Se passate da Londra affrettatevi a fare una visita al parlamento di Westminster. La celebre torre del Big Ben sovrastante l’edificio che ospita la Camera dei Lord e quella dei Comuni è a rischio sprofondamento. Sembra infatti che tra un centinaio di anni potremmo vedere il monumento inclinato come la torre di Pisa o peggio ancora precipitare nel Tamigi su cui si affaccia parte della struttura.
Così, acquisito il parere degli esperti, i parlamentari inglesi hanno iniziato a cercare soluzioni per ovviare al problema. Dapprima è stata accettata l’ordinaria soluzione di restaurare l’intero edificio eppure sembra che quello della sua stabilità non sia l’unica preoccupazione. Anche l’impianto di riscaldamento, le cui caldaie risalgono alla seconda guerra mondiale, potrebbe saltare in aria e nei sotterranei infine è presente l’amianto, materiale pericoloso per la salute, che dovrebbe essere smaltito. Il preventivo richiesto però non sembra essere alla portata delle casse dell’amministrazione britannica: l’intero rifacimento costerebbe circa un miliardo di sterline (1 miliardo e 150 milioni di euro), l’equivalente dell’intero valore di tutto l’edificio. Una cifra che ha fatto impallidire i parlamentari di sua maestà, costretti ad ammettere che tale importo risulta quasi impossibile da stanziare in un momento di crisi economica e pesanti tagli al bilancio dello stato. E se le casse del Tesoro britannico non riescono a salvare lo storico Parlamento inaugurato nel 1213, allora si fanno largo ipotesi alternative. Tra queste John Bercow lo speaker della camera dei Comuni ha avanzato la proposta di trasferire tutta l’amministrazione in un’altra sede temporaneamente, per permettere l’avvio dei lavori. Ma se i soldi per il restauro non ci sono, basterà semplicemente traslocare? Consapevoli che il problema non è di facile risoluzione, un’autorevole voce parlamentare ha dichiarato al Mail on Sunday  -il quotidiano inglese che ha riportato la notizia,- che non esclude di vendere il simbolo dell’Inghilterra ai Russi o ai Cinesi. Una dichiarazione sconcertante che rende l’idea della crisi profonda che ha colpito la monarchia britannica. Mettendo a confronto due vicende analoghe, con un po’ di humor britannico gli italiani possono consolarsi nel pensare che almeno il Colosseo non verrà venduto al Sol Levante ma che, polemiche a parte, sarà restaurato da una ditta privata italiana. Forse una volta tanto non abbiamo nulla da invidiare allo stile British.