Andrà a finire che i topi da biblioteca non esisteranno più e che al loro posto spunteranno topi da ipad e da iphone.
Se infatti il lento ed inesauribile declino della carta stampata ha avuto inizio con l’avvento dell’e-book e degli smartphone, giorno dopo giorno assistiamo alla scomparsa di questa o quella pietra miliare della letteratura cartacea.
Oggi è la volta dell’Enciclopedia Britannica, l’istituzione Made in UK che dopo 244 anni di onorata carriera ha ufficialmente decretato la fine dei suoi volumi stampati.
I tomi enciclopedici, infatti, non verranno mai più stampati e al loro posto si potranno acquistare le equivalenti versioni digitali, disponibili al pubblico dietro pagamento di un abbonamento annuale da 70 dollari (circa 50 euro).
Un prezzo decisamente più accessibile delle 1.400 sterline richieste per l’ultima versione cartacea disponibile, quella del 2010, che con i suoi 32 volumi e 60 chilogrammi di peso veniva acquistata sempre più raramente dai privati e sempre più spesso richiesta “per rappresentanza” da parte di istituti culturali o organi di informazione.
E’ difficile infatti tenere il passo con la tecnologia che fornisce contenuti più freschi rispetto agli aggiornamenti annuali e, il più delle volte gratuita o a basso costo.
La concorrenza con il colosso online Wikipedia è stata inoltre da sempre impari, nonostante fosse stato calcolato come l’accuratezza della Enciclopedia Britannica fosse notevolmente superiore a quella della libera enciclopedia online.
Però Wikipedia è gratis e questo giustifica tante inesattezze e tanti errori, che sarebbero potuti capitare anche consultando articoli e lemmi non aggiornati della preziosa enciclopedia inglese.
“Qualcuno sarà nostalgico, ma adesso abbiamo a disposizione strumenti migliori”, fa sapere al New York Times il presidente Jorge Cauz: la vendita delle copie cartacee era infatti scesa negli ultimi anni a meno dell’1% del fatturato totale dell’azienda e la società interpreta la fine delle copie a stampa come l’inizio di una nuova era a cui anch’essi devono sottostare, spingendo a livello commerciale altre branche di business come gli abbonamenti digitali per smartphone e tablet.
La scelta, difficile ma preventivata, è annunciata anche sul blog ufficiale di britannica con un post dal titolo molto “british” e rassicurante come “Change: it’s ok. Really
“Non saremo mai grandi come Wikipedia – ammette infine – ma abbiamo autori d’eccezione, un processo editoriale alle spalle e articoli ben redatti”: con 3,9 milioni di voci, infatti, Wikipedia sembra un traguardo difficile da raggiungere anche per la più preziosa istituzione britannica in materia culturale.
Ciò che è sicuro, per il momento, è che le ultime copie stampate del 2010 andranno a ruba e che i collezionisti non si lasceranno sfuggire gli atti finali di un’epoca ormai andata per sempre.