Intervista al Dott. Roberto Ferrari, project manager del Sistema “Ville Gentilizie Lombarde”

Villa Arconati (Castellazzo di Bollate), Villa Cusani Tittoni Traversi (Desio), Villa Borromeo Visconti Litta (Lainate), Palazzo Arese Borromeo (Cesano Maderno) e Villa Pusterla (Mombello di Limbiate) sono i primi cinque gioielli architettonici messi a Sistema grazie alla collaborazione di enti pubblici e società private e al cofinanziamento della Fondazione Cariplo. Insieme hanno costituito il Sistema della Ville gentilizie Lombardo nato per tutelare e promuovere il patrimonio culturale territoriale.

Dott. Ferrari, il Sistema delle Ville Gentilizie Lombarde rappresenta un modello sperimentale di gestione e tutela del patrimonio che per il momento è stato applicato a 5 residenze storiche. Come si è strutturato il modello di project financing?
In realtà non si tratta di un’operazione di project financing in senso stretto, bensì di un progetto di integrazione che reputiamo interessante, perché condensa, sotto il coordinamento di partner pubblici e privati, le funzioni di fundraising, didattica, promozione-commercializzazione, comunicazione, oltre che importanti interventi di restauro e rifunzionalizzazione degli edifici storici. Rimarco la presenza di un partner privato, la Fondazione A. Rancilio, accanto ai Comuni di Cesano Maderno (capofila), Lainate, Desio, Bollate ed alla Provincia di Monza e Brianza. Ed ancora una volta vale considerare il grande supporto finanziario e tecnico che la Fondazione Cariplo assicura, e l’interesse sempre più diffuso verso i sistemi culturali in genere, che in Lombardia sono oramai una realtà consolidata (penso ai sistemi museali e bibliotecari). 
Il sistema trae la sua forza, a mio avviso, dal grande lavoro di concertazione avviato cinque anni addietro dalla Regione Lombardia (DG Cultura e IReR Lombardia) con i proprietari delle ville, ed attuali partner. Quella fase ha peraltro impresso al progetto una vocazione regionale, che intendiamo sostanziare attraverso un coinvolgimento crescente di altre dimore storiche lombarde.

La promozione del territorio è un tema cardine anche in vista dell’Expo 2015. Come pensate di contribuire al grande evento?
Un primo elemento concerne proprio il rafforzamento della rete, con l’inclusione di altre ville entro il 2012 – anno di conclusione del co-finanziamento della Fondazione Cariplo. In questo modo contiamo di offrire una proposta culturale ampia, diversificata e soprattutto diffusa sul territorio lombardo.
Al contempo, stiamo esplorando le opportunità connesse all’evento, relativamente ad esempio all’ospitalità diffusa ed a possibili servizi da offrire nelle ville. È chiaro che molto andrà fatto per innalzare la qualità delle strutture e dei servizi, ma il sistema può costituire una piattaforma operativa flessibile per il territorio. 

La Fondazione Cariplo ha deciso di finanziare il sistema, dimostrandosi una realtà molto attenta al territorio, così come già accaduto per i vari distretti culturali. Avete intenzione di collaborare anche con questi ultimi?
La Provincia di Monza e Brianza, partner del progetto, ha da sempre spinto verso una crescente integrazione tra il Sistema delle Ville e il Distretto Culturale da essa guidato. Sul fronte delle attività, segnalo che le ville del sistema (anche quella della Provincia di Milano) hanno aderito a “Ville Aperte in Brianza”, una manifestazione oramai di consolidato successo. Sul fronte della gestione, esistono ambiti di possibile integrazione come la promozione, lo Sportello per la Conservazione Programmata e la formazione, su cui già abbiamo lavorato in modo congiunto. 

Quali le strategie di pricing che avete applicato per i ticket delle 5 residenze? Avete pensato ad un’offerta intergrata?
Ad oggi i prezzi di ingresso e dei servizi sono diversificati, anche in ragione di condizioni di accessibilità e fruizione eterogenee. Intendiamo tuttavia semplificare le modalità di accesso predisponendo una card di fruizione integrata, che includa inoltre servizi di ospitalità e ricettività in senso allargato, coinvolgendo gli operatori del territorio.

Il Sistema “Ville Gentilizie Lombarde” è inoltre un buon esempio di gestione pubblico-privata. È, secondo lei, un modello di cooperazione esportabile anche altrove?
Sicuramente esistono aspetti di interesse anche per altri contesti territoriali e tematici – penso in particolare alla replicabilità del Centro Servizi, come modello di raccordo operativo dei proprietari. L’ambizione è coinvolgere sempre di più le istituzioni che operano a favore della tutela e della valorizzazione dei luoghi di cultura; se saremo in grado di comporre relazioni trasversali con il MiBAC, la Regione e i soggetti pubblici, privati e non profit del territorio, allora sì che avremo attivato un livello di cooperazione proporzionato alle attese. Adesso la questione cruciale è importare ed includere contributi e competenze, ad esportare i modelli ci penseremo più in là.

Approfondimenti:
www.villegentilizielombarde.org/