Siamo all’ultimo appuntamento nell’inchiesta sui Distretti Culturali attivi in Lombardia, grazie all’omonimo Bando di Fondazione Cariplo. Chiude il viaggio la provincia di Monza e Brianza, dove un preciso modello economico, quello del Distretto Culturale Evoluto, disegna la cornice della progettazione integrata che valorizza e recupera da un lato i beni culturali, ma dall’altro dà nuova linfa a un sistema di imprese creative sul territorio, tutto suggellato dalla parola “sinergia”.

Ne abbiamo parlato con Gianpiero Bocca, Project Manager Senior del Distretto Culturale Evoluto e responsabile della gestione delle attività di promozione culturale della Provincia di Monza e Brianza .

Come vi siete candidati al bando Fondazione Cariplo e perchè? Avevate già un disegno in questo senso per valorizzare il territorio?
Fondazione Cariplo nel 2007 aveva commissionato uno studio di pre-fattibilità per definire, all’interno del suo ambito geografico di riferimento, quali territori possedessero le caratteristiche per potersi candidare ad un bando sulla realizzazione di Distretti Culturali quali volano di sviluppo economico locale. All’interno di studio questa ricerca, coordinata dal Prof. Stefano Della Torre del Politecnico di Milano,  erano stati individuati due territori della Provincia di Monza e Brianza reputati eleggibili, ovvero potenzialmente meritevoli dell’erogazione dei fondi,.
Le due aree erano la Brianza ovest, considerata la culla del Mobile e la zona del Vimercatese.
La Provincia di Monza e Brianza è stata istituita con legge 146/04 dell’11 giugno 2004, e l’allora Assessorato della Provincia di Milano preposto alla sua attuazione ha colto l’opportunità del bando di Fondazione Cariplo per una candidatura unica di entrambi i territori al bando per i Distretti Culturali .
In seguito, la costituente Provincia si è resa disponibile in qualità di capofila ha avviato un periodo di progettazione che ha coinvolto l’economista della cultura, Prof. Pierluigi Sacco per un anno e mezzo come nostro consulente scientifico. Nel Maggio-Giugno 2010 il progetto è stato consegnato alla Fondazione e approvato in tutta la sua strutturazione. Questo ha permesso al territorio di ottenere 3,6 milioni di euro di finanziamenti, su piano triennale, per un valore totale di progetto che si assesta sui 8,5 milioni di Euro.

Quali sono stati i modelli di riferimento di cui avete tenuto conto nella stesura dello studio di fattibilità e progetti?
Il modello di riferimento  è quello del Distretto Culturale Evoluto, i cui principali pilastri dell’azione sono tre: cultura, industria e territorio.
La cultura e la sua valorizzazione si integrano con le filiere produttive locali, con le imprese culturali e le industrie creative per creare valore ed economia, abbandonando la logica delle azioni spot con finanziamenti a pioggia. 
La vocazione imprenditoriale del territorio, basata su un sistema di valori e know how, dialoga con il settore culturale, per organizzare una migliore gestione dei beni culturali in un’ottica di più ampio sviluppo economico, ma anche per introdurre innovazione nei processi produttivi, sollecitati dalla creatività.
Nel nostro territorio si sono sviluppate negli anni passati eccellenti imprese di design del mobile, con professionisti importanti: ora quelle aziende hanno grandi nomi e competono nel mondo. Il DCE può essere lo strumento per ritrovare lo spirito creativo che abbiamo saputo esprimere in passato.
Il tema della riconversione è una nostra priorità, sia come recupero e valorizzazione dei per i beni culturali, sia come ri-destinazione d’uso di edifici di archeologia industriale.
Centrale è la programmazione sostenibile su lungo periodo, ma soprattutto la sinergia fra il contenuto (il sistema dei valori) e il contenitore (il bene culturale).
Fondazione Cariplo ha riconosciuto questa nostra volontà di mettere in connessione mondo industriale e settore culturale, valutandoci positivamente per l’erogazione dei fondi.

