“E quindi non siete mai state ad un match di improvvisazione teatrale…”
“Ehmmmmm…no”
“Comunque, è semplicissimo: entrate, vi danno un cartoncino bicolore da un lato bianco, dall’altro nero, una scheda da compilare e una ciabatta”
“Una ciabatta?”
“Sì, una pantofola morbida. La potete tirare all’arbitro se non siete d’accordo sulle sue decisioni, oppure a qualche attore che non vi soddisfa. Oppure al pianista, agli allenatori…a chi volete!”
“Non c’è che dire, sembra divertente…”

Inizia così la scoperta per due neofite come noi di un match di improvvisazione teatrale. In una serata romana di inizio primavera entriamo nel foyer di un teatro affollatissimo in cui l’atmosfera è a metà tra il clima da stadio e quello di un parterre informale.
Prendiamo posto e ci lasciamo coinvolgere.
Un match di improvvisazione teatrale è una gara tra due squadre che si sfidano a colpi di recitazione. Detta in questo modo può risultare semplice ma le squadre devono gareggiare insieme, senza alcun copione, adattandosi a tematiche bizzarre, suggerite dal pubblico stesso nelle schede del kit di accoglienza (insieme a pantofole e cartellino per votare) scavalcando i limiti linguistici di attori che non sempre parlano perfettamente la lingua in cui si volgono gli spettacoli.
Il risultato è comico e sbalorditivo allo stesso tempo.

Ma come si svolge la serata? Si parte con la presentazione delle due squadre in gara, nel nostro caso Italia e Spagna, che dopo un breve “riscaldamento di interpretazione”, come ogni match internazionale che si rispetti, intonano il loro inno, debitamente rivisitato per l’occasione. Subito dopo il tono cambia, quando a fare il suo ingresso è l’arbitro accompagnato dai suoi aiutanti: è lui a dare inizio al match estraendo da un’urna un bigliettino di carta sul quale sono scritte la tematica del match, la durata, la categoria e il numero massimo di partecipanti di ciascuna squadra che possono esibirsi.

Ecco un esempio di una delle prove affrontate:
Tematica: Natale in una stazione di provincia
Categoria: alla maniera di Almodovar
Durata: 4 minuti
Numero partecipanti: illimitato

Dopo il fischio d’inizio dell’arbitro gli attori prendono posto sul palco, inventando sketch umoristici e brillanti sulla tematica in questione.
Durante l’esibizione il giudice di gara può fischiare dei falli inerenti ad esempio il mancato rispetto del tema assegnato, errori di incongruenza, ripetizione di situazioni già utilizzate, di confusione, di clichè.
Le penalità vengono conteggiate e, una volta raggiunti i tre falli, viene assegnato un punto alla squadra avversaria.
Il pubblico interagisce decretando alla fine di ogni match il suo preferito, alzando il talloncino di carta dalla parte del colore di riferimento della squadra, e tirando pantofole a più non posso.

Gli ‘scontri teatrali’ in cui le nazionali si sono cimentate hanno visto chiudersi il primo tempo con un risultato di parità, denotando una buona preparazione da ambo le parti. Dopo una breve pausa, in cui abbiamo voluto contribuire alla stramba varietà di tematiche suggerite per i match compilando l’apposita scheda, siamo tornate in platea per goderci il rush finale della gara.

L’incontro che ci ha introdotto a questo “universo teatrale”, se l’è aggiudicato per un solo punto l’Italia, che ha avuto la meglio su una sportivissima squadra spagnola la quale, nonostante le difficoltà linguistiche, ha saputo tener degnamente testa al team di casa. La piacevole serata si è conclusa con un abbraccio tra i concorrenti e un breve discorso dei rispettivi coach.
La battaglia è stata vinta, ma la guerra è ancora lunga: la finalissima si terrà a fine marzo.

Che vinca il migliore!