Chiamiamo le cose con il loro nome: viviamo in un Paese in cui esiste uno stereotipo che definisce l’arte noiosa.
Non si parla di cultura in senso lato, ma di patrimonio artistico: che sia urbano, architettonico, pittorico, si intendono quindi le opere fisicamente esistenti, davanti a cui ci troviamo e temiamo di rimanere ammutoliti davanti all’incomunicabilità che emanano. E di colpo, diventano noiose.
Ma la noia non è forse un concetto estremamente relativo?
A Bologna è nato un progetto che parte proprio da questa convinzione: nulla è noioso, se è raccontato in modo da non esserlo.
Proprio in base a questa convinzione nasce Art-Blitz!, evento creato da Jacopo Innocenti e Elena Ramazza, i due giovani bolognesi fondatori di Habitart associazione culturale che propone eventi e progetti che valorizzano il patrimonio culturale senza agire sulle opere di cultura, ma sullo sguardo e la percezione del pubblico.
Sabato 28 gennaio, in occasione della Notte Bianca di Arte Fiera – Art First si sono tenuti i primi Art-Blitz, ovvero brevissime incursioni “nell’arte” e “dell’arte”. I visitatori diretti dentro Palazzo d’Accursio per fare un giro tra le installazioni di Arte Fiera Off (gli eventi in giro per la città che rientravano nel programma di Arte Fiera) potevano, prima di misurarsi con le forme dell’arte contemporanea, godere di qualche minuto di “incursione artistica” grazie agli Art-Blitz.
Habitart ha posizionato un gruppo di giovani storici dell’arte pronti a fornire informazioni e raccontare aneddoti sulla storia e gli aspetti culturali di Palazzo d’Accursio, in modo rapido, divertente, condensato e incisivo (nonché assolutamente gratuito): un vero tuffo, un vero blitz!
Per esempio, chi tra i bolognesi sa che il 24 febbraio del 1530, giorno dell’incoronazione di Carlo V venne costruito un pontile che collegava Palazzo d’Accursio e San Petronio per creare un effetto palcoscenico? Però … il pontile crolla! Ed era anche il compleanno del Re!
Oppure, sapevate che lo scalone che porta al primo piano del Palazzo sia stato fatto costruire da Papa Giulio II per farci passare cavalli e carrozze in modo da non scomodarsi troppo per raggiungere le sue stanze al secondo piano?
E chi sapeva che Sala Borsa, oggi bellissima biblioteca, nel secondo dopoguerra era Piazza Coperta di giorno e Palasport di sera? Venivano montati canestri per il basket, palchi per incontri di pugilato e il pubblico tifava dai ballatoi laterali, dove ora ci sono i tavoli studio e gli spazi dell’Urban Center.
Questo è il sapore degli Art-Blitz. Non è necessaria la narrazione cronologica né un’introduzione troppo specifica, lo stimolo serve poi ad approfondire ciò che è risultato più interessante.
Jacopo ed Elena, raccontano che «i cinque minuti che davano senso al nome dell’iniziativa diventavano spesso e volentieri dieci o quindici, e si finiva per chiedersi: “Se queste storie sono così semplici e divertenti, perché nessuno le sa?”»
Delle oltre duemila persone che hanno visitato le installazioni di Arte Fiera a Palazzo d’Accursio moltissime, e soprattutto in continuazione, si sono fermate a godersi gli art-blitz, e a farsi acchiappare da essi. Famiglie, intenditori, gruppi di amici nel pre-serata, giovani e meno giovani: un pubblico variegatissimo si è lasciato incuriosire, sorprendere e strappare risate nel giro di pochi minuti, per poi continuare verso Arte Fiera Off.
Riflettendo con gli ideatori del progetto, ci si interroga su come il progetto Art Blitz abbia tolto ogni accezione di “noia” dall’idea di dedicarsi per un po’ di tempo ad un intrattenimento artistico e culturale, e ci si continua a domandare esattamente dove e come questo processo venga innescato.
“Non possiamo dare una risposta definitiva” spiegano “però sappiamo c’è uno strano distacco tra l’atmosfera rassegnata che si respira tra la “gente di cultura” e il grande entusiasmo che abbiamo incontrato per strada la sera degli ArtBlitz. Nasce il sospetto che la convinzione radicata secondo cui i musei sono vuoti perché “oggigiorno la gente preferisce guardare la tv”, non sia del tutto fondata. La domanda di arte e di cultura esiste ed è forte, ne abbiamo avuto la dimostrazione. Ma spesso, soprattutto se si parla di arte un po’ fuori moda, come si trova ad essere a Bologna l’arte non strettamente contemporanea, si attesta un generale allontanamento del pubblico. I musei sono  deserti la maggior parte del tempo, e gli eventi disertati. Eppure, a giudicare dalle espressioni meravigliate dei nostri ascoltatori, pare che la storia e la storia dell’arte, persino nelle sue parti più demodé, non interessi esclusivamente gli specialisti, anzi. Che l’errore stia nel modo di proporla?”.
Ma qualsiasi cosa venga guardata è veicolata dall’occhio di guarda. Ed è su quell’occhio che è necessario agire, specie in un momento in cui imparare il come guardare e non solo il cosa è di vitale importanza.
Elena Ramazza e Jacopo Innocenti hanno le idee chiare, con l’entusiasmo di chi è appena partito, e le competenze giuste per provare a far girare le cose diversamente: “Siamo convinti che trovando il mezzo giusto – che non sappia di polvere o di professore –  raccontare questo tipo di arte potrebbe essere divertente e interessante per tutti, e non solo per i pochi che hanno un bagaglio culturale tale da farli sopravvivere, per esempio, a una visita in Pinacoteca.
Noi vogliamo cominciare dalla città, dall’arte che si incontra tutti i giorni camminando per strada: è incredibile quante storie si nascondano nelle strade che percorriamo tutti i giorni”.
La loro idea alla fine, è semplicissima, e proprio per questo assolutamente efficace: tu dammi cinque minuti, e grazie all’Art Blitz io ti immergo, ti racconto, ti fornisco informazioni, ti incuriosisco e ti stimolo ad approcciarti all’arte che in questo momento ti sta circondando. E poi, puoi continuare per la tua strada, senza formalismi né difficoltà.
Art Blitz combatte quella patina di noia che si deposita sulle cornici dei quadri e sulla forma mentale di chi a prescindere non si interesserebbe mai a una visita guidata perchè “è noiosa”. Perchè “è noiosa” non vuol dire niente, è un concetto personale e assolutamente carente dal punto di vista descrittivo.
Il neonato progetto di Habitart sfida il tempo, perchè si avvale di soli cinque minuti, e consacra il vero significato di arte alla portata di tutti: a chi non è in grado – per i più svariati motivi – di venire a richiedere un contenuto artistico e culturale, allora deve essere portato, perchè anche chi meno se lo aspetta può trovarsi completamente immerso in cinque minuti in cui si scopre che la storia di Bologna è stata fatta anche dalla sfortuna di Carlo V il giorno del suo compleanno, dalla pigrizia di Giulio II e dalla doppia vita di quella che oggi è la Biblioteca cittadina Sala Borsa.