fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Khan), a febbraio quella canadese e a marzo quella spagnola.
L’Huffington Post, con i suoi 36 milioni di utenti unici al mese, è una delle rivelazioni editoriali degli ultimi anni: miscelando cronaca, aggregando contenuti scritti da altri e scegliendo sapientemente i propri blogger (tra cui figurano anche Madonna, Michelle Obama e Larry Page) è riuscito in poco tempo a cambiare l’assetto dell’informazione sul web, creando sinergie tra i nuovi social media e il giornalismo tradizionale.
E per la versione italiana, sono inoltre aperte le selezioni per il direttore e per la redazione: 10 giornalisti al massimo che dovranno traghettare uno dei più redditizi siti americani nel mercato, più conservatore rispetto a quello oltreoceano, del Belpaese.