La prima mostra tematica in Italia sul grande pittore veneziano Tintoretto dopo quella ritrattistica del 1937 si inaugura domani alle Scuderie del Quirinale a Roma. L’esposizione ospita non solo i quadri da cavalletto, ma anche le grandi e alte pale esposte nelle chiese e i dipinti della committenza pubblica e privata dell’aristocrazia veneziana. Tra questi l’ “Incoronazione della Vergine o Paradiso” in gara al concorso per la Sala del Consiglio a Palazzo Ducale a Venezia e due dipinti che ritraggono entrambi il soggetto dell’“Ultima Cena”, dove anticipando lo stile caravaggesco, il Tintoretto riporta in primo piano personaggi umili, per spiegare in modo semplice ai fedeli le sacre scritture e scardina tutte le regole della prospettiva realizzando il tavolo in diagonale. Oltre ai temi religiosi, sono esposti anche i dipinti con soggetto mitologico, di committenza privata, in cui l’artista ritrae la sensualità, raccontando alcuni miti classici come quello di Apollo e Dafne e di Venere e Marte. Un grande precursore della tecnica cinematografica, il Tintoretto regista come lo ha definito Jean-Paul Sartre: l’artista infatti attraverso le sue quinte sceniche ed effetti speciali, ottenuti con scorci di luce, ci trasmette le immagini religiose e profane con teatralità e passione. È proprio nella concezione dello spazio che il pittore veneto riesce a far emergere tutta la sua modernità. La mostra si  apre con l’autoritratto giovanile e il percorso si snoda seguendo la linea cronologica sino all’ultimo dipinto esposto, un autoritratto senile in cui lo sguardo del pittore è fisso su di noi, come se si chiedesse se siamo riusciti a cogliere il tormento che traspare dai suoi dipinti. Non a caso il curatore Vittorio Sgarbi ha definito Tintoretto il “pittore dionisiaco”.