Cremona e il suo territorio da sempre si distinguono per le affinità elettive con la Musica: sede della prestigiosa Università di Musicologia e della Scuola di Liuteria, ha dato i natali ad Antonio Stradivari, mito indiscusso della liuteria della quale esprime da sempre un’eccellenza.
Ora la Provincia è stata scelta da Fondazione Cariplo come territorio ottimale per la creazione di un Distretto culturale, secondo il Bando lanciato nel 2007.
Cremona è la quarta tappa nell’indagine sui distretti attivi della Lombardia.

Ne abbiamo parlato con Chiara Bondioni, responsabile del Distretto culturale della Provincia di Cremona.

Dopo circa un anno dall’approvazione di Fondazione Cariplo, quali progetti avete attivato? Funziona la struttura di governance?
Non è stato facile. A differenza di altri territori eleggibili individuati da Fondazione Cariplo nello studio di pre-fattibilità, quello della provincia di Cremona è anomalo e complesso, poiché entro i suoi confini amministrativi convivono più identità storiche e culturali.
La zona di Crema e del cremasco ha caratteri di forte indipendenza, che la rendono molto differente dal resto della provincia e più orientata verso un’influenza meneghina che verso la tradizione rurale cremonese; Cremona e la tradizione della liuteria hanno un’identità spiccata  che rischia di mettere in ombra le innumerevoli espressioni creative della rete provinciale; la zona meridionale– il casalasco – è una realtà legata a una tradizione agricola molto forte, un patrimonio ambientale particolare con la presenza di un’ architettura rurale interessantissima.
Il Distretto ha cercato di interpretare, durante il lungo lavoro di preparazione dello studio di fattibilità, azioni di rete che potessero esprimere queste anime, proponendo trame di integrazione attraverso tre aree progettuali: la musica, i musei, il territorio.
Ci siamo candidati nel 2007, con una giovane esperienza di programmazione negoziata e di progettazione integrata, che si è sviluppata soprattutto a partire dal ciclo di programmazione comunitaria 2007 –2013, nel quale anche il nostro territorio è divenuto destinatario dei contributi del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Prima vi era una consapevolezza minore di queste opportunità, e, se non mancavano spunti importanti di progetti di sviluppo locale, spesso mancavano i requisiti per poterli candidare. 
La progressiva definizione delle azioni previste nel triennio di start-up e il dialogo con Fondazione Cariplo ha poi fatto emergere la Musica come asse identitario e primo filone trainante della nostra progettazione.
La struttura della governance, molto snella, prevede una gestione interna all’Ente, che ne ha fatto il perno delle attività dell’Assessorato alla cultura, e un assetto giuridico  basato su un sistema per accordi con i singoli beneficiari. Il livello di indirizzo, di sviluppo e di implementazione dei contenuti su scala provinciale si svolge nell’Assemblea del partenariato, cui tutti gli aderenti e i partner beneficiari partecipano.

Quali sono gli assi portanti della programmazione del Distretto?
Lavoriamo, in costante interazione con il territorio, su due letture dominanti sviluppate intorno al tema della musica, e proiettate sull’intero territorio provinciale: un progetto di marketing territoriale a fini turistici basato sulla musica e un progetto di sviluppo della filiera della conoscenza in ambito musicale.
Alcuni interventi su beni architettonici, che abbiamo scelto di proporre insieme al Comune di Cremona, hanno una chiave di lettura in questa direzione: la valorizzazione dei luoghi della formazione in campo musicale.
Si tratta di due interventi collegati, che rientrano nel progetto di pianificazione omogenea dell’uso degli immobili di pregio storico-artistico di proprietà pubblica: il primo è il rinnovamento e il recupero degli spazi liberi di Palazzo Raimondi a Cremona, con l’obiettivo di dedicarlo integralmente alla Facoltà di Musicologia, assicurandole una collocazione stabile e prestigiosa. La disponibilità di spazi è stata offerta dalla ricollocazione in Palazzo Pallavicino a Cremona della Scuola Internazionale di Liuteria “Antonio Stradivari”, nell’ambito della seconda azione con la quale si realizza l’adattamento del Palazzo a sede della Scuola Internazionale di Liuteria “A. Stradivari”, ora anche Liceo musicale.
Le due azioni sono centrali nel processo distrettuale di valorizzazione del capitale umano, della formazione d’eccellenza e dell’identità culturale del territorio, basata sulla promozione e sul rilancio della tradizione liutaria e musicale.

