Si è detto di come i giovani siano l’ “Italia migliore”, il vero motore della rinascita economica e culturale. Si è detto pure di come questo valga più che mai nel mezzogiorno, un’area che offre un ventaglio di opportunità che nascono dalla ricchezza ambientale, paesaggistica e culturale endemica al territorio.
Se inizialmente era il libero associazionismo a parlare della necessità di investire sulle nuove generazioni, e poche piccole realtà imprenditoriali facevano proprio il messaggio tramite iniziative individuali, meritevoli ma sporadiche, sembra ormai che la consapevolezza abbia  raggiunto anche i vertici politici, soprattutto i più lungimiranti a livello regionale, che come sappiamo è il piano fondamentale per le politiche di sviluppo locale, data la sua presa sul territorio.

Modelli di iniziative esemplari si diffondono sempre più tra le regioni del sud Italia.
Qui proponiamo un’analisi dimostrativa di una sperimentazione regionale efficace, senza pretese di esaustività  rispetto ad altre politiche del mezzogiorno.
Zoccolo forte dello stivale, la Puglia, tramite l’Assessorato alle Politiche Giovanili,  con l’ iniziativa “Bollenti Spiriti” stimola la  cittadinanza attiva dei giovani pugliesi, con ciò dimostrando un cambio di rotta rispetto al passato: non “sistemare” i giovani ma bensì valorizzarne le risorse.

Dal 2007 la regione attiva e sviluppa un insieme di interventi volti alla partecipazione dei giovani per la crescita del territorio. Le opportunità sono molteplici, e toccano tutti gli ambiti della realtà locale.

Fulcro del programma sono i bandi “principi attivi” miranti a finanziare iniziative giovanili attinenti la tutela e la valorizzazione del territorio (tramite progetti di turismo sostenibile e sviluppo urbano e rurale), lo sviluppo dell’economia della conoscenza e dell’innovazione, e  l’inclusione sociale, connessa ai temi della qualità della vita, della disabilità, dell’antirazzismo, delle pari opportunità, dell’accesso al lavoro e della legalità.

Proprio il valore della legalità è al centro dei maggiori dibattiti in tema di potenzialità di crescita del mezzogiorno. È il Rapporto Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) 2011 a illuminare ancora una volta sull’ intreccio tra mafia ed economia: un Pil in recessione e un’industria più sofferente che nel resto del Paese sono la diretta conseguenza della morsa delle mafie che soffocano ogni iniziativa e uccidono le speranze di sviluppo. La presenza della mafia determina infatti un’adverse selection, dovuta al fatto che le risorse umane con talento tendono ad andare altrove e le imprese oneste evitano di insediarsi nei territori in cui è radicata la presenza di organizzazioni criminali, e se pure scelgono di stabilirvisi la loro crescita è più lenta e svantaggiata rispetto alle aziende colluse con la criminalità.

La Regione Puglia si fa portavoce dei sentimenti delle giovani generazioni, che più delle altre sentono soffocante l’ingiustizia di questa realtà e percepiscono come la promozione di cultura e diritti sia uno strumento essenziale nella contrapposizione ai fenomeni mafiosi, dedicando al tema una specifica azione: il “cantiere della legalità”, un insieme di interventi  per la diffusione tra i giovani della cultura dell’antimafia sociale.

Obiettivo precipuo, lo sfruttamento economico e il riuso sociale di beni sottratti alla criminalità organizzata, tramite l’affidamento della gestione a imprese e associazioni che si impegnano ad attivare spazi creativi ed eventi di formazione e discussione sulle tematiche della legalità, della memoria e dell’azione non violenta, al fine di creare un movimento giovanile che si proponga la prevenzione del crimine organizzato.

Con “Libera il Bene”, iniziativa realizzata in collaborazione con l’Associazione Libera (Associazione Nazionale di promozione sociale),  la Regione invita il pubblico e il privato ad interagire e collaborare nella lotta alle mafie per scopi sociali, economici e di tutela ambientale, tramite il riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Tale iniziativa si sostanzia in un finanziamento agli enti locali destinatari dei beni, concesso sulla base di un bando aperto a partecipazioni pubblico-privato: Comuni e Province attraverso una procedura di evidenza pubblica, individuano preliminarmente un’ipotesi di riutilizzo del bene e un soggetto gestore, col quale poi redigono una proposta progettuale di recupero, ristrutturazione e rifunzionalizzazione dei beni confiscati.

 Tra i vari progetti approvati il caso del MOMArt – Motore Meridiano delle Arti, non è soltanto il più famoso, ma anche il più innovativo, avendo avviato una nuova modalità di riuso sociale dei beni appartenenti alla criminalità organizzata, sequestrati ma non ancora confiscati.

Nato dagli spazi di un’ex discoteca (il Moma di Adelfia), i l MOMArt è il risultato di una collaborazione vincente tra il Teatro Kismet OperA e l’Associazione Libera, che ha visto crescere un hub creativo di produzione artistica del territorio, uno spazio performativo e un motore di relazioni internazionali.

Il caso del MOMArt è una brillante dimostrazione di come l’intraprendenza consapevole dei giovani sia capace di creare non solo concreti simboli di lotta alle mafie, ma anche opportunità di sviluppo sociale, economico e occupazionale del territorio.

Approfondimenti:
http://bollentispiriti.regione.puglia.it/
Libera il bene
MoMart