Quali sono gli Enti che partecipano al Distretto e come è gestita la governance?
Capofila del Distretto, come spiegavo prima, è la Provincia di Monza e Brianza con l’Assessorato alla Cultura, che al suo interno ha delegato l’ufficio che coordino come soggetto di gestione. Nel giugno del 2011 abbiamo firmato una convenzione con i 9 soggetti partner che contribuiranno all’integrazione del piano economico del Distretto, impegnandosi nella realizzazione dei progetti: quattro Comuni (Bellusco, Biassono, Cesano Maderno, Subiate); l’Agenzia per la formazione, orientamento e lavoro di Monza e Brianza (AFOL) ; l’Istituto per la Storia e l’Arte Lombarda (ISAL) ; l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (Assimpredil ANCE) ; la Camera di Commercio di Monza e Brianza e il Comune di Vimercate attraverso il MUST-Museo del Territorio .
Nell’ottica della sinergia con il territorio, il partenariato è aperto anche ad altri soggetti come Confindustria Monza e Brianza (AIMB) e il mondo delle Associazioni. Questa rete si è consolidata grazie alla costruzione della community, con incontri, tavoli di lavoro ed eventi sul territorio nei quali abbiamo raccolto idee e proposte.

Quali sono le linee strategiche del vostro programma?
Lavoriamo su tre indirizzi principali: la cultura e l’identità intesa come conservazione, fruizione e produzione culturale, attraverso cui passa il rafforzamento di un’identità territoriale condivisa; la riconversione innovativa ovvero la costruzione di sinergie fra la cultura e il tessuto produttivo per stimolare innovazione e sviluppo sostenibile; la formazione e la ricerca. Attraverso questi assi strategici abbiamo disegnato i nostri progetti che coinvolgono la sfera dei beni tangibili e di quelli intangibili.
L’intervento sui beni tangibili riguarda quattro immobili: il Castello da Corte di Bellusco, destinato alla didattica museale e scolastica; la Cà dei Bossi a Biassono; il Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno e l’ex Filanda di Sulbiate che sono oggetto di restauro conservativo sostenuto al 50% con i Comuni proprietari.
Non abbiamo lavorato a priori sul “contenitore” senza aver già verificato la mobilitazione di energie e intenzione con i partner locali: prima dunque abbiamo costruito  un “contenuto” condiviso.
Cesano Maderno è il luogo dove si concretizzano le azioni per la Conservazione e Formazione specifica: grazie ai nostri partner ISAL, ANCE e AFOL apriamo uno Sportello per la Conservazione Preventiva e Programmata, per affiancare i Comuni nella realizzazione di interventi di restauro e per sviluppare le competenze e fornire consulenze.
Sempre a Cesano stiamo lavorando alla creazione di un archivio dei Beni Culturali del Territorio. Un’altra linea di formazione è rivolta agli operatori culturali, affinché approfondiscano competenze di project management su temi quali l’organizzazione di eventi, il marketing, il fundraising.
L’ex Filanda di Sulbiate rappresenta il polo di insediamento dell’artigianato artistico, dove con alcuni partner del settore stiamo chiamando a raccolta tutte le realtà di competenza.
Promuoviamo anche eventi culturali diffusi sul territorio come “Ville Aperte in Brianza”, giornata nella quale sono accessibili edifici di pregio al largo pubblico, con visite guidate e appuntamenti di performing arts. Con progetti audio-visual stiamo producendo corto-metraggi sulla nostra identità e sul nostro patrimonio, per valorizzarlo e renderlo fruibile in un modo nuovo.
Altra attività che promuoviamo sono spettacoli teatrali tenuti all’interno delle aziende, dove lo show room o lo spazio della produzione diventano palcoscenico. Coinvolgiamo anche il sistema museale locale, e altri luoghi di cultura: vogliamo essere cinghia di trasmissione ed opportunità per tutti.