La filiera della conoscenza, in relazione alla liuteria e all’artigianato artistico d’eccellenza,  si mostra in diverse altre azioni: ad esempio con il partner Cr.Forma – Azienda Speciale Servizi di Formazione Provincia di Cremona.
Il Distretto cofinanzia e promuove l’organizzazione di nuovi corsi di formazione specializzata a Cremona e Crema per il settore del restauro del patrimonio storico-artistico e per la valorizzazione della cultura musicale.
I percorsi formativi triennali attivati con Cr.Forma riguardano, fra le altre, le figure professionali del Tecnico restauratore di Beni Culturali per organi a canne e, nell’ambito dei percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore nel settore “Industria e Artigianato”, per Tecnico Superiore di produzione – Costruttore di archetti per strumenti musicali ad arco.

Stiamo sviluppando, in un’ottica di progressiva implementazione delle azioni del Distretto, attività per il collegamento e il radicamento a livello locale di opportunità di ricerca scientifica e formazione universitaria nel campo dell’acustica e dell’ingegneria del suono. Collaboriamo infatti con il Politecnico di Milano, aderente al Distretto, per il piano di sviluppo del Polo di Cremona.

Un altro tassello importante riguarda il fenomeno delle Masterclass che nel nostro territorio si sta sviluppando in modo molto interessante. Il progetto inserito nel piano di start-up del Distretto insieme all’Associazione Amici del Casalmaggiore International Festival, con il sostegno della Provincia e del Comune di Casalmaggiore, prevede il consolidamento della scuola di perfezionamento di musica da camera del “Casalmaggiore International Festival”, attraverso una presenza più selezionata di studenti, il miglioramento della qualità dell’offerta formativa e la promozione dell’attività concertistica.

Insieme alla Camera di Commercio di Cremona abbiamo proposto all’interno del Distretto il progetto Distretto della musica, la cui idea portante è la resa tangibile e visibile del valore identitario del tema musica per la provincia di Cremona, attrattore di unicità e di eccellenza. Oltre ad azioni di formazione degli operatori della filiera della ricettività nei poli territoriali di Cremona, Crema, Casalmaggiore, realizziamo attività promozionali di diffusione della cultura della musica come nodo di identità e specificità locale, in collaborazione con realtà prestigiose come la Fondazione Stradivari Antonio Stradivari – La Triennale di Cremona e  MITO Settembre Musica.

Il nostro obiettivo di sviluppo economico è il raggiungimento di una  internazionalizzazione diffusa e, per partire, abbiamo promosso un workshop del turismo musicale come luogo d’incontro tra domanda e offerta, invitando operatori esteri. Con due edizioni alle spalle, ospitate nello storico Teatro Ponchielli di Cremona, gli agenti esteri hanno conosciuto, toccato, sperimentato l’offerta e i prodotti di settore, relazionandosi con i nostri attori locali.

Il territorio è intercettato, poi, in alcuni ambiti in cui operano i nostri sistemi culturali, a vari livelli (dallo spettacolo, al paesaggio fluviale, dalle realtà museali alla trasmissione dei saperi), in un’ottica anche in questo caso di progressivo ampliamento e incremento processuale.

Il progetto Teatri di Fiume coinvolge un partenariato a cui fanno capo i quattro festival di spettacolo estivi  – l’Associazione Piccolo Parallelo Cecchi-Zappalaglio con il festival Odissea, il Comune di Motta Baluffi capofila de Il Grande Fiume, il Festival L’Opera Galleggiante dell’Associazione Terre d’Acqua e il Comune di Pizzighettone per La Valle dell’Adda, con un coordinamento del Distretto con l’obiettivo di programmare in modo integrato e valorizzare gli aspetti culturali legati al portato storico-artistico e ambientale dei luoghi coinvolti e le filiere dell’accoglienza e dell’attrattività.

Con il Comune di Romanengo stiamo seguendo il restauro della Rocca, funzionale alla sua futura identità come polo culturale e con il Comune di Casalmaggiore il restauro di Palazzo Martinelli, altro luogo storico di alto pregio in cui la presenza di attività formative e culturali sarà rafforzata e promossa. Infine, il Comune di Scandolara Ravara, è nostro partner con un interessante progetto di allestimento e curatela del futuro Museo della Corda, punto di riferimento per un antico sapere da proteggere ma soprattutto da leggere come punto di riferimento per i saperi e i mestieri della contemporaneità.

