Di fronte a un mondo sempre più frenetico e “touch”, che talvolta arriva persino a dimenticare le sue basi fondamentali, l’unico modo per tornare sul binario giusto è quello di riprendere le usanze e le abitudini dei nostri antenati.
È questo il messaggio che ha lanciato il laboratorio didattico “Scriba per un giorno! L’arte del geroglifico”, organizzato il 24 febbraio scorso dalla sezione didattica della Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei all’interno del MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), in occasione della mostra “Sulle tracce di Champollion. Archeologia, sguardi ed esperienze nella Valle del Nilo”, dedicata a uno dei più grandi archeologi e studiosi dell’antico Egitto.

Il percorso didattico è stato sviluppato in modo da far conoscere ai giovani studenti il mondo egiziano e, in modo particolare, le prime forme di comunicazione scritta elaborate da questa straordinaria civiltà. Un’idea che nasce dalla volontà di creare soprattutto un approccio originale tra l’innata curiosità dei bambini verso la storia più antichi e la struttura museo, ben lontana dall’essere considerata semplicemente come un “contenitore” di opere d’arte. Un intento ambizioso, ma importante, come spiega il coordinatore del servizio didattico organizzato dalla Pierreci Codess, Luca Prosdocimo: “Ormai viviamo in un’epoca in cui computer e touchscreen la fanno da padrone. E questo rischia di allontanare i bambini anche dalle forme più elementari di comunicazione come la scrittura a mano. Per questo abbiamo pensato a un’offerta didattica di questo tipo, basata proprio su questi elementi”.

Se da un lato vi era l’esigenza di tornare ai modi più usuali ed elementari di comunicare, come appunto la scrittura manuale, dall’altro vi era soprattutto la necessità di avvicinare, secondo modalità del tutto nuove, un pubblico giovanissimo all’affascinante mondo dell’Egitto. Continua Prosdocimo: “Abbiamo pensato a un laboratorio basato sui geroglifici perché non ci andava di usare i soliti stereotipi che solitamente si sfruttano per parlare di questa civiltà, tipo l’abbigliamento, le mummie e le piramidi. In questo modo facciamo tornare i bambini indietro nel tempo, rendendoli partecipi dei principali costumi e delle usanze di questo popolo”.

Così i bambini, armati di un supporto grafico, pennelli e inchiostro, hanno potuto realizzare da zero un testo, utilizzando vari codici di scrittura esaminati nel percorso didattico organizzato. Così facendo, oltre a un’attività pratica di scrittura in “egiziano antico”, i bambini dell’Istituto Comprensivo “Nevio” di Napoli (una delle tante scuole che collabora con la Pierreci Codess per sviluppare attività didattiche all’interno dei musei) hanno potuto conoscere anche le principali tematiche e gli elementi fondamentali della struttura socio – culturale di questa grandiosa civiltà, anche attraverso la visita della Collezione Egiziana, uno dei pezzi forti del Museo Archeologico napoletano.

La conoscenza dell’antico Egitto è stata poi allargata alle dinamiche e alle fasi che hanno caratterizzato la campagna napoleonica di fine ‘700 in Egitto e gli scavi archeologici condotti dall’archeologo Jean François Champollion, uno dei padri della moderna egittologia, grazie ai suoi studi sulla scrittura di questa antica civiltà e alla riuscita decifrazione dei geroglifici (sulla stele di Rosetta) nel 1822.

Accanto ai pannelli esplicativi (elaborati grazie al prezioso aiuto del Centro Studi di Egittologia “F. C. Champollion”), che ripercorrono le tappe e le tecniche degli scavi condotti dallo studioso, sono stati esposti anche vasi canopi e oggetti di piccole dimensioni, preziose testimonianze delle usanze culturali e socio – religiose della civiltà egizia, quali esempi più diretti ed evidenti delle caratteristiche storico – artistiche di un popolo tanto grandioso quanto affascinante e avvolto nel mistero.