Che rapporto intrattenete con aziende e filiere produttive attraverso la cultura?
E’ rappresentato interamente dalla linea della riconversione innovativa, che sviluppa progetti fra Distretto e Camera di Commercio, Confindustria Monza e Brianza (AIMB), altre Associazioni di categoria e le imprese del territorio.
Biassono è il luogo di riferimento dove con Camera di Commercio stiamo promuovendo un incubatore d’imprese innovative. In questa sede forniamo tutti i servizi necessari per la nascita di start up, come la formazione a supporto di start-up, e per il repertimento di fonti di finanziamento e accesso al credito. Abbiamo coinvolto a proposito l’azienda INNOVHUB della Camera di Commercio di Milano , per condividere la sua competenza in materia di innovazione e sostegno all’impresa: vogliamo fornire le “infrastrutture immateriali” perché nascano nuove imprese. Oltre a ciò costruiamo un database di potenziali realtà da supportare.
Il coordinamento e la sinergia con altre iniziative e progetti affini sono garantiti dagli ottimi rapporti che il Distretto intrattiene con Regione Lombardia, la quale ha manifestato il proprio interesse a seguire da vicino gli sviluppi della linea “Innovazione e Impresa”.

Qual è il vostro rapporto con Milano?
Nella fase di costruzione del modello di gestione dell’incubatore, in collaborazione con Innovhub, abbiamo effettuato un’analisi benchmark con alcune realtà milanesi come The Hub  e Avanzi  Mentre per quanto riguarda l’attività più propriamente orientata alla comunicazione e allo spettacolo, abbiamo avviato un rapporto  con il Centro sperimentale della Cinematografia.
Infine, il Distretto lavora in strettissima sinergia con il Sistema Ville Gentilizie Lombarde , progetto anch’esso finanziato da Fondazione Cariplo finalizzato all’implementazione di servizi coordinati al servizio del patrimonio costruito del territorio del Nord Milano, intercettando esperienze che vanno quindi già oltre i confini provinciali..

Trascorsi questi tre anni, cosa succederà? Cosa volete consigliare al sistema Paese in virtù di questa esperienza?
Moltissimi studi dimostrano che l’investimento in cultura come volano di crescita restituisca quasi due e volte e mezzo l’impegno economico erogato. Per questo è necessario che ci siano parametri oggettivi in grado di mantenere il livello del progetto alto, con un piano di gestione serio e un business plan di qualità.
La chiave del successo è la costruzione di un partenariato esteso pubblico/privato che converga nella stessa direzione progettuale. Sarebbe auspicabile, pertanto, che i rapporti fra soggetti pubblici e privati transitassero attraverso una regolamentazione chiara, ma snella, in grado di agevolare partenariati misti caratterizzati da un’autentica volontà di co-progettazione di politiche e iniziative.
Nel settore culturale spesso si fatica a riconoscere dove stia l’effettiva qualità e si teme ancora l’ingresso di enti privati nella programmazione e gestione.
Dobbiamo superare questa posizione per sederci a un tavolo di dialogo. Non è più sostenibile agire senza sinergie.
Per il distretto tre anni sono il tempo sufficiente per superare la fase di start-up e consolidarsi e grazie alla convenzione firmata dei 9 Enti, l’intenzione è quella di crescere e continuare in autonomia. A questo proposito è necessario anche confrontarsi con i recenti sviluppi della normativa nazionale che stanno ripensando il ruolo delle Province.. La scommessa del Distretto, a questo punto, è proprio quella di coinvolgere gli attori locali per un comune obiettivo di sviluppo, anche lavorando su una nuova forma sostenibile di soggetto giuridico.

Immagine: Evento “Agorà” presso Villa Verri, a Biassono

Gli altri Distretti:
Regge dei Gonzaga
Distretto Culturale di Cremona
Distretto Culturale della Valtellina
Distretto culturale dell’Oltrepo mantovano
Distretto Culturale della Valcamonica