Come funziona la rete di territorio e come sta reagendo il territorio (pubblico, imprese, opinion leaders, media)?
Dopo il mese di giugno 2009, la Provincia di Cremona, in seguito al cambio di amministrazione, ha operato una verifica dei contenuti e della strategia operativa del piano delle attività del Distretto. Lo Studio di fattibilità è stato oggetto di un’analisi orientata a privilegiare la fattibilità delle azioni, che ha generato alcune sostanziali modifiche, utili sia al raggiungimento di alcuni step fondamentali indicati da Fondazione Cariplo e dalle Linee Guida, sia al rinnovato e necessario confronto con le nuove amministrazioni locali, anch’esse in gran parte interessate dalle elezioni amministrative. Anche le nuove amministrazioni sono state chiamate a ponderare i contenuti dello Studio, a confermare gli impegni legati agli accordi di distretto e a condividere le proprie valutazioni in merito. Gli assi strategici generali della progettazione non sono mutati. Dunque, in questi tre anni abbiamo avviato dialoghi a tutti i livelli; sono stati colloqui poco “guidati”, ma sensibili alle esigenze e alle proposte del territorio che ha operato in un clima di corresponsabilità reale.
Il settore pubblico si è reso interprete delle proposte e catalizzatore nello spiegare, proporre, chiamare alla partecipazione con incontri bilaterali.

Il mondo della media e grande imprenditoria non è presente nello start-up del progetto, ma vi è la presenza importante della Camera di Commercio, protagonista di una delle azioni più significative del Distretto, che ha portato all’adesione del Consorzio Liutai di Cremona. Queste presenze rispecchiano i temi connotanti del distretto e le filiere economiche che il Distretto coinvolge direttamente, cioè prima di tutto la fitta rete di piccoli artigiani specializzati nel settore della produzione e manutenzione di strumenti musicali.

Modello di riferimento per la creazione della rete sono stati i Libri Verdi della Comunità Europea e, in particolare, le riflessioni sui cluster del settore dell’economia della conoscenza e sugli strumenti per lo sviluppo dell’imprenditorialità culturale.

Come promuovete attività economiche?
Come dicevo, un obiettivo di sviluppo economico del nostro Distretto è l’internazionalizzazione. Stiamo progettando un’interazione sul piano economico tra filiera culturale e le altre filiere ad un livello più orientato verso il capitale umano e i servizi ad esso connessi.
Per fare un esempio, il Consorzio Liutai ha un’identità già ben strutturata: con questa realtà il Distretto può lavorare per il posizionamento nel mercato internazionale.
Con gli atenei presenti con loro sedi a Cremona, e aderenti al Distretto – l’Università degli studi di Pavia e il Politecnico di Milano – vogliamo spingere sulla ricerca nel campo del suono.
Le attività di internazionalizzazione possono scongiurare anche una certa autoreferenzialità connessa alle realtà locali, ponendole in relazione in una dimensione sfidante e stimolante: i nuovi mercati. La Cina, ad esempio, è già un nostro interlocutore: ogni anno invia studenti e professionisti nel campo della musica a perfezionarsi a Cremona e a Casalmaggiore, dove il Casalmaggiore International Festival seleziona studenti non solo su base curricolare, ma sulla base delle capacità esecutive.
Il dialogo è avviato, metterlo a frutto per un’apertura del nostro territorio e per la valorizzazione e il riconoscimento internazionale della nostra eccellenza sarà la sfida dei prossimi anni.

Periferia è bello? è meglio? Perché avete optato per il modello del distretto, invece che per una Fondazione, un’associazione, un Consorzio?
Non so se è meglio, ma porta dei valori. In questi anni abbiamo lavorato moltissimo affinché si possa tornare a un’identità più definita, ad una consapevolezza più forte della propria storia, al consolidamento di ciò che si è o si è diventati. I processi che abbiamo attivato sono il risultato del nostro bagaglio di competenze, di tradizioni, di gusto, che vogliamo proiettare nel futuro, in una filiera lunga, con chiarezza di indirizzo e competenze specialistiche.
L’autonomia è un’opportunità, ma in questo momento storico il ruolo istituzionale della Provincia si sta svuotando. La nostra ambizione è quella di verificare che il modello distrettuale possa sopravvivere nel tempo, con la sua formula di governance di rete, rimanendo indipendente dalle Istituzioni, parallela ad esse e ulteriore.
L’idea è conservare una struttura semplice che si muova con agevoli accordi di distretto che implementino via via le azioni, senza creare nuove forme giuridiche, per preservare la sostenibilità e non creare forme di governo ridondanti.
Per il momento ci siamo parlati poco con Mibac e Soprintendenza. Manteniamo invece un dialogo stretto e collaborativo con gli altri Distretti Lombardi attraverso i tavoli di confronto proposti da Fondazione Cariplo.

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